30/1/2013 ● Politica
Conferenza permanente Sanità, parere negativo su Piano commissariale
Si è riunita ieri, presso la sede dell'Assessorato alla Sanità, la Conferenza
permanente per la Programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, chiamata
ad esprimere il proprio parere sul Progetto di Piano sanitario elaborato dal
Commissario ad acta Basso.
La Conferenza, che vede tra i suoi componenti esponenti delle Istituzioni
provinciali e del mondo del volontariato, ha avuto modo di visionare il Piano
sanitario elaborato ed ha raccolto i vari contributi provenienti dalle
Istituzioni e dagli attori operanti sul territorio che hanno evidenziato alcune
problematiche nella programmazione dei servizi di politica sanitaria prevista
dal documento.
Nel corso della riunione, i componenti hanno avuto modo di confrontarsi e
dibattere sull'assetto di base del Piano presentato e sui chiarimenti richiesti
a Commissario e Sub commissario rispetto ad alcune scelte. La Conferenza, al
termine dell'esame e della discussione, ha deciso di esprimere parere negativo
sul documento stesso.
«Ho ritenuto di fondamentale importanza - ha dichiarato l'Assessore regionale
alla Sanità, Filoteo Di Sandro - rappresentare, anche in seno alla Conferenza
permanente, una netta posizione di contrarietà rispetto alla "Bozza Basso" che,
di fatto, sferra un colpo mortale alla sanità pubblica regionale. Le linee
programmatiche indicate nel documento non sono, infatti, adeguate a fornire una
risposta efficace ed efficiente alle esigenze di assistenza del nostro
territorio regionale, anzi rischiano di compromettere la corretta erogazione dei
livelli essenziali di assistenza. Tra gli elementi di maggiore criticità ritengo
si possano, infatti, annoverare: la definizione della Rete ospedaliera basata su
un taglio cospicuo di posti letto realizzato prevalentemente presso le strutture
pubbliche; il depotenziamento dei Presidii ospedalieri "Cardarelli" di
Campobasso e "San Timoteo" di Termoli; lo svuotamento dei Presidi ospedalieri di
Venafro e di Larino con la relativa perdita del patrimonio di professionalità e
specializzazione rispetto ad alcune discipline; la sostanziale riduzione del
presidio ospedaliero di Agnone che lascia l'area dell'alto Molise priva di una
efficace assistenza; una "Rete dell'Emergenza-Urgenza" che pone al centro
dell'organizzazione l'utilizzo dell'elisoccorso non evidenziando, invece,
l'organizzazione sul territorio di interventi efficaci per far fronte ad
emergenze come quelle dell'infarto e dell'ictus; una drastica riduzione delle
sedi di Guardia medica con conseguente penalizzazione delle aree marginali;
interventi di edilizia sanitaria che risultano sproporzionati ed anacronistici,
si veda, ad esempio, la costruzione del nuovo ospedale di Agnone».
«Ma questi - ha evidenziato ancora Di Sandro - sono solo quelli più importanti e
macroscopici. In seno alla Conferenza, ho ritenuto, infatti, di dover anche
porre maggiore attenzione alla metodologia operativa del Commissario che,
ignorando completamente il dovere di leale collaborazione e di condivisione
delle scelte di programmazione regionale, ha redatto il Progetto di Piano senza
fornire informazioni né al Presidente della Regione, né all'Assessore alla
Sanità, né al Consiglio regionale. Alla luce di queste oggettive e palesi
difficoltà e problematiche ho chiesto, alla Conferenza, non solo di fornire un
parere negativo rispetto al documento presentato ,ma di voler anche intercedere
presso i Ministeri affiancanti affinché non si proceda all'approvazione della
bozza trasmessa dal Commissario Basso in quelle sedi romane».
«È necessario - ha concluso l'Assessore - elaborare un nuovo Piano che sia
effettivamente disegnato sulla base delle esigenze di assistenza regionale e che
sia, al tempo stesso, sostenibile sotto il profilo finanziario. Non si può
pensare, inoltre, di prescindere dalla condivisione di un atto di programmazione
tanto importante con gli Organi istituzionali regionali, nonostante il
Commissariamento, perché questi ultimi sono rappresentativi di un territorio e
di specifiche necessità che non possono essere ignorate solo in ragione di
calcoli matematici effettuati nel chiuso di una stanza da tecnici romani».