8/6/2012 ● Cultura
Quattro pensieri sul Molise di oggi e di domani
1. Nomen, omen. Cari amici, come può una realtà come quella del Molise mai
progredire se ha dato per oltre un decennio le redini del potere in mano ad una
persona che ha per nome IO r IO.? É l'assistenzialismo istituzionale e l'etica
della raccomandazione che nega la società di diritto che va spazzata via. E non
si scada nel fatalismo e nella rassegnazione, altrimenti continuerà a prevalere
la logica degli sciacalli gattopardeschi. Ricordiamoci: il Gran Sasso è più alto
del Matese e Termoli fa parte della vecchia Frentania. Se non lo capiamo
rimarremo veramente in BASSO, amministrati da CampoBASSO, nel BASSO MOLISE (un
assurdo storico) a avremo solo San BASSO come santo protettore. Come siamo
caduti in BASSO! Sveglia, sveglia!
2. Siamo arrivati al cavo dell'onda morale ed economica in Italia e nel Molise;
chi troverà in sé l'energia per risalire fino alla cresta? Sia la crisi attuale
l'occasione per una rigenerazione morale collettiva e non chiediamo agli altri
di farlo al posto nostro. Ognuno di noi, convinciamoci, è protagonista, se lo
vuole veramente, protagonista del proprio destino. Ma non basta solo dirlo,
bisogna agire.
3. Il vero tema della prossima campagna elettorale regionale DEVE ESSERE questo:
il MOLISE come regione a statuto ordinario merita di continuare a esistere
istituzionalmente, oppure va (ri)aggregato all'Abruzzo, alla Regione Adriatica (
Marche Abruzzo, Molise) - secondo la raccomandazione della Fondazione Agnelli -
oppure ad uno degli 8 compartimenti, quello del Centro Italia (Lazio,
Marche,Umbria, Abruzzi).
Sia il Molise il luogo di partenza per una VERA modifica istituzionale nazionale
italiana, tanto necessaria.
4.Il discorso dei partiti tradizionali, siano essi di destra, di centro e di
sinistra, nel MOlise sa di rancido ed è espresso da persone che sono diventati
politicanti (più che politici) di professione e sono sulla breccia da decenni.
BASTA! C' è bisogno di idee nuove, espresse da gente nuova, da GIOVANI, per una
nuova visione della gestione della cosa pubblica. É lo stato di diritto come
base fondamentale del contratto sociale che DEVE DIVENTARE LA NORMA. Se questo
avviene, TANTE COSE CAMBIERANNO per il meglio. Perché le cose sono arrivate al
punto di degrado morale e amministrativo in cui ci troviamo? Perché è prevalso
da quando il Molise `regione autonoma, nell'esercizio del voto, il DO UT DES (
io do una cosa a te e tu ne dai una a me). Questa è la radice del male che va
estirpata.