12/12/2011 ● Scuola
34 assemblee nelle scuole molisane
Oltre 1300 tra docenti ed ATA del Molise sono stati presenti a questi momenti di confronto durate i quali si è discusso delle devastanti politiche portate avanti dal precedente governo nei confronti della scuola pubblica ma anche delle speranze riposte nei confronti della nuova compagine governativa. Si è evidenziato che aumentare, immediatamente e senza alcuna gradualità, l'età pensionabile per tutti senza fare distinzioni tra i tipi di lavoro, bloccare la rivalutazione delle pensioni sopra i 935 euro mensili, significa ancora una volta mettere sotto pressione quelle fasce sociali che finora sono state le più penalizzate dalla furia ideologica e classista del precedente governo. Peraltro ritardare il pensionamento in una situazione in cui cresce la disoccupazione significa rendere ancora più difficile per le nuove generazioni entrare nel mercato del lavoro. Innalzare, infine, le tasse riducendo il reddito disponibile delle persone attraverso l'aumento dell'Iva (un costo per i consumatori) e del prezzo della benzina finisce per pesare sulle fasce sociali più esposte all'impoverimento derivante dalla crisi. La più grande delusione arriva dal silenzio riservato al sistema formativo. Sarebbero stati sufficienti piccoli segnali per dare senso e consistenza alle parole del Presidente Monti sull'importanza che lo studio ha per dare una prospettiva, un orizzonte politico nuovo alle future generazioni e all'affermazione del presidente di Banca Italia che investire in capitale umano produce più ricchezza per gli individui e per la collettività. Invece dobbiamo constatare con amarezza che i nostri settori con questa manovra si troveranno ancora più in difficoltà rispetto al passato. Dati preoccupanti che si inseriscono in un contesto fortemente compromesso dalle politiche neo liberiste degli ultimi anni che hanno abbassato dello 0,50% la media della spesa per l'istruzione e la ricerca in rapporto al Pil che è tra i più bassi nei paesi OCSE (4,5% contro una media del 6,1%). Pertanto non è condivisibile l'idea di chi pensa che per ridare centralità ai settori della conoscenza non siano necessari investimenti, anzi si può ancora tagliare. Il settore della scuola aveva già pagato la crisi con oltre 130.000 tagli di posti di lavoro, 1200 posti in meno in Molise, blocco degli stipendi con il congelamento degli scatti e del contratto, riduzione dei finanziamenti per il funzionamento delle scuole. In tutti gli interventi nelle assemblee è stata rilevata la necessità di proseguire con determinazione la mobilitazione per una scuola pubblica di qualità a partire dalla massiccia partecipazione allo sciopero generale dell’ultima ora indetto da tutte le organizzazioni sindacali il 19 dicembre prossimo.