9/3/2013 ● Solitudini d'autore
Il populista
"Molti mi scrivono e mi telefonano, addirittura c’è chi mi ferma per strada,
chiedendomi: “Ma non le pare che Grillo, a parte il suo talento, sia di fatto
un populista?”
“Fermi tutti - rispondo – voi sapete che significato abbia
l’espressione populista?”
Il dizionario dice che populista è colui che intende migliorare la posizione
del popolo permettendogli di sfuggire alle violenze della classe dominante,
ai ricatti e allo sfruttamento. Quindi è un termine positivo completamente
opposto all’altro termine: demagogo. Forse coloro che con tanta
leggerezza usano la definizione di ‘populista’ per denigrare un oppositore,
dovrebbero ritornare sul dizionario e consultare il termine alla voce demagogo e
scoprirebbero che al contrario, quell’espressione, significa ‘colui che con
ipocrisia ben calcolata, cerca di sfruttare l’ingenuità di una popolazione per
trarne vantaggi indegni’.
Quindi, miei cari, avete sbagliato termine.
Ora, è buona norma quando si attribuisce un comportamento a qualcuno, specie
verso Grillo, conoscere il significato del termine che si usa.
Attenzione, questa mia non è una banale pedanteria lessicale, ma qualcosa che
impone una seria attenzione alla conoscenza del linguaggio.
Quindi è un valore che impone un atteggiamento molto serio, specie in un
confronto dialettico corretto.
Questa particolare attenzione vale soprattutto oggi, nel momento in cui
all’istante tutti i media, i partiti e soprattutto i soloni della politica,
quelli che a loro dire avevano capito tutto del nuovo movimento contestatario
fin dall’inizio, si trovano oggi completamente spiazzati col sedere a terra
immersi nella boagna della realtà. Costoro in coro o intonando da solisti la
loro sentenza, assicuravano si trattasse della solita sbruffonata senza alcuna
coerenza politica: “Li abbiamo già visti – sghignazzavano – gli exploit
de ‘l’uomo qualunque’ e i movimenti contestatari del ’68... nascere e con la
stessa velocità esplodere e poi sfasciarsi alla prima curva della realtà."
La ragione di quelle effimere meteore è senz’altro la dabbenaggine di una
generica protesta, priva di una minima analisi politica, arraffata piuttosto nel
solito calderone anarcoide alla cui testa si susseguono velleitari Lenin o i
soliti bordighisti, caricature di capopopolo, alla Cola di Rienzo e Masaniello,
che infatti finirono addirittura linciati dai propri sostenitori.
Quello che poi è accaduto alla fine di una campagna elettorale condotta da tutti
i partiti in modo a dir poco scellerato si è rivelato, per quanto riguarda i 5
Stelle, un successo fuori da ogni previsione.
Io stesso che l’ho vissuto da dentro il MoVimento sono rimasto completamente
sconvolto dal risultato finale.
Un evento di questa portata non si era mai verificato in tutta Europa. Non
comprenderlo ieri e oggi vuol dire essere completamente ottusi.
Purtroppo in politica abbiamo una massa di imbesuiti pieni di sé che credono di
risolvere la loro dabbenaggine con i trucchetti e le strizzatine d’occhi.
In questo momento stiamo assistendo ad una specie di danza dei tarlocchi
storditi. Dopo aver creato il caos ora non sanno che pesci pigliare e fingono
certezza e chiarezza di idee e di programma.
Fa bene Grillo a denunciare immediatamente come ha fatto in questi giorni, le
manovre giustamente definite "il mercato delle vacche" , orchestrate da parte di
alcuni esponenti del PD, che cercavano di coinvolgere persone del MoVimento 5
Stelle con l'intento di offrire loro cariche in un ipotetico prossimo governo.
Tentativo giustamente denunciato come il solito modo puttanesco di fare
politica. Per attuarlo però bisogna avere a disposizione persone disposte a
vendersi e il MoVimento a 5 Stelle, i suoi eletti, i suoi attivisti, i suoi
elettori, ahimè non sono in vendita. Questi manovratori centro-sinistri
insistono a muoversi fuori dalla storia e non se ne rendono conto. Mettetevi
bene in testa che questa, amici miei, non è la solita solfa da sala giochi di
lobby del potere e dell’intrallazzo, dove un bell’inciucio con tangente premia
la società dei furbacchioni. Questo che sta esplodendo davanti ai vostri occhi è
l’inizio di una rivoluzione! E come diceva una vecchia canzone: "Suonate le
trombe fate pernacchi stavolta non volano solo gli stracci ma si fracassa tutto
il papocchio e andiamo camminando insieme come una festa di nozze , il primo che
sfalsa vola di sotto". Ma non finisce qui.
Ecco che all'istante i nostri gattopardi indelebili cercano di inventarsi una'
altra pantomima, nuova di zecca, così vanno piagnucolando:"Come possiamo
risolvere? Noi, è vero abbiamo usato qualche trucco per anni, rimanendo inattivi
e silenti e tenendo nascosto nel cassetto le proposte fondamentali tipo il
conflitto di interessi, la riduzione dei parlamentari, il problema degli aerei
da bombardamento e strage che oltretutto ci costano miliardi, pur di difendere
fino alla morte i nostri privilegi prebende e le paghe da nababbi". Ma ora,
lacrimando, i pentiti ci dicono: "Oggi stiamo dimostrando di aver capito il
nostro errore e siamo qui proni e inginocchiati disposti a fornire una alleanza
attraverso la quale portare a termine finalmente i programmi che voi stessi
sceglierete come essenziali."
Fermi lì! Attenti che la manfrina del gatto e la volpe la conosciamo già da
tempo. Non vorremmo che come noi abbocchiamo alla proposta ecco che voi
cominciate le omelie del: "Purtroppo ci sono le regole da rispettare, la
democrazia si sa è insidiosa, ci vuole tempo, bisogna accettare modifiche,
rimandare"...danzare offrendo le natiche comode al capo danza di governo.
Il tempo passa e naturalmente ci troveremo da capo beffati e cornuti. Mi
dispiace per voi cari maestri dello sberleffo ma stavolta la danza è un'altra, è
cambiata l'orchestra, i musici e anche i ballerini e non è più il tango col
casquè ma un Rock. (grammelot cantato)
Col lancio in aria di chi fa il furbo e ci allunga troppo le mani sul culo."
(grammelot cantato)
Dario Fo | Poco prima della rivoluzione | www.beppegrillo.it