18/02/2012 ● Scuola
Pensioni e contratto: porre rimedio ad un'evidente iniquità
Le stesse forze politiche, Pdl e Lega, che hanno sostenuto la Gelmini nel massacro della scuola pubblica, hanno bocciato nella commissione Bilancio e Affari costituzionale un emendamento al decreto milleproroghe che prevedeva per il comparto scuola lo slittamento al 31 agosto 2012 del termine per la maturazione del pensionamento con le norme vigenti prima della ingiusta e dannosa riforma Fornero. Si trattava di un atto di equità nei confronti del personale della scuola che ha una sola finestra di uscita nei pensionamenti con riferimento all'anno scolastico (il 1° settembre) e non a quello solare. Se non si cambia questa situazione i nati nel 1952 potranno andare in pensione dopo ben 5 anni rispetto a quelli del 1951! Una palese ingiustizia! L’emendamento, se approvato, avrebbe potuto dare una risposta ai precari liberando altri 3.500 posti da utilizzare per le stabilizzazioni. La FLC CGIL chiede al Governo e al Parlamento d'intervenire sanando questa palese ingiustizia della riforma pensionistica. A questa iniquità se ne aggiunge ancora un’altra, dovuta al fatto che per le retribuzioni dei lavoratori della conoscenza, pur essendo erose drasticamente, non sono previste forme di recupero:gli scatti d’anzianità sono stati bloccati, il contratto è stato congelato fino al 2015. Il contratto è un diritto, non un privilegio. Le retribuzioni non possono impoverirsi drasticamente. In questo modi si scoraggia chi sta cercando di fare il proprio dovere in un contesto decisamente difficile visti i tagli e le riduzioni di organici. La scuola, l’istruzione e l’educazione delle nuove generazioni sono il futuro del nostro paese. Il lavoro nella scuola non deve più essere umiliato. E’ ora di rinnovare il contratto collettivo e ripristinare gli scatti di anzianità. Occorre rimuovere il taglio della retribuzione agli immessi in ruolo dal 1° settembre 2011, aumentare le retribuzioni mensili, riconoscere l’anzianità pregressa ai DSGA e al personale Ata proveniente dagli Enti locali, cancellare la riduzione di stipendio per i primi 10 giorni di malattia. Anche così si ricostruisce l’Italia: investendo nella conoscenza e riconoscendo l’importanza del lavoro in questi settori.