16/4/2013 ● Solitudini d'autore
La mediocrità
L' Italia è piena di giovani talenti ma resta immobile e vecchia, ricca ma
consegnata alla vita precaria, bellissima eppure sfregiata, accogliente però
insicura.
L' Italia è piena di mediocri.
Organizzati per cordate, sorretti dalla corporazione, dal club dall' accesso
esclusivo, o garantiti dal nome di famiglia. Meglio i parenti dei concorsi;
meglio serrarsi nella difesa degli interessi delle lobby che affrontare il
rischio della concorrenza. Meglio i portaborse servili dei collaboratori svegli
ed efficienti.
Valori capovolti e merito taroccato.
Entra solo chi si mette in fila e aspetta, docile, il suo turno.
La prova del nove è davanti ai nostri occhi. Perfetti sconosciuti - grazie a
mirabili carriere da Signorsì - hanno confezionato un cursus honorum che riserva
loro omaggi e riverenze di Stato. Figurarsi in Parlamento.
Lì la mediocrità è una virtù.
Mi ha colpito, come credo molti, il modo in cui la politica ha raccolto «i
migliori», il metodo di selezione dei candidati nelle ultime elezioni. Un
disegno organico e complementare, che ha unito destra e sinistra e premiato gli
adulatori dal pensiero liquefatto al primo raggio di sole.
Avevo un'idea fissa in testa, anzi una equivalenza che spiegasse l'
inestirpabile e perniciosa natura della mediocrità: il potere della mediocrità
misura esattamente la distanza che separa il talento dal successo. Quanto più
quel potere è pervasivo, tanto più il successo sarà distante da colui che
effettivamente lo merita.
Ho chiesto a due ragazzi, Andrea Petrella e Andrea Tesei, giovani economisti che
vivono e fanno ricerca a Barcellona, di provare a tradurre appunto in una
formula la mia idea.
Questo è il risultato: Prob (Tt = St) = (1-Mt)k
Definiamo un indice della distanza che separa il talento di un individuo (T) dal
suo effettivo successo in ambito lavorativo e sociale (S). La differenza
assoluta tra questi due termini rappresenta il grado di inefficienza nell'
allocazione del talento di un individuo.
Traducendo queste considerazioni in termini probabilistici, in una società
ideale la probabilità che T=S è pari a uno. Quanto più bassa è tale probabilità,
tanto più inefficiente sarà la società. La variabile M rappresenta la
proporzione di mediocri sul totale degli individui, k >1 è un parametro costante
nel tempo, e il pedice t è un generico indice temporale. (...)
La mediocrità si organizza in reti per due ragioni essenziali. In primo luogo da
solo nessuno è mediocre: la mediocrità emerge se è possibile un confronto e se
c' è competizione, almeno in potenza. In secondo luogo le reti rafforzano e si
nutrono della mediocrità rendendola absoluta, sciolta da tutto quello che non
rientra nel suo mondo di riferimento. Essa rifiuta il principio di
responsabilità individuale e collettiva. Il paradosso è evidente, e le sue
conseguenze devastanti. (~)
Ogni anno migliaia di giovani promesse della ricerca prendono il largo. Non
partono, fuggono. L'esodo del know how rende l'esatto polso del declino: coloro
che col talento potrebbero fornire i mezzi culturali per superare la crisi, sono
inspiegabilmente esiliati.
Gli studiosi lo definiscono brain drain. è la migrazione di persone altamente
qualificate che, formatesi in un Paese, si trasferiscono e lavorano in un altro.
I precari bocciati in Italia, all' estero, come per magia, si trasformano in
professori associati. Senza capelli bianchi, poco più che trentenni. In Italia
su 18.651 solo nove sono gli ordinari che hanno meno di trentacinque anni: lo
0,05%!
Il Censis traccia le rotte dei migranti del sapere. Secondo le stime del
Rapporto 2007 più di 11 mila e 700 laureati hanno trovato lavoro all' estero
dopo un anno. Ben 13.368 italiani qualificati si sono trasferiti negli Stati
Uniti: 6.179 sono specializzati ai massimi livelli~ Le capitali della ricerca
internazionale non disdegnano il contributo italiano.
Lo dimostrano gli esiti del bando di concorso istituito dall' ERC, il Consiglio
Europeo delle Ricerche, rivolto ai giovani ricercatori entro nove anni dal
dottorato. Il primo bando ha contemplato oltre novemila domande. Su 300
vincitori, 35 sono italiani, 40 tedeschi, 32 francesi e 30 inglesi. L' Italia è
addirittura la prima sul podio degli eccellenti: 9 italiani contro i 7 di Regno
Unito e Germania, i 6 di Francia e Spagna. (...)
Ho avuto la fortuna di imbattermi in ragazzi il cui talento, provato da un
curriculum già eccellente, è stato catalogato, riunito ed esposto sul web. Hanno
cioè deciso di legare la storia di ciascuno e provare, con la medesima tecnica
che conduce i mediocri al potere, a realizzare una linea di resistenza.
Tecnicamente è una lobby: si chiama RENA, rete per l' eccellenza nazionale (www.
progetto-rena. it).
Conoscersi e riconoscersi, difendersi, aiutarsi. Lottare per promuovere un'idea,
quella del merito, al servizio del Paese, perché anche i migliori possano
trovare in Italia il riconoscimento che spesso tocca soltanto ai mediocri. Da
Mumbai e da New York, da Stavanger, Bologna o Bruxelles.
Le lettere che mi sono giunte aiutano a capire le difficoltà, conoscere gli
sforzi e apprezzare la quantità di ingiustizie subìte. L' Italia raccolta in
queste pagine è piena di affari e di sogni, di schiene piegate e di schiene
dritte, di quelli che resistono e ancora ci provano.
Antonello Caporale |
La formula matematica della mediocrità, La Repubblica