22/6/2012 ● Caro Direttore
Guglionesi e l’economia del simbolico
Caro Direttore,
personalmente condivido l’opinione di quanti ritengono sia necessario ampliare
il modello di sviluppo in auge (capitalismo tradizionale, lavoro, beni,
servizi). La ‘sostenibilità della cultura’ deve diventare il “quarto fattore”
nuovo e dirompente di sviluppo, soprattutto in un momento di crisi ambientale ed
economica come quella attuale.
Monica Amari, autrice del “Manifesto per la sostenibilità culturale”
(Franco Angeli editore), annota che non è entrato nel senso comune delle classi
dirigenti che tutto quello che si riferisce all’economia del simbolico, per
l’appunto la cultura, deve stare a pieno titolo fra i fondamentali dello
sviluppo. A tal riguardo, cerchiamo di esemplificare più diffusamente.
E’ vitale individuare e far leva sulle identità di un luogo. Esse sono il suo
capitale simbolico e creativo. La cancellazione della memoria produce la perdita
delle impronte visive del territorio. Il paesaggio e le sue impronte
costituiscono fattori importanti per l’attrazione e la potenziale fidelizzazione
di domanda turistica. L’identità di un Comune o di una tradizione culturale
comunale si costruisce rispetto ad altre identità. Il turismo legato al
patrimonio culturale è il settore che sta crescendo più rapidamente, comportando
vantaggi e significativi impatti sulle comunità locali. La crescita dei consumi
culturali (di arte, enogastronomia, musica, per citare) ha alimentato la
cosiddetta “economia simbolica” delle comunità.
Quindi, le occasioni culturali (teatri, concerti, mostre, centri storici,
costumi locali, il folclore, le feste, i prodotti tipici dell’enogastronomia, la
cordialità e ospitalità della popolazione, un festival) fanno da richiamo per
molti turisti.
Mi piace segnalare che – come riportato dal quotidiano Europa - in Liguria, nel
piccolo comune di Carro (in provincia di La Spezia), hanno scoperto la casa
costruita e abitata dal nonno di Paganini. Ebbene, hanno trasformato questo
capitale simbolico in investimento comunitario dell’intera Val di Vara. Hanno
creato un festival di richiamo e sono arrivati olandesi, inglesi, tedeschi,
svedesi a comprare case ristrutturate, creando un indotto di 10 milioni di euro.
Insomma, quando la storia e la cultura di un territorio si legano alle
tradizioni e alle bellezze paesaggistiche creano una sinergia e diventano
elementi di sviluppo.
A Guglionesi è importante valorizzare le risorse del nostro borgo e i tesori che
racchiude. Si individui un capitale simbolico da trasformare in investimento
comunitario (la costituzione di una Fondazione ONLUS potrebbe essere il mezzo
più idoneo per sollecitare l’intervento di eventuali sponsor e/o per ottenere
finanziamenti pubblici connessi agli scopi sociali).
Certo, se all’interno della comunità guglionesana non prevalesse la cultura
della contrapposizione piuttosto che l’impegno di fare ‘sistema’, le cose
andrebbero meglio.
Cordialmente,
Pietro Di Tomaso
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