13/10/2012 ● Cultura
Orgoglio molisano
Internauti visitatrici e visitatori di Fuoriporta buongiorno.
Una riflessione con domanda. Qualche settimana fa mi sono recato in un
“attendamento” della bassa modenese colpita dal sisma di maggio. Si tratta più
in dettaglio di un campo formato da tende e moduli per servizi ristoro e
igienici, in cui vivevano alcune decine di persone italiane e di provenienza
estera (il numero esatto mi sfugge) con abitazione inagibile, che non erano
riusciti a trovare diversa sistemazione (parenti, amici, case in affitto e
altro). Con piacevole stupore, nonostante la drammaticità della situazione, ho
letto o sui moduli/containers e su alcuni automezzi “PROTEZIONE CIVILE MOLISE”.
Incuriosito sono entrato nel tendone ristorante e tempo libero(si fa per dire),
nella speranza, di incrociare, non si sa mai, qualche volto conosciuto. C’era un
gruppo nutrito di ragazzi e persone più anziane, facilmente riconoscibili dalle
magliette simili, della protezione civile molisana. Mi sono fermato a parlare,
in particolare con un ragazzo di 24 anni residente a Santa Croce di Magliano;
tra le altre cose che per brevità non riporto mi ha detto che da alcuni anni è
impegnato nella protezione civile ed ha operato in diversi posti dell’Italia.
Adesso però si è innamorato (va bene anche con due “m”) di una ragazza di
Medolla e si sta cercando un lavoro sul territorio emiliano, in quanto in Molise
le condizioni economiche sono più difficili e altro. Il ragazzo, coda, barba ed
espressione convinta, un po’ da anni ’70, era molto propositivo, esaltava
l’esperienza fatta nella protezione civile e sottolineava le centinaia di
relazioni umane e sociali in cui si era imbattuto. Questo, rimarcava, l’aveva
arricchito molto sotto ogni profilo. Che bello! Mi sono sentito ancor più
orgoglioso, come i vecchi emigrati oltre oceano dei primi anni del novecento, di
essere molisano. Finalmente!! Questa volta la nostra regione non era sinonimo di
assistenzialismo, di vite basate su arretrati di pensioni dei nonni, di lavoro
ottenuto per clientelismo, di politica fatta per convenienza, di incapacità e
mancata vocazione imprenditoriale ecc..; eravamo li a coordinare e assistere un
campo, diciamo di sfortunati, e facevamo questo lavoro, vi assicuro molto
difficile e complesso (problemi di sicurezza, furti, prevaricazioni e altro) con
grande professionalità e per questo riconosciuto e apprezzato da tutta la
popolazione (anche non attendata).
Una delusione però. Ho provato a chiedere se tra i volontari ci fosse qualcuno
del basso Molise, ed ho esplicitamente chiesto di Guglionesi, di Termoli, di
Campomarino, di Portocannone; la risposta è stata NO. C’erano 1-2 volontari di
Montenero, ma il resto degli operatori veniva dai paesi vicini a Campobasso.
DOMANDA/RIFLESSIONE: come mai questa voglia di volontariato non attecchisce nel
basso Molise ? che problemi ci sono ? chi deve promuoverla ? con quali mezzi ?
Sia chiaro non entro nella vicenda comunale Ambrosiano, ma l’interrogativo è più
generale e riguarda sinteticamente la propensione del basso Molise al
volontariato componente fondamentale nelle società moderne soprattutto in tempi
di crisi.
Bohh, forse mi sfuggono alcune cose non vivendo in Molise. Forse alcuni gruppi
di volontari (mi riferisco alla PROTEZIONE CIVILE) si stanno costituendo o sono
già operativi, mi scuso per l’ignoranza. Mi piacerebbe però che si aprisse un
minimo di confronto su questi temi o qualcuno, se può e se vuole mi spieghi come
stanno le cose (accetto consigli e chiarimenti).
Saluti Pierino Raspa
**OSSERVAZIONE: in questo periodo gli interventi sul blog sono un po’ fiacchi
come mai ??