11/4/2002 ● Cultura
Una cripta il suo Patrono
["Made in Molise" n. 5, Luigi Sorella] - Nel panorama architettonico della regione è conosciuta come la “cripta di Sant’Adamo”, ma è forse opportuno definirla come la “cripta di Santa Maria Maggiore” per la sua localizzazione nell’omonima chiesa parrocchiale di Guglionesi. I recenti restauri hanno riconsegnato la veste più elegante della cripta, pronta per essere ammirata da quanti decidano di visitarla con la lente del viaggiatore curioso o dell’esperto studioso.
I documenti conservati non rivelano il mistero che avvolge la data della prima pietra. Gli studiosi appassionati al dibattito della datazione riferiscono della
tradizione locale che vuole la chiesa e l’annessa cripta costruite o ricostruite
da Roberto il Guiscardo per un voto alla Madonna. Siamo intorno all’XI secolo e
ancora una volta un audace cavaliere lascia memoria di sé in uno dei gioielli
dell’arte sacra molisana.
Sembra incredibile che un “luogo di Dio” possa
costruirsi in segno di devozione per una battaglia vinta, eppure non pochi
monumenti, di centri grandi come di quelli piccoli, sono testimonianze di sfide
memorabili. La storiografia ricorda le dure battaglie contro i pirati saraceni,
usurpatori assidui delle nostre coste, che nel tempo hanno costretto i centri
abitati a fortificarsi e a difendersi. Talvolta alla miglior difesa si preferiva
l’attacco e l’agguato, soprattutto quando eroici cavalieri della cristianità si
"armavano" di tanta buona fede. Con una croce nello stendardo le sfide
divenivano “battaglie della giustizia”, costringendo gli eroi ad una sorta di
ordalìa.
Le gesta dei cavalieri poi si tramandano nella tradizione orale di ogni popolo
per diventare, con le opportune sfumature, leggende eroiche, le quali nel Molise
spesso si fondono con l’intensa attività dei monaci benedettini, instancabili e
pazienti operatori nella civiltà medioevale. Così la strana concomitanza del
periodo in questione con la presenza nel borgo dell’abate Adamo (990/1060-1070)
lascia il devoto immaginare che un qualche ruolo nella costruzione o nella
ricostruzione della chiesa medioevale fu svolto dal benedettino, magari come
sostenitore, come ispiratore o solo come intercessore spirituale del leggendario
cavaliere. Non a caso le prime notizie sulla cripta sono legate proprio alla
figura dell’abate. In un manoscritto del XVII secolo, rinvenuto nella biblioteca
di una nobile famiglia napoletana, si narra la traslazione delle reliquie del
Ppatrono di Guglionesi, alla morte sepolto nella scomparsa chiesa di San Paolo,
in agro di Petacciato. Il tre giugno dell’anno 1102 le spoglie dell’abate furono
trafugate dalla chiesa di San Paolo ad opera di un gruppo di guglionesani e
deposte nella cripta di Santa Maria Maggiore. Da quel giorno il santo è nelle
preghiere della sua gente.
[Il testo integrale si può leggere sulla rivista "Made in Molise" n.5]