11/5/2012 ● Cultura
L’austerità non funziona, creare condizioni per sviluppare le potenzialità dei cittadini
Prima di parlare sinteticamente del nuovo saggio di Martha Nussbaum -
Creare capacità, liberarsi dalla dittatura del Pil (il Mulino) - devo
brevemente inquadrare l’argomento.
Occorre partire dall’etica dello sviluppo generata dalle “capacità” (‘capabilities’)
di Amartya Sen (A. Sen, Globalizzazione e libertà, Mondadori, Milano).
L’approccio basato sulle ‘capacità’ permette di guardare alle possibilità reali
che gli individui hanno di ottenere ciò cui essi attribuiscono valore, evitando
che le libertà formali – che pure hanno un’importanza fondamentale – si
trasformino in una beffa. Entro tali coordinate è possibile rimodulare la
tensione tra individuo e collettività, ampliando il discorso individualistico
dei diritti ad una dimensione sociale e quindi mettere a fuoco anche la
correlazione tra diritti e doveri, tra poteri dell’essere umano e suoi limiti
(F. Biondo, Benessere, giustizia e diritti umani nel pensiero di Amartya Sen,
Torino, Giappichelli).
Martha Nussbaum - che insegna Law and Ethics nell’Università di Chicago – ha
portato un contributo molto importante al dibattito sui diritti umani con il suo
‘capabilities approach’, risultato anche della lunga collaborazione con Amartya
Sen. La sua proposta – ne ricordiamo solo le linee principali – connette i
diritti umani ad un numero minimo di ‘capabilities’ ovvero di circostanze che
mettono gli esseri umani in grado di ‘funzionare’ pienamente. L’aspetto a nostro
avviso di maggiore interesse nella riflessione di Nussbaum sta nel suo partire
dal soggetto, dalla persona che deve esprimere una certa rivendicazione e non
dall’oggetto della rivendicazione stessa (una determinata libertà, un
determinato servizio), cioè dal “diritto a” specificatamente inteso. In altri
termini, il ‘capabilities approach’ non afferma che “la persona A ha diritto a
X”, ma piuttosto stabilisce una connessione di questo tipo: “per essere una
persona, e per funzionare pienamente come tale, A ha bisogno di X”. Insomma, la
prospettiva da lei elaborata si preoccupa di sviluppare nelle persone quelle
capacità che le metteranno in grado di vivere ciò che Nussbaum definisce una
vita conforme alla dignità umana.
Ora caliamoci nella realtà politica con l’ultimo lavoro della studiosa della
Chicago Law School dicendo subito che Nussbaum invita a sostituire le “capacità”
alla dittatura della crescita esclusivamente economica di un paese. Sostiene che
“le ragioni della crisi economica in Italia stiano in una crisi di democrazia
dovuta al ventennio dominato da Berlusconi”. Alla domanda di Alessandro Lanni
sul quotidiano Europa se in un’epoca di crisi, un paese in difficoltà possa
affidarsi allo sviluppo delle capacità umane piuttosto che a provvedimenti che
aiutino la crescita, la sua risposta è molto articolata e qui ne sottolineiamo
alcuni punti: “E’ abbastanza sciocco cercare di risolvere i problemi
economici per prima cosa senza allo stesso tempo concentrarsi su istruzione,
sanità e libertà politiche. Come può un paese migliorare la propria situazione
economica se il suo popolo non ha una buona educazione e una buona sanità? (…)
Il caso dell’Italia mostra che l’assenza di una stampa libera e vigorosa e di
una forte cultura critica mina non solo la libertà politica, ma anche il
progresso economico. (…) Il controllo senza precedenti di Berlusconi sui media
ha corroso la democrazia, e questo certamente ha contribuito ai problemi
economici dell’Italia”.
Martha Nussbaum, uno dei nomi più rappresentativi della filosofia contemporanea,
identifica dieci capacità da considerarsi fondamentali. "La lista copre le
libertà politiche e civili, salute, educazione, divertimento e tempo libero, la
possibilità di proteggere la propria integrità fisica e idee più astratte come
la capacità di fare scelte per la propria vita". "Ampliare le opportunità
educative e occupazionali per le donne” nonché “garantire che le donne svolgano
un ruolo attivo e paritario in politica".
Dunque, buona lettura del libro.