2/2/2013 ● Solitudini d'autore
Il dialogo
Cari italiani e care, troppo care, italiane, questa sera, staseralmente,
voglio fare un discorso alla nazione: il discorso di inizio anno. Da più parti
mi è stato spessatamente chiesto: “come mai vuoi fare un discorso alla
nazione?”.
Ho risposto appuntamente: “fatti i cazzi toi!”(…).
La storia mi chiama e io rispondo: presente.
Innanzituttamente: basta con lo scontro.
Basta con la lotta all'avversario.
Il paese ha bisogno di una fase nuova, di pacificazione tra gli opposti.
Intalsensamente ho già pronti i nuovi slogan.
Basta con la lotta tra maggioranza e opposizione.
Basta con la lotta tra laici e cattolici.
Basta con la lotta all'evasione fiscale.
Basta con la lotta alla povertà.
Basta con la lotta alla criminalità. quando dico basta è basta!
Siamo in una fase nuova.
Non serve la lotta ma il dialogo. E non solo tra forze politiche.
Serve il dialogo anchemente tra istituzioni e cittadini, tra amministrati e
amministratori, tra rapiti e rapitori, tra truffati e truffatori, tra
'ndrangheta e camorra, tra assassini e assassinati... tra cornuti e figghji i
buttana: dialogo!
La parola d'ordine è dialogo!
Scusabilmente scusatemi. Mi sono fatto prendere la mano.
Dovevo dire quelle quattro puttanate. Adesso va di moda fare i buoni, tanto la
gente crede a tutte le cazzate che gli dici.
Tu mi voti, ti trovo un lavoro e ti sistemo.
Tu non mi voti, 'n tu culu a te e tutta 'a famigghia!
Mi hanno chiesto, se vengo eletto, cosa farò per i poveri e i bisognosi... 'na
beata minchia!
Dal discorso dell'On. Cetto Laqualunque (Antonio Albanese)