11/6/2012 ● Lettera a FPW
Le cose lasciate a metà... dalla virtualità un passo indietro per ristabilire la realtà
Negli ultimi mesi in molti hanno scritto sulla cultura ed in tanti, sempre
scrivendo su questo blog o altre realtà virtuali, spesso l’hanno citata.
Non è stato però mai scritto che della cultura fanno parte anche gli usi ed i
costumi di una società. Usi e costumi che formano le tradizioni di un popolo.
Usi e costumi (o usi e consuetudini) che ritroviamo anche tra le fonti della
giurisprudenza italiana e che quindi devono essere davvero importanti.
Non parlarne, è stata una dimenticanza che ha fatto andare in confusione più di
qualcuno qui a Guglionesi.
E siccome oggi ci si affida molto alla “realtà virtuale”, quasi fosse il “nuovo
guru della verità”, vista la dimenticanza appena descritta, si è ripensato
addirittura alle modalità con cui svolgere le festività nel nostro territorio.
Come ogni anno (quindi per “tradizione”) i componenti delle varie commissioni
per le festività guglionesane suonano i campanelli delle famiglie chiedendo il
contributo (o questua, che dir si voglia, visto che alla fine l’oggetto è
identico: soldi) per la festa da realizzare. A scatola vuota, quindi senza
sapere né come e nemmeno cosa ma a mala pena solo quando, le famiglie
contribuiscono aspettando poi quei giorni per ripetere ancora una volta le
proprie “tradizioni”: onorare la festività religiosa e partecipare alla festa
civile.
Quest’anno però si è notato un drastico cambiamento, o meglio, un netto taglio
ad una tradizione che vanta una certa età: la festa civile non c’è stata. Quella
parte di festa a cui le famiglie, seppur in tempi di crisi, hanno comunque
contribuito con i propri risparmi a finanziarne la realizzazione.
Sempre nelle varie “realtà virtuali” si leggono commenti del tipo:
”bella la festa del Santo Patrono, la messa, la processione e la banda. E
noi? E la festa civile per gli altri? Perché raccolgono i soldi se la messa e la
processione si possono fare anche senza?”;
“Oggi è 2 Giugno, inizia la festa del nostro Patrono. Per fortuna che a
Larino c’è il concerto dei 99 posse….”;
”Il comitato del Corpus Domini ha fatto sempre una bella festa. Che sta
succedendo? Non diamo più soldi ai comitati: per messa, processione e concerto
bandistico a cui assistono pochissime persone non vale più la pena contribuire”.
Ma ecco che tra una critica e l’altra, o forse il termine più giusto è tra una
incazzatura e l’altra, spunta un’idea nuova, un nuovo modo davvero per ripensare
ad una nuova festa degna di diventare tradizione.
L’azzardo di qualcuno postato sul social network Facebook è questo:
”A Guglionesi ci sono almeno 5 comitati festa, e quindi ogni famiglia per
contribuire alla loro invisibile festa spende almeno 25 euro l’anno. Si potrebbe
fare una proposta al Sindaco: caro Sindaco, abolisci i comitati festa, metti una
tassa e chiamala Tassa Festività Guglionesana. Ogni famiglia pagherà 25 euro. Il
comune con quei soldi prepara 10 giorni di feste per gli abitanti del nostro
paese. Se le tradizioni non vengono rispettate perché non pensare ad una
alternativa?”
La realtà virtuale, spesso, è micidiale!
Gli esperti dicono che la crisi deve essere vissuta come un periodo di
opportunità.
Dai commenti e dalle idee pare che anche a Guglionesi c’è chi la pensa così, ma
nel frattempo, nella realtà vera, si lasciano le cose a metà!