22/9/2012 ● Scuola
Chi garantisce il diritto all'istruzione e chi sospende un servizi pubblico
Il sindaco di Campobasso ha firmato l’ordinanza di apertura delle scuole per
il prossimo 24 settembre. Si pone fine ad una vicenda che ha del paradossale.
Gli alunni di Campobasso hanno perso ben 11 giorni di scuola per ritrovarsi
esattamente nelle stesse condizioni dell’11 di settembre. Il risultato è un
impegno di finanziamenti di 800.000 euro da parte del presidente della giunta
regionale. Non si parla più di certificazioni, di proroghe, di mettere in
sicurezza gli edifici prima di riaprirli. Tutto è passato in secondo piano.
E’ il risultato di una brutta vicenda che dovrebbe far riflettere sulle
approssimazioni e sul pressappochismo con i quali si affrontano i problemi della
scuola pubblica molisana. Suggeriamo di dare un’occhiata anche agli edifici che
ospitano le scuole private.
Chi restituirà il tempo scuola perso? Chi risponderà del diritto all’istruzione
ridotto a polemiche da bar dello sport? Chi garantirà che, finalmente, le cose
sono cambiate e dunque, una nuova era comincerà? Domande retoriche in un
contesto nel quale la responsabilità è sempre di qualcun altro.
Intanto i problemi restano, le risorse stanziate rappresentano una goccia
d’acqua che non produrrà, anche se fossero spese in tempi rapidissimi, risultati
significativi sul piano della sicurezza degli edifici scolastici. Tanto rumore
per nulla, verrebbe da dire. A rimetterci sono stati: gli studenti di Campobasso
che si sono visti ridotti i giorni di scuola; le famiglie che hanno dovuto
riorganizzare il loro tempo in funzione delle scuole chiuse; la collettività per
il significato ed il valore attribuiti all’istruzione pubblica.
Al Don Giulio Testa di Venafro il dirigente scolastico, con un avviso pubblico,
sta chiedendo ai genitori dei bambini della scuola dell’infanzia e primaria, di
portare rotoli di carta, sapone, carta igienica, asciugamani e tutto ciò che
serve per la pulizia e per “l’espletamento dei bisogni fisiologici”. Eppure, la
Costituzione garantisce il diritto all’istruzione pubblica e gratuita nella
scuola di base!
Si tratta di segnali preoccupanti che impongono un cambio di rotta. L’istruzione
non può essere trattata come la cenerentola nei programmi, nelle scelte e nelle
azioni politiche. Essa rappresenta, lo dicono tutti gli istituti di ricerca, il
volano della crescita economica oltre che sociale e culturale di una realtà
territoriale. Occorre maggior rispetto ed attenzione. Non abbiamo bisogno di
iniziative estemporanee che guadagnano le prime pagine dei giornali, ma di
azioni quotidiane e concrete che testimoniano l’impegno a garantire una scuola
pubblica di qualità con risorse certe, organici adeguati, tempo scuola disteso
ed edifici a norma.
Il personale scolastico, tra mille difficoltà, fa il proprio dovere, ci
aspettiamo che la politica faccia altrettanto.