2/6/2012 ● Cultura
Fratelli d'Italia
Fratelli d’Italia
di Filippo Salvatore
I.
La musica in Piazza XXIV Maggio
Il giorno del santo patrono Adamo
è di Verdi e di Puccini. La prima
cornetta intona le note e rivive
il dolore degli Israeliti senza più terra,
Il dramma di Madama Butterfly.
II.
All’angolo, nel bar sotto i portici,
Abdù, il dodicenne che stamattina
ha comprato il mio stesso pane dal fornaio
e all’alza bandiera, con la mano sul cuore
davanti al monumento ai caduti
di tutte le guerre, ha cantato
Fratelli d’Italia con altri scolari,
saluta gli amici che portano a spalla
per i vìcoli del centro storico la statua
d’argento del benedettino Adamo,
di Nicola, vescovo di Mira in Anatolia,
di Antonio il portoghese, di Sebastiano,
di frate Francesco e di sorella Chiara.
III
Spicca sul petto del primo cittadino
la fascia tricolore tra il fumo
degli scoppi sul sagrato, il làbaro,
i cappelli a pennacchio dei carabinieri,
la porpora del vescovo, i chierichetti,
le suore in nero, il bianco delle vergini,
la confraternita impettita al completo,
la marcia della banda, il muggire
dei buoi, il suono dei campanacci,
lo stridore delle ruote del carro
sulle pietre vive del selciato, l’eco
della melopèa stonata delle zitelle.
IV
Attònita la madre guarda Fatima
ridere con Noemi e rispondere
in dialetto al telefonino.
Senza velo è il viso
e nera ha la criniera di capelli
di leonessa mediterranea.
V
Bogdan, il muratore, mentre beve
una nastro azzurro con Adamo
il falegname e con Alì, il venditore
ambulante di tappeti, nota le differenze
tra le statue e le icone bizantine
della sua Craiova o di Timisoara.
VI.
Al parco giochi a Castellara,
anfiteatro naturale, echi di gioia
sulla giostra volante di Eva,
di Myriam, di Margherita, di Mihai
e di Ekaterina, la biondina ucraina.
Unica la raccomandazione delle mamme
in lingue diverse: - Non farti male! -
VII.
Ecco la realtà del tre giugno
in un borgo dell’ùmile Italia,
captata di nascosto, vissuta
di rimando dall’aedo frentano
che cinque dècadi fa
provò la gogna dell’esilio.
VIII.
Ride in lontananza, splendida
al tramonto, la rosea Majella
al Gran Sasso, suo geloso amante.
Avvolto nella foschia di Lèsina
è il Gargano e gialle si stagliano
le Diomedee, con un tocco di verde,
nel lenzuolo blu dell’Adriatico.
Guglionesi, 3\11 giugno 2011