23/4/2013 ● Solitudini d'autore
Il cristiano
Bisogna evitare in tutti i modi di dare l'impressione che una persona che
opera in un movimento, in una realtà ecclesiale, se la porti dietro entrando in
politica. C'è stata in queste settimane la formazione delle liste e molti sono
stati contattati dai partiti, perché volevano a tutti i costi che dentro la loro
lista ci fosse, ad esempio, il rappresentante del Movimento dei Focolari o
dell'Azione Cattolica o degli Scout. Questo è un modo perverso di ragionare,
perché nessuno dei cattolici può entrare in politica pensando di rappresentare
una realtà ecclesiale (...).
L'idea di base è che il cristiano porta in politica la sua capacità di amare.
Tutto ciò che egli fa, quindi, deve essere amore, come viene chiamato da molti
"amore sociale".
(...) Benedetto XVI ha sottolineato tante volte questa scelta importante che il
cristianesimo ha fatto nella storia, tutelando la libertà del cristiano, che
porta in politica la sua capacità di amare, che si costruisce anche nella
famiglia, nella Chiesa, e la porta in società (...) con un linguaggio che non è
più un linguaggio ecclesiale o un linguaggio confessionale, ma è il linguaggio
della ragione universale (...).
Non è la Chiesa che entra in politica, sono le persone che riportano quello che
loro hanno e sono. Quindi, bisogna guardarsi bene dall'entrare in politica,
dando questa falsa impressione, che ci sia una "ecclesialità" che entra in
politica. Non è così. Si entri pure in politica, allora, però avendo cura di non
farsi strumentalizzare (....).
Noi continuiamo sempre a ripetere, perché è vero storicamente, che dalla Chiesa
viene un nutrimento per la società sia come idee, che come testimonianze e come
persone preparate. Quindi, il passaggio da un impegno sociale, dove le persone
maturano, ad un impegno politico nelle istituzioni, è naturale. Bisogna
naturalmente presidiare ambedue gli spazi. Questi passaggi dal sociale al
politico, che sono logici e naturali, e sono la salute stessa della dimensione
politica, delle istituzioni, quindi vanno fatti, vanno fatti bene però.
Anzitutto, vanno fatti in piena autonomia e come scelta personale di colui che
li fa.
Antonio Baggio |
Il politologo Baggio: cattolici candidati a titolo personale