28/4/2012 ● Caro Direttore
Le ragioni della sfida
Caro Direttore,
sono trascorse appena alcune settimane dalla riapertura di Fuoriportaweb e già
il tuo blog-news è tornato ad essere un foro privilegiato di informazioni ed
animate discussioni sulla vita della nostra città, segno che non si è mai spenta
la curiosità e la voglia di partecipare della nostra comunità, pur così provata
da un frangente storico di grave crisi che attanaglia ormai l’intera Europa.
Non posso quindi che complimentarmi con te per il prezioso lavoro ad evidente
“valenza pubblica” che svolgi ed augurare a te ed a Fuoriportaweb nella sua
nuova veste grafica un sincero bentornato.
Da attento lettore vorrei dare un mio personale contributo alle riflessioni
sulla politica e sul “bene comune” che sembri voler sollecitare in alcuni
interventi sul blog e rispondere così anche alla sfida che Cloridano Bellocchio
ha posto nell’articolo dal titolo “La pace tra cultura e politica” apparso lo
scorso 5 aprile.
Nel denunciare la vulnerabilità del nostro territorio ed in particolare del suo
cuore, il centro storico della città, hai lanciato un “Good warning”, un buon
avvertimento, similmente al cosiddetto “early warning (avvertimento preventivo)”
in uso nella finanza pubblica comunitaria per indicare l’incombente rischio di
deficit eccessivo da parte di uno Stato membro, a cui seguirà una precisa
Raccomandazione ad adottare misure correttive della propria politica di
bilancio, in assenza delle quali seguirà una sanzione da parte dell’Unione
Europea.
Il tuo “good warning” vuol essere un allarme di fronte alla vulnerabilità che
scorgi anche nella politica locale, a tuo parere carente di proposte e reattiva
soltanto di fronte alle emergenze ed alle inevitabili polemiche che ne
conseguono, incapace di promuovere il rilancio dell’intero territorio
guglionesano.
Per quanto ciò sia sostanzialmente vero, tale giudizio, per non essere sommario,
non può prescindere dalla diversità dei ruoli e delle responsabilità, di
amministrazione e di controllo, delle parti in causa, altrimenti si corre il
rischio di fare di ogni erba un fascio e di alimentare tra i concittadini
l’avversione verso la politica in sé, foriera di gravi rischi per la stessa
tenuta della democrazia.
A tal proposito suona particolarmente calzante un aforisma del grande Winston
Churchill: “È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo,
eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.”.
D’altronde anche nelle democrazie maggioritarie l’esercizio del potere,
indipendentemente da chi logora, hai dei doveri, tra cui in primis il rispetto
dell’attività e del sindacato ispettivo della minoranza, le cui interrogazioni
non si lasciano senza risposta per mesi se non anni.
Andando quindi al tema della politica e del bene comune, la questione che si
pone, di fronte alla crescente sfiducia che sembra dominare ogni segmento della
popolazione ed ogni ambito della vita quotidiana, è come sia possibile oggi, con
tutte le difficoltà del momento, fare buona politica, ovvero una politica
indirizzata al bene comune, che sappia pensare e proporre risposte alle sfide
della crescita e del lavoro, che sappia favorire la buona amministrazione e la
buona finanza, che sappia valorizzare e non mortificare le esperienze positive
in atto, che sappia premiare l’intelligenza, le capacità ed il merito dei nostri
giovani.
La risposta non può essere in una formula, ma in un compito ed un lavoro
comune!
La politica locale si trova oggi ad affrontare una delle crisi peggiori del
dopoguerra, che sta pesantemente colpendo non solo il livello economico e
finanziario della nazione ma anche tutte le regole, le liturgie e le certezze
del potere, a tutti i livelli istituzionali, facendole apparire improvvisamente
vecchie e superate.
Per il ruolo ricoperto in Regione Molise ho il triste privilegio di presiedere i
tavoli tecnici di esame congiunto delle domande di ammortizzatori sociali in
deroga, oltre ad avere accesso alle banche dati dell’INPS con i numeri sempre
aggiornati dei lavoratori sospesi ed espulsi, disponendo così di un osservatorio
quotidiano delle dinamiche del mercato del lavoro.
La situazione è davvero drammatica!!! Siamo nel pieno della crisi, che non
risparmia nessun settore, compreso il primario, quell’agricoltura così
importante per tanti concittadini, senza nascondere che ci sono avvisaglie che
la stessa FIAT di Termoli potrebbe a breve trovarsi in difficoltà.
Nell’articolo del 5 aprile Cloridano Bellocchio ha posto la necessità di
superare le vecchie contrapposizioni, di sostituire alla logica
dell’amico/nemico il dialogo costruttivo tra opinioni diverse, di unirsi sul che
fare.
Ritengo sia il caso di accettare la sfida, senza furbizie da politicanti,
consapevoli che sono necessarie soluzioni nuove, sia per palese fallimento di
quelle finora sperimentate sia per l’oggettiva complessità della crisi attuale,
in un’ottica di sussidiarietà sia verticale che orizzontale.
Gli ultimi vent’anni, al di là di riflessioni sulle responsabilità che potremmo
in seguito serenamente affrontare, sono trascorsi nella delegittimazione
reciproca, in una sorte di guerra civile a bassa intensità, mentre il paese, la
regione, la nostra città cresceva poco o nulla, trovandoci indeboliti di fronte
agli attacchi della speculazione finanziaria internazionale, figlia di una
globalizzazione non intelligentemente governata.
In tutti questi anni l’attenzione è stata posta più sui contenitori (le
alleanze) che sui contenuti (le politiche) e molti ne hanno approfittato
utilizzando il potere più come investimento personale che come servizio alla
comunità.
Ultimamente non si tratta di nascondere le proprie storie personali, fatte anche
di appartenenza a partiti politici, ma di vivere tali appartenenze non come muri
invalicabili ma come patrimonio di culture e sensibilità da condividere, a
dispetto di ogni dualismo o manicheismo per cui il male è sempre da una parte e
il bene sempre dall’altra.
Il Papa, nel discorso al Parlamento tedesco, ha indicato in “un cuore docile”,
che sappia “rendere giustizia al popolo” e “distinguere il bene dal male”, il
tratto distintivo del politico.
Occorrono uomini e donne liberi e forti e con un cuore così per cimentarsi in
quest’opera, perché solo una buona politica potrà evitare che si butti via il
bambino (la democrazia) con l’acqua sporca (la cattiva politica).
Cordialmente
Vincenzo (Jimmy) Rossi
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