15/2/2013 ● Scuola
Università del Molise: la politica batta un colpo!
Le prossime scadenze elettorali imporrebbero un ampio dibattito sul ruolo e
sui destini della formazione universitaria in Molise e sulle modalità attraverso
le quali organizzarne l’offerta formativa e le relazioni sia con il sistema
d’istruzione sia con quello produttivo. La regione Molise e l’Università, in
questi anni sono apparse istituzioni autoreferenziali, quasi dei corpi separati
dal contesto regionale. E’ ora di invertire questa tendenza. Stiamo parlando di
un migliaio di persone che, a vario titolo, lavorano all’Università del Molise e
di quasi 9000 studenti in formazione.
La crisi generale del sistema universitario coinvolge diversi aspetti. Per la
prima volta si registra un deciso calo delle immatricolazioni che documentano il
fatto che famiglie italiane si impoveriscono e non vedono più nel sistema
universitario una garanzia per il futuro; persiste la riduzione del
finanziamento pubblico e dei Fondi di Finanziamento Ordinario; il blocco del
turn over continua ad impoverire il sistema; esistono incertezze, anche
normative, che non garantiscono l’autonomia universitaria; non si danno risposte
ai precari ed al personale non contrattualizzato; occorre trovare soluzioni per
garantire agli studenti il diritto allo studio.
Non ci sembra che questi temi siano oggetto della campagna elettorale. Parlare
di futuro ai giovani significa avere idee per una programmazione seria delle
politiche della formazione e della conoscenza che sappiano dare una risposta
vera anche alle domande che provengono dal territorio.
La FLC CGIL Molise ha più volte insistito sulla laicità del sistema
dell’Università e della Ricerca pubblica, sulle sue funzioni culturali e
sociali, capaci di rappresentare un elemento virtuoso per la crescita del nostro
territorio. Per questo occorre realizzare un grande patto sociale e solidale tra
i diversi attori della comunità politica ed accademica. Occorre uno stanziamento
straordinario pubblico al sistema dell’Università; rivedere l’impianto
complessivo della legge 240/2010 per recuperare gli spazi di autogoverno e
democrazia negli atenei; fare pressioni verso le istituzioni affinché si
avviino, con il nuovo governo, i rinnovi dei contratti di categoria fermi al
2008/2009; superare le imposizioni del MEF relative al blocco delle risorse per
il fondo trattamento accessorio; rifinanziare il fondo nazionale del Diritto
allo Studio e mettere fine al meccanismo perverso di prestito ed indebitamento
degli studenti che hanno diritto a servizi efficienti ed esigibili.
L’elezione del nuovo rettore rappresenta, anche, l’occasione per riflettere sul
ruolo che l’Università del Molise deve avere nel territorio. Pur riconoscendo
all’attuale Magnifico meriti per decisioni,non sempre da noi condivise, che
hanno portato il nostro Ateneo a raggiungere, nei tempi d’oro, egregi risultati,
va detto che le scelte di un’università generalista, con quasi tutte le facoltà
e con sedi distribuite nel territorio, vanno ripensate. Appare evidente che non
hanno rappresentato un volano per lo sviluppo della nostra regione. Le risorse
spese non hanno avuto una ricaduta positiva per la crescita culturale ma anche
economica del nostro territorio. Il sistema dell’offerta formativa per una
regione come la nostra, va rivisto anche alla luce della razionalizzazione delle
risorse. Le relazioni e le intese devono essere funzionali a progetti condivisi
capaci di leggere le esigenze territoriali e di organizzare un sistema formativo
in grado di interagire con esso per contribuire alla crescita complessiva. I
fondi destinati al Progetto “Conoscere per Competere”, ad esempio, devono essere
fondi reali ed esigibili e non risorse palliative per superare questo momento di
crisi. Occorrono politiche lungimiranti per la qualificazione ed il rilancio
della nostra piccola Università. Altrimenti i numeri piccoli ci condanneranno ad
un lento ma inevitabile declino.
La FLC CGIL Molise è pronta a discutere le linee guida di un cambiamento di
passo, anche con il piano per il lavoro nel quale la conoscenza, la ricerca,
l’istruzione dovranno rappresentare l’elemento propulsore per lo sviluppo e la
crescita della nostra regione. La politica dica la sua.