2/5/2012 ● Cultura
Frate Francesco da Guglionesi, l'artista di statue in legno policromo del Seicento
Nel 1650 circa, la bolla papale “Instaurandae regularis disciplinae”
di Innocenzo X determinò la soppressione di numerosi piccoli conventi in Italia.
A partire dalla seconda metà del secolo decimo settimo, alcuni conventi furono
riaperti, rinnovati anche dal punto di vista artistico oltre che nella
disciplina religiosa della Regola francescana.
Ad Oriolo Romano (un comune laziale in provincia di Viterbo che oggi conta meno
di 4.000 anime), il principe don Gaspare Altieri, signore di quella terra dal
1671 al 1721, verso il 1675 finanziò la costruzione del convento francescano
dedicato a Sant’Antonio di Padova, ospitando la famiglia religiosa dei PP.
Minori Riformati. Probabilmente, come riportano le fonti documentarie di storia
locale, il principe Altieri eresse il convento di Sant’Antonio di Padova nel
sito ove vi era memoria di una cappella dedicata allo stesso Santo dai suoi
antenati, i nobili Paluzzi-Albertoni, forse già oasi conventuale, prima della
soppressione innocenziana, della famiglia francescana dei PP. Minori
Conventuali.
“Addì 26 Giugno 1673, il principe D. Gaspare Altieri, a del P. Provinciale
(p. Prospero da Taranto) e dei Frati Minori Riformati, desideroso di formare un
convento nella terra dell’Oriolo, ritenuta la proposta utile e gradita alla
popolazione dell’Oriolo, avuto riguardo ai Reverendi Padri per i loro lodevoli
meriti di scienza, di attività, e di rettitudine, concesse in pieno diritto ad
essi e per essi al Rev. P. Gio. Paolo da Roma, deputato a ciò dal P. Provincilae,
la località nella contrada "La strada Romana", contrassegnata con una croce di
legno e determinata con i nomi dei confinanti (…)” [Archivio comunale
“Notaio Ferdinando Crescini”, vol. 27, pag. 651].
L’atto notarile venne stipulato in loco e secondo la fonti locali P. Gio. Paolo
fu il confessore della madre del Cardinale Filippo Altieri.
Per le rendite della famiglia religiosa fu concesso un terreno annesso al
convento di circa 16.000 metri quadri, pari a un rubbio in misura locale.
Alla costruzione del convento fu chiamato “in opera a giudizio di P. Giuseppe
da Lugano, deputato in detta fabbrica del nuovo Convento di S. Antonio”. Il
materiale da costruzione fu fornito e pagato dal principe Altieri, mentre alla
costruzione provvidero gli stessi frati: Fra Giuseppe da Lugano e Fra Primo da
Soriano in qualità da muratori, mentre il P. Giuseppe da Pesaro, sacerdote, li
assistette spiritualmente.
Un cronista del tempo, P. Ludovico da Modena, che nell’anno 1674 aveva predicato
la quaresima ad Oriolo Romano, raccontò lo splendore del nuovo convento di
Sant’Antonio: “La fabbrica del Convento riuscì con quella solidezza e
comodità che potea ripromettersi da religiosi, i quali più che ogni altro
artista conoscono i bisogni di una comunità: ha in tre dormitori ventitre celle,
e nel pianterreno spaziose officine”.
La chiesa seicentesca fu arricchita di arredi, suppellettili e opere artistiche.
Due statue, in legno policromo, rappresentanti San Francesco d’Assisi e San
Bernardino da Siena furono realizzate tra il 1675 e il 1690 da frate Francesco
da Guglionesi. All’artista religioso di Guglionesi è attribuito anche il
manufatto ligneo “Cristo con la colomba dello Spirito Santo” collocato
nell’altare della chiesa conventuale di Oriolo.
Le opere d'arte di Fra Francesco da Guglionesi (chiesa di S. Antonio - Oriolo Romano)