1/4/2013 ● Solitudini d'autore
L'Italia ingiusta
Care democratiche, cari democratici,
Cari amici e compagni,
dobbiamo avere piena consapevolezza che la crisi è seria e pericolosa davvero.
Dobbiamo avere piena consapevolezza che sarà un anno molto difficile per il
Paese. Dobbiamo avere piena consapevolezza che anche sul piano politico, per noi
non saranno rose e fiori. Chiedo dunque a tutto il gruppo dirigente impegno,
unità e tenuta davanti alle difficoltà che verranno. Prima di passare al tema
politico, partiamo come nostro costume dal tema economico e sociale. In una
situazione già difficile avremo mesi di riduzione ulteriore delle attività
economiche e difficoltà ulteriori per l’occupazione. (...)
La destra non è scomparsa. L’elettorato della destra non è scomparso. Abbiamo
visto alla Camera sul caso Cosentino una inquietante solidarietà tra PDL e Lega
e il riaffiorare di vecchi patti, a quanto pare, inscindibili. Allora è vero che
l’autonomia della Lega non c’è più! Allora è vero che non era solo questione di
un patto di maggioranza! Adesso la maggioranza non c’è ma la complicità è
rimasta! Tutta l’autonomia della Lega, in una vicenda trentennale, si è via via
ridotta ad un po’ di xenofobia e ad un po’ di soldi per le quote latte. Per il
resto, a rimorchio del miliardario, sperando magari che Berlusconi si decida a
fare cadere il Governo, così da tornare al vecchio patto, così da avere un ruolo
a Roma, che sarà anche ladrona ma che resta piuttosto accogliente!
Del resto qualcuno nel Popolo delle Libertà non è sordo a quell’appello. Il
Popolo della Libertà vive con un certo disagio questa fase. Lo si può capire.
Qui non voglio fare polemiche retrospettive. Al Popolo della Libertà noi
diciamo: attenzione. Voi, in compagnia della Lega, ci avete portati dopo otto
anni di governo al punto in cui ci siamo trovati. Avete fatto tutto voi, avendo
governo e una maggioranza di proporzioni inedite. Tenete ben conto delle
responsabilità che avete in questa vicenda e della responsabilità che vi si
chiede. Questo è un Governo di impegno nazionale davanti al quale ciascuno
risponde del suo impegno, con trasparenza, davanti al Governo e soprattutto
davanti all’Italia.
Parliamo di noi, adesso. Per quel che ci riguarda la nostra proposta politica
rimane ferma e chiara: un patto di legislatura fra forze progressiste e moderate
per una ricostruzione della politica e delle istituzioni, del patto sociale e
civile del Paese. Abbiamo pronte un buon numero di riforme per dare concretezza
a questo patto. In questa fase nuova e cruciale ci rivolgiamo amichevolmente a
tutte le forze del centrosinistra e diciamo: questo passaggio di responsabilità
verso il Paese coinvolge noi, che siamo la forza principale, ma interpella
tutti. Riconosciamo le posizioni di ciascuno, più o meno critiche; non
pretendiamo certo che nel centrosinistra ci sia una voce sola e cioè la nostra!
Ma siamo certi che nessuno potrà pensare di prendere alle spalle il PD in un
passaggio delicatissimo del Paese, perché tutto poi torni semplicemente come
prima. L’idea che prima di tutto c’è l’Italia e che non si vince né sulle
macerie né a qualsiasi prezzo, non è per noi una idea occasionale! Vale oggi e
varrà per il futuro! Non si vince sule macerie, non si vince a qualsiasi prezzo.
Confermo qui, con questa trasparenza e chiarezza la nostra scelta per un
centrosinistra di governo che si apra al confronto con realtà moderate e civiche
che non accettano la deriva populista della democrazia italiana. E’ questa
l’attitudine generale con cui andiamo all’appuntamento delle amministrative: a
servizio di un larga riscossa civica e valorizzando momenti di partecipazione
che consentano il protagonismo dei cittadini nella scelta dei candidati e dei
programmi. Da questo week end parte il ciclo delle primarie in tutte le città
italiane che andranno al voto. Stiamo lavorando ovunque per incoraggiare la
massima partecipazione.
Infine, il PD.
L’anno che abbiamo alle spalle non è stato certo senza risultati. Abbiamo vinto
le amministrative, abbiamo mandato a casa Berlusconi, siamo diventati
stabilmente il primo Partito del Paese.
Ma io sono più orgoglioso di quello che abbiamo seminato piuttosto che di quello
che abbiamo raccolto. Sono infatti fermamente convinto che se seminiamo bene
potremo fare ancora di più e meglio. Abbiamo messo in funzione quasi ovunque (ma
non ovunque purtroppo) organismi dirigenti funzionanti; abbiamo fatto dei passi
per mettere meglio in equilibrio la discussione aperta con l’identità e l’unità
del Partito, abbiamo operato per rinverdire i nostri valori e le nostre
motivazioni culturali, etiche e religiose; abbiamo fortemente accresciuto la
capacità di progetto e di proposta oggi preziosissima; abbiamo ripreso molti
contatti con i mondi reali della vita sociale e civile; abbiamo avviato
sperimentazioni che possono avere un esito strutturale (la formazione per un
anno di duemila giovani del mezzogiorno, l’allestimento di una rete dei circoli,
lo sviluppo e il miglioramento delle nostre feste, una bella rivista online e
così via). Abbiamo cioè determinato potenzialità da mettere a frutto. Di queste
potenzialità, voglio indicarne una sola: la ripresa del tema del Mezzogiorno che
può collegarci in forme nuove all’idea dell’unità del Paese. Tocca a tutti noi
coltivare questa prospettiva, ad esempio sui temi della legalità. Credo che
abbiamo capito tutti, a questo punto, che la grande criminalità non è solo al
sud, che i problemi sono anche la nord, che non possiamo lasciare solo chi è
esposto su questo fronte. Fra nord e sud in mille forme possibili dovremo
organizzare il ponte della legalità.
Nell’anno del dopo Berlusconi il nostro Partito non andrà certo in vacanza. Ci
muoveremo con un programma di iniziative che coinvolgerà il Partito dal centro
fino ad ogni circolo. Abbiamo un posizionamento politico e un progetto che ci
consente di essere interlocutori di chi subisce di più la crisi e di chi si
muove per affrontarla. Investiremo su questo. “Incontriamo l’Italia” sarà il
titolo di questo nostro programma, che ci consentirà di incontrare in ogni luogo
realtà sociali, produttive e culturali, autorità morali, movimenti; ascoltando e
promuovendo proposte e iniziative. Comincerà il Segretario Nazionale e lo faremo
tutti mettendoci l’impegno e la fantasia necessari. Lavoreremo allo stesso tempo
per rafforzare il nostro pensiero e la nostra analisi con un programma proposto
dal nostro Ufficio Studi. Chiameremo le migliori intellettualità italiane e non
solo per illuminare la fase che si apre. “Il mondo dopo la destra” come dicevo.
Continueremo, con ulteriori appuntamenti, la costruzione della piattaforma dei
progressisti europei. Rafforzeremo la nostra iniziativa rispetto alle
prospettive che si muovono sull’altra sponda del Mediterraneo, mettendo a frutto
collegamenti che abbiamo via via costruito.
Mi fermo qui. Voglio concludere. Mi è già capitato di dire che il percorso nuovo
che si è aperto sarà il nostro vero battesimo. Questa fase ci dirà se gli
italiani potranno davvero percepire, convincersi che c’è una grande forza
riformista solida e stabile al servizio del Paese e che vale la pena di
ascoltare quello che questa forza dice a proposito di una strada nuova per la
nostra democrazia e la nostra società.
Solidità e tenuta, solidarietà fra noi ovunque e in ogni luogo, onestà e rigore,
combattività, progetto riformista per l’Italia. Non passiamo il tempo a
guardarci dal lato dei difetti. Il solo modo per correggerli è essere sicuri che
noi siamo più forti delle nostre debolezze e dei nostri limiti, che l’Italia ha
davvero bisogno di noi.
Pierluigi Bersani | Estratto dell'intervento integrale di Pier Luigi Bersani
all'assemblea nazionale del Pd | 20 gennaio 2012