BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


22/3/2013 ● Cultura

"Anno della Fede": il Vescovo scrive ai catechisti


  Gianfranco De Luca ● 1613


Una fraternità per l’evangelizzazione e l’iniziazione cristiana.

Catechista, perchè invitato a dare una mano in parrocchia, così hanno iniziato quasi tutti; forse in modo imprevisto, perentorio, inatteso. Forse sei stato scelto tu perché altri hanno detto di no. Ma oggi sei catechista. Prendi coscienza e ringrazia.

Catechista, perchè battezzato, e in quanto tale, per la propria vocazione cristiana, responsabile della Parola di Dio, perciò evangelizzatore-testimone. Consapevolezza che matura se si prosegue a svolgere questo ministero come una vocazione che viene da Dio e a rimanervi fedeli.

Catechista non da solo, ma insieme ad altri; come tutte le vocazioni, non è una chiamata personale, ma ti inserisce in una comunità di chiamati come te. Ci si ritrova con altri non per propria scelta, non per particolari affinità, non solo perche si svolge nella comunità un servizio comune, ma perché si viene chiamati insieme. Come la Chiesa, che è convocazione di diversi, moltitudine di diversi.

Momenti di un percorso che ognuno ha fatto. Non certamente scontato, ma profondamente significativo, perchè è “tipico” dell’esperienza cristiana dall’inizio del suo accadere nella storia.

I discepoli, chiamati personalmente a stare con Gesù, si ritrovarono insieme tra loro. Non erano certo affini, bensì diversi:c’era un pubblicano, collaborazionista del potere romano, Matteo, ed uno zelota, rivoluzionario, alcuni già avviati ad una scelta di vita religiosa, come Andrea e Giovanni discepoli del Battista; .....Si ritrovarono insieme grazie a Gesù e iniziarono un cammino che li accompagna, attraverso un percorso, lungo, faticoso e articolato, a diventare fratelli; grazie a Gesù, il Fratello, che li aprì alla relazione con l’Unico Padre e perciò a riconoscersi fratelli. Apartire dalle loro diversità, Gesù li costituisce in un ‘collegio’, fraternità, comunità, ne fa una realtà unica sulla quale costruisce la sua Chiesa.

Una compagnia di fratelli

Lo stare con Gesù, uniti nel suo nome, fa sì che lo stare insieme, l’essere gruppo, diventi una compagnia di fratelli: proprio in questo fatto accade la Chiesa.Nel vostro essere la fraternità dei catechisti della parrocchia di…. si realizza visibilmente il mistero della comunione ecclesiale.Non è casuale che nel vangelo di Giovanni la prima volta che i discepoli vengono chiamati da Gesù ‘fratelli’ è dopo la sua risurrezione, come non è casuale che il vangelo dove la parola fratelli è più presente è quello di Matteo che è definito vangelo della comunità. Siete fratelli perché membri della comunità/fraternità dei catechisti.

Possiamo dirlo con assoluta certezza: non c’è esperienza di Chiesa se non c’è fraternità; lì dove c’è una compagnia di fratelli uniti nel nome del Signore Gesù Cristo, lì accade, si rende presente e visibile, la Chiesa. A voi è data la possibilità concreta di fare esperienza di Chiesa, perché unica è la chiamata, unico il ministero.

Come frammento nel quale il Tutto diventa esperienza ed è presente.

Resta fondamentale la consapevolezza di essere frammento (parte di un tutto), una componente, tra le altre, della comunità ecclesiale. Questo evita la chiusura, la formazione di conventicole, o di lobby e la percezione di un cristianesimo elitario ed esclusivo. Consapevolezza che nasce dal fatto che nella Chiesa ognuno (in questo ognuno è compresa anche ogni realtà associata, ogni gruppo, ogni movimento, ogni congregazione religiosa etc.) non è per sè, ma è tale, e perciò realtà con una propria identità, in quanto è per tutti gli altri, a servizio dell’intera comunità. Nello stesso tempo è importante essere consapevoli che in questo frammento (particula), che è lo specifico servizio catechistico vissuto da una piccola fraternità, accade il tutto (come nella particola del pane consacrato c’è il tutto, il riferimento eucaristico non è forzato o surrettizio): nel vostro prezioso servizio ecclesiale è realmente possibile e concreta l’esperienza della vita fraterna che invera la Chiesa e la manifesta come Chiesa di Cristo.

L’ante omnia.

C’è un “prima di tutto”, che è presente in tutto. Un Principio nel quale e grazie al quale tutto ha origine: Dio Uno-Trino. Non si tratta di un principio astratto o di una categoria teologica ma è Dio stesso che è Amante, Amato e Amore. Dal seno del Padre nasce la missione, al seno del Padre essa si svolge e al seno del Padre si conclude. L’amore trinitario è l’origine, la forma, e il fine dell’azione dell’economia della salvezza. La Chiesa, lungo la storia e in ogni angolo della terra, è “un popolo che deriva la sua unità dall’Unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (LG 4), essa risulta «mistero di comunione trinitaria in tensione missionaria» (PdV n. 12). Proprio dentro questa realtà ci ha riportati Giovanni Paolo quando nellaNovo millennio ineunte scrive: “Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità.” (NMI 43). Nel frammento deve necessariamente esserci il Tutto, pena la sua l’insignificanza: la matrice trinitaria nella concretezza della vita ecclesiale si invera e concretizza nella fraternità accolta e vissuta e solo a questa condizione l’azione pastorale rende presente ed operante l’evento salvifico e introduce in esso.

Ecco allora che i catechisti presenti in una comunità parrocchiale sono chiamati a formare una fraternità, grazie alla spiritualità della comunione, e solo in questo modo svolgono in modo pieno ed efficace il ministero dell’evangelizzazione e dell’iniziazione cristiana dei membri della comunità stessa.

Costituiti in Fraternità a servizio dell’evangelizzazione e dell’iniziazione cristiana.

Questo è contemporaneamente un punto di arrivo e un punto di partenza e in quanto tale non va mai dato per scontato e compiuto. C’è un percorso di accompagnamento per essere ammessi nella fraternità e un percorso di crescita nella vita fraterna, così come c’è un percorso di formazione che riguarda i contenute e le metodologie della evangelizzazione e dell’iniziazione cristiana che ha una prima fase di fondamenti e una di formazione permanente e co-formazione. Percorsi che non sono accanto o altro dalla crescita nella fede e nella vita di fede che ogni battezzato è chiamato fare, ma che per il catechista hanno una caratterizzazione specifica legata al ministero che vive nella comunità. Anche qui vale il discorso della parte che contiene il Tutto: non si è cristiani a spicchi, evangelizzazione, liturgia, carità, impegno sociale, attività economica etc.; nessuna dimensione dell’esistenza cristiana può prescindere dalle altre. Sono, insieme, la sinfonia della nostra fede.

Ne deriva che il punto centrale, la vera fonte e il vero culmine di ogni “frammento” è la Celebrazione Eucaristica del Giorno del Signore, dove ogni frammento si rifonde nel Tutto e ne riesce completamente rinnovato. La comune partecipazione al banchetto eucaristico, nutrendoci tutti di un frammento del pane spezzato, è segno visibile di questa realtà ecclesiale-eucaristica.

Tornerò su questi temi e cercherò di svilupparli perchè diventino percorsi certi e condivisi.

Gesù Cristo come fondamento.

Gesù Cristo, morto e risorto, rende tale la fraternità dei cristiani, e perciò anche quella dell’evangelizzazione e dell’Iniziazione cristiana.

A fondare la fraternità cristiana è la fede che ci fa consapevoli di essere figli dell’unico Padre e perciò fratelli tra noi; la fede è anche il patto (l’alleanza) tra noi, e tra noi con Dio. Siamo figli in Gesù Cristo e perciò grazie a Lui e solo in Lui siamo fratelli. Ecco che, perchè la fratellanza sia viva, occorre una conoscenza viva e personale della Paternità di Dio e una permanenza viva in Cristo, frutto della grazia.

Sinteticamente offro alla vostra meditazione quanto è riportato nella regola della Comunità di Bose circa il vivere la fraternità. Sono prospettati quattro passaggi fondamentali per vivere la fraternità.

1. Occorre innanzitutto credere all’amore, secondo le parole del discepolo amato: «Noi abbiamo creduto all’amore”; (1Gv 4,16). È la cosa più importante, perché chi non crede all’amore non fa vita cristiana ed è fortemente minacciato nel suo cammino di umanizzazione.

2. Occorre, nella fraternità dei catechisti, decentrarsi, cioè trovare il centro non in se stessi ma nel Signore, e comunque non voler essere al centro, lasciando sempre Cristo al centro del nostro vivere. Ricordate la lezione che Gesù ha dato alla sua comunità: quando si domandavano chi dovesse stare al centro, Gesù ha messo al centro, in mezzo, un piccolo (cf. Mc 9,36).

3.Occorre dare accoglienza all’altro, decidendo di amarlo prima di conoscerlo. Il grande allenamento è decidere di amare l’altro prima di conoscerlo. E non valgono né simpatie, né antipatie, né affinità elettive, perché nulla può essere preposto all’amore di Cristo. Il fratello, la sorella, è un dono di Dio, non lo scegliamo ma dobbiamo accettarlo come dono, con il suo modo di stare, di vivere i rapporti, di essere altro, diverso:gli possiamo solo chiedere di vivere il Vangelo, come lui può chiederlo a noi.

4. Infine, occorre curvarsi sull’altro, per servirlo, per perdonarlo, perché prima o poi sarà malato, prima o poi sarà vecchio, prima o poi lo scopriremo peccatore, prima o poi verrà a trovarsi in una situazione di bisogno e ci chiederà di piegarci, di curvarci davanti a lui.

La Vergine Santa ci aiuti a “sintonizzarci” su queste riflessioni e soprattutto a viverle, innanzitutto per una pienezza di vita cristiana e conseguentemente per rendere rispondente a verità il ministero che svolgiamo nella comunità parrocchiale.

Cartellone




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