27/3/2013 ● Cultura
Nel (peri)metro della politica un “team” di energie innovatrici
Una strada angusta, forse un vicolo cieco. Sarà il percorso che
incontrerà la futura Amministrazione comunale di Guglionesi nel mandato
elettorale che riceverà a maggio.
C’è una bussola in grado di orientare la Comunità con ponderatezza verso un
orizzonte dalle tollerabili premesse di crescita: un “team” di capacità
amministrative, di idee innovative, di sintesi culturali, di aggregazioni
solidali e di apertura alla rappresentatività dell’intera Comunità.
Nell’imminente lustro amministrativo non vivremo un mandato per grandi
investimenti patrimoniali o per ampliamenti più o meno giustificabili delle
infrastrutture esistenti. Piuttosto si potrà capitalizzare il patrimonio
esistente, valorizzarlo ponendo le basi per un’azione a medio e lungo raggio
nella riqualificazione dei beni, nella rielaborazione delle priorità, nella
capacità di attrazione degli investimenti, nella educazione alla tutela
dell’eredità culturale come fonte di economia, visione di prosperità e
proiezione di uno sviluppo ecosostenibile.
Per concretizzare l’ambizioso obiettivo occorrerà rimeditare le formule e gli
strumenti attuativi delle politiche civiche. Convincersi, cioè, di una cultura
politica al servizio del “contenuto” oltre una quotidiana gestione del
contenitore vuoto. Viviamo una temibile fase congiunturale nella quale non
saranno le scarse risorse finanziare a tutela del patrimonio comunitario, ma
sarà il patrimonio stesso a salvaguardia dei capitali e dei valori non solo
economici: il “contenuto”, in tal senso, costituirà il principio fondante di
un’Amministrazione moderna, strategicamente predisposta al richiamo di sinergie
di progresso oltre l’emiciclo di un autorevole Consiglio di eletti.
Ampliare il (peri)metro della buona politica sulle prospettive di una crescita
culturale è possibile, con coraggio e senza troppe illusioni, purché si
condivida la consapevolezza di una responsabilità civica in un “team” di
competenze, di sensibilità e di energie innovatrici.
Non basta più il (peri)metro della "passione" per la buona politica.