4/2/2001 ● Internet
Il sogno nel modem
C’è una donna che vive da sempre in Canada, in una splendida villa di legno immersa nel verde da cartolina del paesaggio nordamericano. Questa donna ha 55 anni, tre figli ed è sposata con un italo-americano di origine calabrese che non sa neppure da quale paesino sperduto siano partiti all’inizio del secolo i suoi nonni. Anche lei è di origine italiana. Sua nonna è partita da Guglionesi nel 1907, con una bambina di tre anni al seguito. Questa bambina è la madre della donna, che quando ha messo piede in Canada era troppo piccola per ricordare il Molise. Questa donna e il marito sono cresciuti in Canada, a Ottawa, senza aver mai messo piede in Italia. Insieme, lei e lui, hanno solo immagini sfocate di valige di cartone ammassate su un piroscafo. Saluti italiani di fazzoletti bianchi, speranze nascoste in fondo al cuore di iniziare una vita nuova nell’America miracolosa che spalanca le braccia a tutti, ma proprio tutti, gli emigranti. Ma la donna ha anche un sogno: vuole visitare il paese della nonna e della madre, un paese che immagina di strade sterrate e carri trascinati dai buoi che attraversano campi di grano, vigneti e alberi di olive. La donna è affascinata soprattutto dagli oliveti, non ne ha mai visto uno in vita sua. Tanti anni fa, dopo la seconda guerra mondiale, un lontano parente ha scritto una cartolina da Guglionesi. La cartolina è sbiadita, si legge soltanto il nome del paese del mittente e una via, via Roma. Lei ha conservato gelosamente la cartolina, ogni tanto la guarda e sogna di potere arrivare a Guglionesi. Ma non sa niente di Guglionesi, lo conosce solo come un puntino scuro segnato sull’atlante geografico. Per anni cerca di rintracciare qualche familiare della nonna, ma tutti i tentativi sono inutili. Guglionesi resta un sogno di nostalgia, una parola scritta da una mano incerta su una cartolina ingiallita. Poi arriva Internet. La Grande Rete che unisce gli estremi del pianeta nello spazio di pochi secondi. La donna è una grande navigatrice di Internet. Trascorre molte ore al giorno davanti il monitor del suo Pc. La donna cerca ancora Guglionesi, e in una pagina web scova l’indirizzo e-mail di una persona che vive a Guglionesi. Controlla, incredula. Guglionesi, Molise, a pochi chilometri da Termoli. E’ proprio il paese della nonna, dove in qualche casetta diroccata è nata sua madre. Il paese della cartolina che conserva dopo tanti anni. La persona che vive a Guglionesi è un professionista, un notaio. La donna gli scrive, piena di speranza. Il notaio le risponde. La donna chiede informazioni su case, strade, chiese, abitanti. Il notaio le risponde. La donna gli confida il suo sogno di visitare Guglionesi, il notaio la invita con tutta la famiglia. Internet, la Rete. La donna sale col marito e i figli su un aereo, l’aereo atterra a Roma. Salgono su un autobus, arrivano a Termoli. Alla stazione dei pullman c’è il notaio. Li carica sulla sua auto e dopo 15 minuti arrivano a Guglionesi. La donna piange di gioia. Per due settimane visita il paese. Ogni angolo, ogni mattone, ogni vicolo. Le piazzette che si aprono inaspettate dove i gatti radagi si godono il tiepido sole autunnale. I panni stesi sulle corde che sventolano come bandiere e frusciano sopra le grida dei bambini che parlano una lingua aspra e sconosciuta. Le sembra di perdersi in mezzo a una ragnatela di viuzze strette del paese vecchio, infinitamente lontane e diverse dalle strade di Ottawa disegnate con precisa razionalità su una pianta quadrata. Rintraccia i suoi lontani parenti, abbraccia un vecchio che ancora ricorda sua nonna. E un giorno si fa accompagnare in un oliveto, guarda in estasi gli alberi rugosi che grondano di piccoli frutti verde scuro. Stacca un’oliva, se la porta in bocca tra lo stupore generale. Mastica la polpa amara. "Non sono come quelle del supermarket" dice sorridendo al notaio. Forse vuole dire che sono più buone. Forse vuole dire che hanno il nocciolo. Non importa. Mette in valigia una piccola bottiglia di vetro colma di olio extravergine novello. Dice che lo userà il giorno del Ringraziamento, al posto del burro per far cuocere il tacchino ripieno. La donna riparte felice verso il Canada. Questa storia è vera. E’ successa tra settembre e ottobre 2000. Poco tempo fa.