12/10/2012 ● Cultura
La Bellezza per l'abate Adam
"Io desidero che la Tua icona, Madre di Dio, si rifletta continuamente
nello specchio dell’anima e la conservi pura sino alla fine dei secoli, rialzi
coloro che sono curvi verso terra e doni la speranza a coloro che considerano e
imitano l’eterno modello della bellezza."
La citazione è di Dionigi Areopagita, mistico vissuto nel V secolo.
Intorno alla seconda metà del secolo XI, durante l’amministrazione dell’abate Adam - il III con tale nome sul Codice
diplomatico del monastero di S. Maria delle isole Tremiti - il patrimonio benedettino del cenobio tremitense si
estendeva dal Gargano fino a risalire il territorio teatino. Anche le saline di
Siponto furono annesse al territorio abbaziale nell’anno 1063, allorché
l’arcivescovo di Siponto Gerardo cedette all’abate Adam di Tremiti la terza
parte di una salina in cambio di una tunica e di un’icona “super aurata ubi
sculpta est imago sanctae Dei genitricis Mariae”.
Alcuni studiosi indicano l’icona della Madonna con Bambino offerta, al vescovo
Gerardo, dall’abate Adam di Tremiti (oggi venerabile santo Patrono di Guglionesi?) nell’opera antica che recentemente è stata restaurata e il 31 maggio del
2011 restituita alla venerazione del culto mariano nel territorio di Manfredonia.
In base alle testimonianze dei documenti storici e alle valutazione degli
studiosi, nell’icona di Siponto l’abate Adam testimonia tutta la sua dedizione
benedettina alla Vergine Maria, devozione per la Bellezza riflessa in un
capolavoro d’arte giunto ai nostri giorni.
L’arte, dunque, come sapienza e come patrimonio di ricchezza non solo
spirituale: la cultura – nell’insegnamento dell’abate Adam – è fonte nonché modello
per la ragionevolezza della “bellezza di amministrare”.
Buon Sant’Adamo d’ottobre (1496-2012)
L'icona della Madonna di Siponto.