BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


16/4/2013 ● Solitudini d'autore

La mediocrità


  Redazione FPW ● 1559


L' Italia è piena di giovani talenti ma resta immobile e vecchia, ricca ma consegnata alla vita precaria, bellissima eppure sfregiata, accogliente però insicura.

L' Italia è piena di mediocri.
Organizzati per cordate, sorretti dalla corporazione, dal club dall' accesso esclusivo, o garantiti dal nome di famiglia. Meglio i parenti dei concorsi; meglio serrarsi nella difesa degli interessi delle lobby che affrontare il rischio della concorrenza. Meglio i portaborse servili dei collaboratori svegli ed efficienti.
Valori capovolti e merito taroccato.
Entra solo chi si mette in fila e aspetta, docile, il suo turno.

La prova del nove è davanti ai nostri occhi. Perfetti sconosciuti - grazie a mirabili carriere da Signorsì - hanno confezionato un cursus honorum che riserva loro omaggi e riverenze di Stato. Figurarsi in Parlamento.
Lì la mediocrità è una virtù.

Mi ha colpito, come credo molti, il modo in cui la politica ha raccolto «i migliori», il metodo di selezione dei candidati nelle ultime elezioni. Un disegno organico e complementare, che ha unito destra e sinistra e premiato gli adulatori dal pensiero liquefatto al primo raggio di sole.
Avevo un'idea fissa in testa, anzi una equivalenza che spiegasse l' inestirpabile e perniciosa natura della mediocrità: il potere della mediocrità misura esattamente la distanza che separa il talento dal successo. Quanto più quel potere è pervasivo, tanto più il successo sarà distante da colui che effettivamente lo merita.

Ho chiesto a due ragazzi, Andrea Petrella e Andrea Tesei, giovani economisti che vivono e fanno ricerca a Barcellona, di provare a tradurre appunto in una formula la mia idea.
Questo è il risultato: Prob (Tt = St) = (1-Mt)k
Definiamo un indice della distanza che separa il talento di un individuo (T) dal suo effettivo successo in ambito lavorativo e sociale (S). La differenza assoluta tra questi due termini rappresenta il grado di inefficienza nell' allocazione del talento di un individuo.

Traducendo queste considerazioni in termini probabilistici, in una società ideale la probabilità che T=S è pari a uno. Quanto più bassa è tale probabilità, tanto più inefficiente sarà la società. La variabile M rappresenta la proporzione di mediocri sul totale degli individui, k >1 è un parametro costante nel tempo, e il pedice t è un generico indice temporale. (...)

La mediocrità si organizza in reti per due ragioni essenziali. In primo luogo da solo nessuno è mediocre: la mediocrità emerge se è possibile un confronto e se c' è competizione, almeno in potenza. In secondo luogo le reti rafforzano e si nutrono della mediocrità rendendola absoluta, sciolta da tutto quello che non rientra nel suo mondo di riferimento. Essa rifiuta il principio di responsabilità individuale e collettiva. Il paradosso è evidente, e le sue conseguenze devastanti. (~)

Ogni anno migliaia di giovani promesse della ricerca prendono il largo. Non partono, fuggono. L'esodo del know how rende l'esatto polso del declino: coloro che col talento potrebbero fornire i mezzi culturali per superare la crisi, sono inspiegabilmente esiliati.

Gli studiosi lo definiscono brain drain. è la migrazione di persone altamente qualificate che, formatesi in un Paese, si trasferiscono e lavorano in un altro.
I precari bocciati in Italia, all' estero, come per magia, si trasformano in professori associati. Senza capelli bianchi, poco più che trentenni. In Italia su 18.651 solo nove sono gli ordinari che hanno meno di trentacinque anni: lo 0,05%!

Il Censis traccia le rotte dei migranti del sapere. Secondo le stime del Rapporto 2007 più di 11 mila e 700 laureati hanno trovato lavoro all' estero dopo un anno. Ben 13.368 italiani qualificati si sono trasferiti negli Stati Uniti: 6.179 sono specializzati ai massimi livelli~ Le capitali della ricerca internazionale non disdegnano il contributo italiano.

Lo dimostrano gli esiti del bando di concorso istituito dall' ERC, il Consiglio Europeo delle Ricerche, rivolto ai giovani ricercatori entro nove anni dal dottorato. Il primo bando ha contemplato oltre novemila domande. Su 300 vincitori, 35 sono italiani, 40 tedeschi, 32 francesi e 30 inglesi. L' Italia è addirittura la prima sul podio degli eccellenti: 9 italiani contro i 7 di Regno Unito e Germania, i 6 di Francia e Spagna. (...)

Ho avuto la fortuna di imbattermi in ragazzi il cui talento, provato da un curriculum già eccellente, è stato catalogato, riunito ed esposto sul web. Hanno cioè deciso di legare la storia di ciascuno e provare, con la medesima tecnica che conduce i mediocri al potere, a realizzare una linea di resistenza. Tecnicamente è una lobby: si chiama RENA, rete per l' eccellenza nazionale (www. progetto-rena. it).
Conoscersi e riconoscersi, difendersi, aiutarsi. Lottare per promuovere un'idea, quella del merito, al servizio del Paese, perché anche i migliori possano trovare in Italia il riconoscimento che spesso tocca soltanto ai mediocri. Da Mumbai e da New York, da Stavanger, Bologna o Bruxelles.

Le lettere che mi sono giunte aiutano a capire le difficoltà, conoscere gli sforzi e apprezzare la quantità di ingiustizie subìte. L' Italia raccolta in queste pagine è piena di affari e di sogni, di schiene piegate e di schiene dritte, di quelli che resistono e ancora ci provano.

Antonello Caporale | La formula matematica della mediocrità, La Repubblica

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