11/4/2012 ● Cultura
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione
"Appello per “un radicale ridisegno della strategia italiana per le
rinnovabili finalizzata al 2020″
Assistiamo, nel settore delle energie rinnovabili, a uno spettacolo indecoroso e
sconcertante. Incentivi generosissimi, i più alti al mondo, hanno determinato
una vera e propria “corsa all’oro”, prima, nel settore dell’eolico, poi,
nell’ultimo anno e mezzo, anche in quello del solare fotovoltaico.
A pagare sono tutti gli italiani, attraverso le bollette elettriche,
mentre sono praticamente azzerati i fondi per la ricerca che, invece, in
particolare per il fotovoltaico, sarebbero indispensabili.
La stessa Autority per l’energia ha documentato una crescita esponenziale degli
incentivi, considerati tra i “più profittevoli al mondo”, rilevando un crescente
fenomeno di speculazione. Per non parlare, poi, dell’esplodere di inchieste
giudiziarie che hanno documentato il coinvolgimento della criminalità
organizzata nel business delle torri eoliche e dei pannelli fotovoltaici. E’ il
momento, dunque, di riprogettare dalle fondamenta l’intera strategia italiana
per l’energia, nel quadro generale degli obiettivi strategici fissati
dall’Europa e nell’orizzonte temporale che è il 31 dicembre 2020, non la fine di
quest’anno e di quelli immediatamente a venire.
Se teniamo conto della rilevantissima discesa dei prezzi registrata negli ultimi
3 anni nel settore fotovoltaico, e del probabile andamento che seguirà,
scegliere di installare grandissime quantità di pannelli tutti adesso, in
pochissimi mesi, invece che in un arco di diversi anni, è un errore clamoroso.
Dovremmo invece pianificare, da oggi al 2020, una crescita regolata, progressiva
e più sostenibile di installazione di impianti fotovoltaici, in armonia con il
parallelo calo dei prezzi che inevitabilmente arriverà e a salvaguardia del
prezioso terreno agricolo, del suolo naturale ricco di biodiversità, dei valori
paesaggistici da preservare.
Una strategia così orientata, fondata su basi di prudenza e sostenibilità, ci
permetterebbe non solo di tenere in vita l’intera filiera del fotovoltaico da
oggi al 2020, ma soprattutto di raggiungere, a fine 2020, i 30mila MegaWatt di
potenza installata: una dimensione ben superiore rispetto ai modesti 8mila
MegaWatt che il Governo ha fino ad oggi programmato.
Quanto poi all’eolico industriale, dovrebbe ormai essere evidente a tutti che
per l’Italia questa tecnologia energetica dai pesantissimi impatti
paesaggistico-territoriali rappresenta una scelta a dir poco infelice.
Perché, come valuta Wind Power Barometer, l’osservatorio di settore della
Comunità europea, l’Italia vanta in Europa la terza potenza eolica installata,
ma è solo settima per produzione totale, e una pala eolica in Italia produce
circa la metà di quanto produrrebbe se fosse installata in Irlanda o in
Portogallo. Perché, come documentano gli Amici della Terra, l’apporto delle
torri eoliche ai consumi finali di energia potrà al massimo essere del 2%… Ma a
quale prezzo, in ogni caso, otterremmo questi davvero modestissimi benefici
energetici?
Il turismo in Italia vale infinitamente di più rispetto a quanto potrebbero
rendere alcune migliaia di torri eoliche. Perché l’Italia è un paese con
poco vento, ma con il più importante patrimonio storico e artistico che esista
al mondo, con il più alto numero di siti patrimonio dell’umanità per l’UNESCO,
con le più importanti e spettacolari aree archeologiche del Mediterraneo.
Pensare di continuare ad innalzare migliaia e migliaia di mega-ventilatori
d’acciaio, alti dai 100 ai 150 metri (più o meno come il grattacielo Pirelli…)
sull’intera dorsale appenninica del Sud, nell’intero Molise, sugli
altopiani siciliani o sardi affacciati sul mare, sulle magiche serre salentine
oltre che sulle distese meravigliose di uliveti secolari punteggiati di castelli
rinascimentali e di masserie fortificate o nel raggio di pochi chilometri da
monumenti straordinari, di altissima rilevanza culturale, come Castel del Monte,
la possente acropoli di Lucera, le aree archeologiche di Altilia-Saepinum e di
Pietrabbondante, la Reggia di Caserta, i templi di Segesta e di Agrigento non è
solo sbagliato, è anti-economico, anti-costituzionale, assolutamente
irragionevole, forse criminale.
Per questo, chiediamo al Governo e al Parlamento:
- di definire una strategia energetica nazionale che ci accompagni fino al 2020
e che assicuri più fondi per la ricerca e l’innovazione tecnologica e dia
assoluto rilievo, oltre alla crescita dell’energia rinnovabile, anche al
risparmio e all’efficienza energetica, da conseguire anche attraverso la
bioedilizia e l’inizio di una politica di ricostruzione/rottamazione edilizia
del patrimonio immobiliare post-bellico privo di qualità e di criteri
antisismici;
- di programmare l’uscita dall’eolico industriale e una riconversione dei
relativi incentivi a vantaggio delle fonti rinnovabili di energia sviluppate in
forme eco-sostenibili di autogenerazione diffusa (solare termico e fotovoltaico,
geotermia, micro impianti eolici, ecc.) e della ricerca;
- di fissare limiti all’installazione degli impianti fotovoltaici al fine di
favorirne, in modo deciso, l’installazione sui tetti relativi a qualunque tipo
di edificio, in particolare uffici, scuole, depositi, capannoni, fabbriche,
distributori di carburante, parcheggi, ecc., o anche a terra nelle aree
urbanizzate o industriali, e consentire l’installazione a terra, su terreni
agricoli, solo di impianti di piccola taglia, al servizio dell’attività degli
agricoltori per fini di auto-consumo, e, in parte, a integrazione del loro
reddito personale.
Sarebbe possibile così rispettare, oltre che l’obiettivo strategico energetico
fissato dall’Unione europea, finalmente i principi fondamentali della nostra
Costituzione che all’articolo 9 proclama solennemente: “La Repubblica tutela
il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.
Carlo Ripa di Meana, Italia Nostra, presidente sezione Roma
Oreste Rutigliano, Comitato Nazionale Paesaggio, segretario nazionale
Andrea Carandini, docente archeologia classica (Università Roma La Sapienza)
Vittorio Sgarbi, storico e critico d’arte
Vittorio Emiliani, Comitato per la Bellezza, presidente
Mario Pirani, giornalista
Giacomo Marramao, docente filosofia (Università Roma 3)
Oliviero Toscani, fotografo
Rosa Filippini, Amici della Terra, segretario nazionale
Carlo Alberto Pinelli, Mountain Wilderness, presidente nazionale on.
Maria Rita Signorini, Italia Nostra, cons. nazionale e Commiss. Naz. Energia
Emma Bonino, vice-presidente Camera
Marco Pannella, Partito Radicale Transnazionale, presidente
Elisabetta Zamparutti, deputato Camera dei Deputati
Sergio D’Elia, Nessuno tocchi Caino, segretario nazionale
Annamaria Procacci, animalista, già parlamentare dei Verdi
Stefano Allavena, Altura (Ass. tutela uccelli rapaci), presidente nazionale
Enzo Cripezzi, Lipu, coordinatore regionale Puglia
Pietro Bellasi, docente sociologia dell’arte a Bologna
Luisa Bonesio, docente Geofilosofia
Alberto Cuppini, portav. Rete resistenza sui Crinali, Emilia Romagna,
Maurizio Fiori, portav. Rete Resistenza sui Crinali, Toscana,
Giovanni De Pascalis, Italia Nostra, consigliere sezione di Roma
Nico Valerio, animalista, ecologista, Ecologia liberale
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