30/7/2012 ● Cultura
"Cercando le cose di lassù", la presentazione di don Nicola Mattia
Nell’introduzione al suo libro: “Lo Spirituale nell’arte”, V. Kandinsky
scrive: “ Illuminare le profondità del cuore umano è il compito dell’artista” e
continua: “Anche l’arte, suscettibile di nuovi sviluppi, è radicata nella
propria epoca, ma non si limita ad esserne un’eco e un riflesso; possiede invece
una stimolante forza profetica, capace di esercitare un’influenza ampia e
profonda. La vita spirituale, di cui l’arte è una componente fondamentale, è un
movimento ascendente e progressivo, tanto complesso quanto chiaro e preciso”.
Questo movimento ascendente e progressivo che appartiene all’arte, trova per la
cultura giudaico – cristiana il suo fondamento nella Sacra Scrittura. Nel Libro
dell’Esodo si racconta: “ Il Signore ha chiamato per nome Besalèl, figlio di
Uri, l’ha riempito dello spirito di Dio, perché egli abbia saggezza,
intelligenza e scienza ed eseguire ogni sorta di lavoro artistico” (cfr Es 35,
30 – 31. 33). Il testo biblico riportato, dice con chiarezza che nell’ opera
dell’artista c’è la presenza del divino che dà all’opera la forza capace di
evocare la nostalgia di altri mondi possibili e di desiderare un oltre che
permette di “cercare le cose di lassù” (Col 3,1 ).
L’artista, con la sua arte, se si lascia condurre dallo Spirito, come s. Giorgio
riesce a riconoscere il male e attraverso la bellezza lo sconfigge. Come
nell’esperienza di s. Giorgio non è tanto il cavaliere quanto il cavallo bianco
(simbolo della risurrezione di Cristo) a sconfiggere il male così non è tanto
l’artista ma la bellezza della sua arte a sconfiggere l’effimero ed affermare
l’eternità della bellezza. In proposito, san Basilio, in una sua omelia sui
Salmi scrive: “Ogni anima che viene considerata secondo il livello delle sue
virtù è bella. Ma la più bella, vera e amabile, che può essere contemplata solo
da colui che ha purificato la sua mente, è quella della natura beata e divina.
Chi guarda fissamente allo splendore e alla grazia di quella riceve una
partecipazione in essa, come se da un’immersione, tingendo la sua faccia di una
radiosità brillante… Quindi chi è cosciente della sua bellezza pronuncia questo
atto di ringraziamento: - O Signore, in tuo favore, tu desti forza alla mia
bellezza – (Sl 30,7) “.
L’azione di Dio dà forza alla bellezza personale fino al punto che, la Chiesa,
nel sua amore di Madre ci fa contemplare il Cristo Crocifisso “Signore della
gloria” (1 Cor 2,8) ed è cosi che lo contempliamo in tutti i crocifissi fino a
Cimabue, come “Il più bello tra i figli dell’uomo” (Sl 45, 3) è proprio il
Crocifisso – Risorto l’arcobaleno ribaltato che rende bello l’ umano perché
capace di Dio.
Nell’arte la ricerca del divino si propone come desiderio dell’uomo di VEDERE IL
MISTERO e Benedetto XVI, nel suo incontro con gli artisti (21 – XI – 2009),
facendo proprie le parole di Paolo VI afferma: “Noi abbiamo bisogno di voi. Il
nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione. Perché, come sapete, il
nostro ministero è quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile,
anzi commovente, il mondo dello spirito, dell’invisibile, dell’ineffabile, di
Dio. E in questa operazione… voi siete maestri. E’ il vostro mestiere, la vostra
missione; e la vostra arte è quella di carpire dal cielo dello spirito i suoi
tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità” e,
continua il papa nella sua riflessione: “Che cosa può ridare entusiasmo e
fiducia, che cosa può incoraggiare l’animo umano a ritrovare il cammino, ad
alzare lo sguardo sull’orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione
se non la bellezza? Voi sapete bene, cari artisti, che l’esperienza del bello,
del bello autentico, non effimero né superficiale, non è qualcosa di accessorio
o di secondario nella ricerca del senso della felicità, perché tale esperienza
non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta a un confronto serrato con
il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo
luminoso, bello”.
Ammirando le opere offerte alla nostra riflessione in questa mostra, risuonano
ancora più convincenti le parole agli artisti del B. Giovanni Paolo II (4 – IV –
1999): “Ogni autentica intuizione artistica va oltre ciò che percepiscono i
sensi e, penetrando la realtà, si sforza di interpretarne il mistero nascosto.
Essa scaturisce dal profondo dell’animo umano, là dove l’aspirazione a dare un
senso alla propria vita si accompagna alla percezione fugace della bellezza e
della misteriosa unità delle cose”.
Don Nicola Mattia