9/6/2012 ● Scuola
Il dimensionamento della rete scolastica è incostituzionale!
Mentre la regione Molise si è distinta per la sua inerzia: non ha né
sollevato la questione di illegittimità costituzionale della norma sul
dimensionamento né discusso seriamente delle aggregazioni tra diverse scuole, la
Corte Costituzionale ha bocciato la legge varata dal Governo Berlusconi sul
dimensionamento scolastico.
La sentenza n. 147, depositata il 7 giugno ’12, dichiara incostituzionale il
comma 4 dell’art. 19 della Legge 111/11 che dispone per il prossimo anno
scolastico la creazione di istituti comprensivi di almeno 1000 alunni e la
conseguente cancellazione – mediante accorpamento - delle scuole dell’infanzia,
primarie e secondarie di 1°grado.
I giudici hanno accolto il ricorso presentato da 7 Regioni (Toscana, Emilia
Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata) che ritenevano la norma
sul dimensionamento lesiva delle proprie prerogative. La Corte riconosce che la
norma sul dimensionamento viola l’art.. 117 della Costituzione (quello che
definisce le competenze tra Stato e Regioni) perché interviene su una norma di
dettaglio (i parametri per costituire gli istituti comprensivi) che avrebbe
dovuto essere concertata con le Regioni perché rientrante in un ambito di
competenza concorrente.
Tale sentenza era facilmente prevedibile visto l’orientamento già espresso in
passato dalla Corte Costituzionale su un problema analogo con la sentenza n. 200
del 2009. l Governo, nonostante gli avvisi e le denunce della FLC CGIL, non ha
voluto sentire ragioni e ha varato una norma incostituzionale, solo per esigenze
di cassa e incurante dei danni profondi che essa provoca alla qualità della
scuola.
Infatti, in questi giorni l’Ufficio scolastico regionale del Molise sta
predisponendo gli atti per ridurre 36 posti di DSGA ed accorpare le 40
istituzioni scolastiche sottodimensionate obbligando i dirigenti scolastici ad
assumere la reggenza di più scuole.
La sentenza della Corte Costituzionale rimette al centro il tema della qualità
della scuola e del senso didattico e pedagogico degli istituti comprensivi come
modello organizzativo per favorire la continuità tra il primo e il secondo
ciclo. Adesso è necessario e urgente rivedere tutte le scelte in materia di
dimensionamento e avviare una discussione ampia in grado di coinvolgere i
diversi soggetti quali gli enti locali, le scuole, i sindacati e
l’amministrazione. È questa una strada obbligata se si vuole costruire un
sistema scolastico davvero rispondente alle esigenze di qualità e funzionalità
della regione Molise.