5/5/2012 ● Politica
Ricorsi elettorali, la posizione del Presidente Iorio
In merito al dibattito creatosi sui ricorsi elettorali, il Presidente della
Regione, Michele Iorio, ha dichiarato:
«Credo che alcuni personaggi dell'opposizione di centrosinistra rimarranno
ancora una volta delusi anche dalla prossima pronuncia del TAR e dovranno, loro
malgrado, prendere atto che il centrodestra ha vinto le elezioni regionali dello
scorso ottobre e io sono stato riconfermato Presidente di questa Regione.
Comprendo che è una "pillola" dura da ingoiare, ma in democrazia le elezioni non
si vincono a "tavolino", accampando speciose eccezioni procedurali, peraltro
inesistenti, ma con la sommatoria valida di voti regolarmente espressi dai
cittadini.
E questo è ciò che è avvenuto in Molise ed è stato validato prima dalle singole
Commissioni comunali nelle varie Sezioni, poi dalle Commissioni circoscrizionali
provinciali e regionali presso i Tribunali di Campobasso e Isernia, e quindi
nella Corte d'Appello - tutto ciò, è bene ricordarlo, in quasi un mese di
verifiche; non si era mai creata in passato tanta attenzione e tanta minuziosa,
e a mio parere giusta, voglia di analizzare e vagliare ogni aspetto per
validare, nel migliore dei modi, il risultato finale - e infine in una lunga e
puntuale istruttoria eseguita nei mesi scorsi, su ordine del Tribunale
Amministrativo, dalle Prefetture delle due province. Tante verifiche fatte da
soggetti terzi e diversi, che hanno un minimo comune denominatore: la fiducia
riconfermatami dai molisani per guidare questa regione per i prossimi cinque
anni.
La discussione che galvanizza oggi questi personaggi del centrosinistra, invece,
riguarda aspetti molto futili, discutibili e assolutamente secondari rispetto al
verdetto elettorale. Un voler confondere il "mezzo" con il "fine", la "cornice"
con il "dipinto", il "percorso" con la "meta".
Appare, poi, davvero fuori dal tempo immaginare che per puri interessi
particolari, e senza motivazioni di pubblico interesse o di diritto reale, il
Molise, investito come il resto del Paese da una crisi senza precedenti, possa
tornare al voto, nulla curandosi del lavoro che scarseggia, delle imprese che
sono soffocate da un mercato contratto e difficile e dai redditi singoli e
familiari sempre più assottigliati. Sono questi i pensieri che dovrebbero
invadere integralmente la mente, determinandone le azioni conseguenti, di chi fa
politica.
Ed è ciò che cerco, insieme a tanti altri esponenti di "buona volontà" - anche
di centrosinistra - di fare quotidianamente, interrogandomi ed agendo in
relazione su come creare nuovo lavoro, come proteggere quello che c'è, come
generare la crescita e come riprendere la via dello sviluppo. Nulla di diverso
della ricerca del "bene comune" di cui, a "chiacchiere", questi personaggi si
riempiono la bocca.
Se la politica vuole riacquistare la fiducia dei cittadini, deve cambiare
elevando il livello della qualità della discussione, riportandola ai problemi
reali e concreti dei territori e dei cittadini. L'antipolitica trova i migliori
alfieri e portavessilli nelle file dei demagoghi e degli opportunisti. Se la
"buona politica" vuole vincere la sua battaglia di civiltà e svolgere il suo
ruolo sociale, deve quindi saper isolare questi ultimi e schierarsi, senza
indugio, dalla parte dei cittadini e dei loro problemi.
Sono certo, sulla base delle tante verifiche matematiche e fattuali eseguite da
magistrati e valenti funzionari, svolti in pieno contraddittorio pubblico, che
queste elezioni non verranno annullate. Ad ogni modo, anche se ciò dovesse
accadere, sono pronto a ricandidarmi di nuovo, nella certezza di avere con me il
consenso della maggioranza dei molisani».