1/3/2013 ● Scuola
Università, risorse accessorie tagliate, diritto allo studio compromesso
Nella mattinata di giovedì 28 febbraio, Elio Rucci del Centro nazionale FLC
CGIL, insieme ad una delegazione sindacale, hanno incontrato il Direttore
Generale e la Dirigenza dell’Ateneo molisano per affrontare un’annosa questione
che sta interessando tutte le Università italiane: la determinazione del Fondo
Trattamento Accessorio. Il Ministero dell’economia, vuole procedere ad una
riduzione di questa componente importante della retribuzione. Il tutto mentre
uno degli ultimi atti annunciati dal Governo Monti è il blocco ulteriore dei
contratti e degli stipendi dei lavoratori pubblici anche per il 2014. I tagli
all’Università (dal 2008, - 1,5 miliardi), la riduzione di tutte le voci di
funzionamento ordinario, il blocco dei contratti e l’azzeramento delle risorse
per il diritto allo studio (-90%), continuano a peggiorare quotidianamente le
condizioni di lavoro. Ora, con questa operazione, si vorrebbe scippare una parte
consistente del salario accessorio.
Dopo l’incontro con l’Amministrazione si è tenuta una numerosa assemblea
sindacale convocata dalla RSU di Ateneo insieme a tutte le sigle sindacali
presenti nell’Università.
Va ricordato che per il Personale Tecnico Amministrativo dell’Università il
Fondo per la produttività individuale e collettiva ha sempre costituito
un’integrazione sostanziale a stipendi tra i più poveri del settore pubblico, di
poco superiori ai 1.000 euro. L’integrazione stipendiale derivante dalle
contrattazioni decentrate è stata realizzata anche grazie agli impegni economici
assunti dai Consigli di Amministrazione dell’Ateneo, che hanno investito sulle
potenzialità e sulla professionalità del personale.
In questo periodo la possibilità di contrattare il fondo trattamento accessorio,
viene minata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, il quale vorrebbe
operare drastiche riduzioni anche sulle risorse utilizzate a partire dal 2004.
Ciò determinerebbe la paralisi dell’università, perché, per effetto dei recuperi
sul pregresso, non sarebbero retribuite la stragrande maggioranza delle attività
che consentono di far andare avanti l’ateneo.
Con pretestuose storture provocate delle direttive 16 e 25 del 2012 e con
esasperati tecnicismi, si vogliono limitare le possibilità per gli atenei di
investire sulle politiche del personale e ancor più si vuole raggiungere
l’obiettivo di neutralizzare l’azione sindacale svuotando, dopo averlo fatto nei
contenuti, anche economicamente le contrattazioni decentrate.
Altri atenei hanno intrapreso forti azioni di protesta arrivando, come nel caso
dell’Università di Ferrara, a proclamare due ore di sciopero. Nel corso
dell’assemblea del 28 febbraio è emersa la volontà comune di bloccare questo
disegno con azioni di mobilitazione e di protesta per contrastare la riduzione
del Fondo di Trattamento Accessorio.