24/8/2012 ● Eventi
Don Nicola Mattia, messaggio alla comunità di San Martino: "come il cambio dei buoi..."
Don Nicola, al termine della partecipata Celebrazione Eucaristica che ha
visto mons. De Luca affidargli la guida della comunità parrocchiale di San
Pietro Apostolo, ha voluto esprimere parole di affetto e speranza per tutti i
convenuti e l'intera cittadinanza sanmartinese. Il suo messaggio è qui
riportato:
"Mi piace pensare all’avvicendamento dei parroci con un’immagine cara a noi,
gente di San Martino. Mi piace pensare al cambio del parroco come al cambio dei
buoi nella corsa dei carri in onore di san Leo: il cambio si fà affinchè la gara
non perda vigore e la vittoria possa essere più sicura mentre, come ci esorta
sant’Ignazio di Antiochia: “Corriamo tutti, come ad un unico tempio di Dio, ad
un unico altare, all’unico Gesù Cristo”.
Preghiamo e speriamo che il nostro Vescovo, pensando a me in questo servizio
pastorale, assistito dallo Spirito Santo, abbia scelto bene “U tmon d’ ancopp o
d’ammond”; abbia “Capat u parecch just” (spero di aver pronunciato bene).
Non ho programmi da presentare, per questo, dopo aver ringraziato tutti per
l’accoglienza che mi state riservando, voglio darvi testimonianza della bellezza
della vita sacerdotale che vivo. Sì, è vero, come dice il salmo 16: “per me la
sorte è caduta in luoghi deliziosi” e tra questi luoghi deliziosi, da oggi, per
me, c’ è senza dubbio S. Martino in Pensiliis.
Prendo ora in prestito alcune parole dell’inno della Carrese di san Leo che così
recita: “Voglio farmi la Croce nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo, per non sbagliarmi nel mio ragionamento”.
La fede dei nostri padri è ricca e sicura e ci parla di un Dio ragionevole per
l’uomo, come ripete spesso Benedetto XVI, e che rende l’uomo capace di ragione.
Che grande grazia e che grande fiducia ci dona Dio facendoci capaci di ragione!
Con l’aiuto di Dio che non mi fa sbagliare nel mio ragionamento, per darvi
testimonianza dell’amore di Cristo per me, credo di poter affermare che, se
questa mia vita fosse un’opera d’arte figurata, sarebbe certamente una tela di
Mario Schifano: nelle sue opere sovente i colori dall’alto colano
abbondantemente, in forma molto materica, verso il basso e lasciano tracce
spesse di colore. Così, certo è cosi che Gesù è presente nella mia esperienza di
vita quotidiana come un segno molto materico e che lascia una gioiosa traccia
del suo amore che sempre colora la mia vita. C’è un altro tratto di
quest’artista che mi sorprende e mi porta a lodare Dio: a Mario Schifano quasi
mai la tela è sufficiente per realizzare le sue opere e così il colore si stende
ai bordi della tela e talvolta straripa nella cornice. Così, proprio così è
l’azione di Cristo in me; va sempre oltre. La mia vita non è mai sufficiente per
accogliere le meraviglie del suo amore. Come scrive s. Giovanni nel suo vangelo:
“Se le cose che Gesù fa dovessero essere scritte una per una, penso che il mondo
stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere” (cfr Gv
21, 24).
Se questa mia vita fosse un’opera d’arte musicale, allora potrebbe essere la
“Musica per i fuochi sull’acqua” di Georg Friederich Handel perché in essa la
genialità dell’autore riesce a fondere il rumore dei fuochi d’artificio con il
suono meraviglioso degli strumenti in un’ unica armonia. Cristo Gesù, l’”autore
e perfezionatore della nostra fede” (cfr Eb 12,1), ogni giorno fa lo stesso con
la mia vita: prende il suono frastornante del mio limite, del
mio peccato, delle mie rigidità e lo coniuga con l’armonia che sgorga dalla
musicalità del suo Vangelo. Ed è festa!
Penso che il dono grande dell’amicizia soprattutto presbiterale, ma anche con
tanti fratelli e sorelle laici con i quali insieme camminiamo verso la santità,
sia ben espressa nel Bolero di Ravel: in quest’opera, mentre il tamburo militare
dà il passo, il flauto traverso dà il timbro iniziale e riesce a muovere non
solo i piedi, ma tutto il corpo in un movimento che, pian pian che la musica
cresce in timbrica, diventa danza. E’cosi che agisce lo Spirito.
In quest’opera le note sono sempre le stesse, ma l’aggiunta di strumenti e
l’alzarsi del timbro musicale coinvolgono l’ascoltatore in tutte il suo essere
fino a lasciarlo senza fiato!
Così, per amore di Cristo, è la vita di ogni cristiano, ogni giorno si
arricchisce di nuovi volti, come il Bolero di nuovi strumenti.
Così è la vita del cristiano! Ogni giorno sale di nota e mai s’interrompe
l’armonia e, anche se le note, come nel quotidiano, sono sempre le stesse,
Cristo, come grande direttore d’orchestra, riesce a rendere sempre più
affascinante la musica del nostro quotidiano e “trasforma ogni lamento in
danza”. Torno a questuare alcuni concetti dalla Carrese del nostro amato san
Leo: “Voglio farmi una veste da pellegrino e voglio andare dove spunta il sole”.
Il Vangelo, nella Chiesa, ci testimonia che Cristo è il sole che sorge e nel
pellegrinare della mia vita, mi ha portato qui, pellegrino, per incontrarlo come
i discepoli a Emmaus nello spezzare con voi e per voi, con le mie mani, ma con
la forza di Dio, come dice s. Bernardo, il pane fragrante della Parola e dell’
Eucarestia.
San Leo è diventato santo alla scuola di san Benedetto, vivendo quotidianamente
e senza eclatanze la Regola che il Patriarca d’Occidente ha redatto per i suoi
monaci e che ancora oggi è una chiave di lettura per la comprensione dell’Europa
e per non brancolare nel buio in questi tempi di crisi. Il cuore della Regola di
san Benedetto recita per due volte: “Nulla assolutamente anteporre all’amore di
Cristo”. San Leo, nostro patrono, interceda per noi, affinché alla scuola della
sua santità, anche nella nostra comunità di san Martino, nulla mai si anteponga
all’amore di Cristo".
Ufficio Stampa Diocesano