3/8/2012 ● Cultura
"San Basso, la storia del Patrono", a cura di Giuseppe Mammarella
Sulla figura storica di San Basso, Patrono principale di Termoli e, insieme a
San Pardo, anche dell’attuale realtà diocesana di Termoli-Larino, la
documentazione esistente è scarsissima e con pochissimi ragguagli diretti e
immediati.
Gli unici elementi che consentono di sapere qualcosa, sono costituiti dalle
quattro iscrizioni ritrovate nel momento in cui i resti mortali del Santo
tornarono alla luce il 1° gennaio del 1761. Da esse, oltre al nudo nome,
emergono con chiarezza solo due dati e cioè che il Patrono di Termoli era un
Vescovo e un Martire; sul suo conto nient’altro di certo, o almeno probabile. A
questi dati vanno ad aggiungersi altri emersi dagli esami compiuti in seguito
alla ricognizione delle reliquie del 2001 che, se da una parte offrono preziose
informazioni, dall’altra pongono un altro interrogativo: come mai non sono
emerse tracce evidenti legate al martirio?
È doveroso sottolineare che l’approfondito studio antropologico eseguito in
quell’occasione produsse risultati molto interessanti. Consentì, infatti, di
stabilire, tra l’altro, trattarsi di una persona di statura antropologicamente
definibile “alta”, particolarmente robusta, ovviamente di sesso maschile, che
venne a morte ad un’età compresa tra i 40 ed i 45 anni circa, presumibilmente
tra il IV ed il V secolo.
Il sacro deposito, quando giunse a Termoli, forse intorno all’anno Mille, fu
occultato in un luogo sotterraneo della cattedrale per preservarlo da eventuali
furti, allora molto frequenti, proprio come avvenne successivamente, nel 1239,
anche per i preziosi avanzi di San Timoteo, nascosti con cura nella parte
opposta.
Prima di andare oltre, è doveroso unire agli elementi descritti altri due
antichi documenti riguardanti il Santo. Si tratta della statua in pietra
scolpita sul portale della cattedrale termolese, la cui costruzione, nella forma
presente, è da fissare tra il XII ed il XIII secolo, e la scultura lignea
quattrocentesca, entrambe raffiguranti San Basso con le insegne episcopali.
Quasi tutti coloro che, in loco, si sono interessati del Santo fino agli anni
Settanta del secolo scorso, ritengono che il Patrono di Termoli sia stato il
Vescovo di Nizza martirizzato nel 250 circa, così come voleva la tradizione
popolare. Questa memoria, con ogni probabilità, nasce da una notizia riportata
al 5 dicembre dal Martirologio romano, redatto negli anni Ottanta del XVI
secolo. Noti studiosi recenti, però, assecondati dalla revisione critica
dell’agiografia di questi ultimi decenni, ritengono di non poter accettare
l’attribuzione a San Basso dell’episcopato di Nizza. A complicare non poco,
questa delicata questione, s’inserisce prepotentemente anche la vicenda della
cittadina marchigiana di Cupra Marittima, che si onora di avere tra le proprie
mura il corpo di un San Basso, anch’esso ritenuto, da quegli abitanti, Vescovo e
Martire di Nizza. A tal proposito, c’è da tener presente che in diversi centri
del litorale adriatico, un Santo con tale nome gode di un culto particolare.
Anche a Lucera è venerato un San Basso. Fonti locali, ritenendolo fondatore
della diocesi lucerina addirittura nel I secolo, credono che il suo corpo sia
stato trasportato, intorno alla metà del IX secolo a Termoli, con le medesime
modalità con cui furono portate a Larino le spoglie mortali di San Pardo.
Eminenti Storici contemporanei che si sono occupati della materia, però,
escludono la presenza di un Vescovo di nome Basso, come quella di Pardo ed
altri, dalla lista episcopale della città dauna. Il presunto Vescovo Basso di
Lucera, sarebbe stato martirizzato nell’anno 112, sepolto nella città dauna e da
qui trafugato dai termolesi, per rivalsa contro i lesinesi ed i lucerini che
avevano asportato da Larino, subito dopo l’anno 840, i resti mortali dei due
Martiri Larinesi Primiano e Firmiano e con le stesse modalità con cui i larinesi
si impadronirono a Lucera del corpo di San Pardo.
Tali dubbi non hanno mai ostacolato a Termoli la devozione sincera e profonda
verso San Basso, che risale a tempi immemorabili. Tra i ricordi più suggestivi
che perdurano tenacemente, un posto di rilievo è rappresentato da una delle più
eleganti costruzioni sacre del Molise: la sua cattedrale, un autentico gioiello
d’arte.
[Giuseppe Mammarella]