6/5/2013 ● Scuola
Non arrendersi alla devastazione della scuola pubblica
Il nuovo governo nazionale e quello regionale devono voltare pagina
rapidamente nei comparti della conoscenza. Le controriforme della Gelmini, la
legge Brunetta e la privatizzazione dei saperi devono essere cancellati aprendo
una stagione nuova per scuola, università e ricerca. In Molise, lo ribadiamo da
tempo, la scuola pubblica è ridotta al lumicino. Con la riduzione di organici,
di risorse e di tempo scuola, si è attuata una scellerata politica che ha messo
in discussione il diritto all’istruzione, garantito dalla nostra Costituzione.
Il Documento di Economia e Finanza ha attestato che nel 2010 la spesa per
l’istruzione (scuola dell’infanzia esclusa) è stata pari al 4% del PIL (già al
di sotto della media europea e Ocse del 6%) e prevede che nel 2015 scenderà al
3,6% e calerà addirittura al 3,4% entro il 2020. Di lì in poi la spesa si
assesterà tra il 3,3 e il 3,4%. Se queste previsioni fossero confermate, saremmo
di fronte a una totale continuità con le politiche di disinvestimento
nell'istruzione praticate dai governi di destra. Queste scelte dovranno essere
riviste e ridefinite dal nuovo governo nel segno di un cambio di rotta profondo.
La necessità di aumentare gli investimenti in istruzione, formazione e ricerca è
sostenuta dai dati riguardanti il deficit italiano di capitale umano rispetto ai
principali paesi europei (competenze maturate dai giovani al termine della
scuola dell’obbligo, quota di laureati sulla popolazione, formazione svolta
dalle imprese significativamente inferiore alla media europea). Occorre
contrastare l’abbandono scolastico (nel 2011 il 18,2% contro una media europea
del 13,5%) adottando un programma speciale che rilanci, il tempo pieno e
prolungato nel primo ciclo d'istruzione. Bisogna contrastare le diseguaglianze
sociali (solo il 14% dei figli dei ceti meno abbienti si iscrive all'università
contro il 59% dei figli dei ceti medio alti). Occorre investire risorse per
allineare la spesa per istruzione alla media europea. Le priorità sono:
più occupazione
superamento della precarietà
investimenti in infrastrutture
rinnovo del contratto nazionale
liberare la contrattazione decentrata dai vincoli assurdi della legge Brunetta
obbligo d'istruzione per tutti a 18 anni
diritto allo studio
miglioramento qualitativo dei sistemi di formazione, istruzione e ricerca
pubblici.
Chiediamo al ministro ed all’assessore della regione Molise di fare le scelte
necessarie, partendo dalle proprie specifiche competenze, perché la conoscenza
diventi il riferimento centrale per cambiare un modello di sviluppo ormai al
capolinea.
Su questi temi la FLC CGIL Molise, nei prossimi giorni, terrà delle assemblee in
ogni scuola per rilanciare l’iniziativa politica e sindacale.