26/9/2011 ● Scuola
Ufficio scuola: programma di formazione a.s. 2011-2012
Anche per questo anno scolastico da poco iniziato l’Ufficio Scuola della nostra Diocesi propone un percorso formativo per tutti gli insegnanti di religione cattolica delle scuole che ricadono nel territorio diocesano. Il progetto si svolgerà secondo due direttrici, apparentemente parallele ma di fatto convergenti: continua, da un lato, la riflessione su temi dedicati all’urgenza educativa che da qualche anno è al centro dell’attenzione e delle attività delle nostre comunità cristiane. La necessità dell’alleanza educativa tra tutte le realtà alle quali sta a cuore l’educazione delle nuove generazioni, chiesa, scuola, famiglia, associazioni, non ci fa abbassare la guardia sulle problematiche che la nostra società, e di riflesso il mondo della scuola, vive quotidianamente. L’insegnante di religione sa di essere un educatore che lotta in prima persona su un fronte molto caldo, da questo punto di vista, e sa anche che se non è opportunamente preparato, culturalmente, professionalmente, spiritualmente, umanamente, il fallimento e la conseguente frustrazione è certa, ma questo vale per tutti gli insegnanti che ogni giorno varcano le soglie delle nostre scuole. L’urgenza di dialogare, aiutarsi e aiutare, collaborare con tutte le forze in campo è fuori di dubbio. Se il mondo della scuola non realizza una feconda sinergia innanzitutto al suo interno, e quindi con le famiglie, le istituzioni e le altre ‘agenzie educative’, il lavoro che generosamente svolge rischia di essere vanificato.
Accanto a questa dimensione, agli insegnanti di religione cattolica verrà proposto un cammino formativo a partire dal testo biblico, come strumento indispensabile, libro fondante lo stesso insegnamento e testo indispensabile per la propria formazione. L’insegnamento della religione cattolica non può fare a meno del testo biblico e questo ogni insegnante lo sa molto bene; per cui si richiede un continuo contatto col testo, perché l’uso nella didattica possa essere sempre più fruttuoso.
Forse si è perso troppo tempo nell'adottare come libri di testo alcuni sussidi che, anche se ben composti, non pongono a contatto diretto con la Scrittura. Conosciamo il crescente pluralismo religioso che caratterizza le scuole primarie e secondarie. II riferimento forte alla Scrittura nei libri di testo per l'Irc presenta notevoli vantaggi.
La Scrittura rappresenta il testo che estende gli orizzonti ecumenici della fede, poiché unifica i cristiani delle diverse confessioni. Le stesse religioni monoteistiche riscontrano nella Scrittura il loro comune sentire, pur nelle differenti traiettorie che vanno rispettate e che arricchiscono il dialogo interreligioso. Si pensi all'importanza che Abramo e Gesù rivestono a diverso titolo nell'ebraismo, nel cristianesimo e nell'islam.
Per l'Occidente la Scrittura costituisce il "grande codice" culturale, senza il quale non avremmo la Biblia pauperum che sono le grandi cattedrali europee e buona parte dell'arte pittorica e della letteratura medievale, moderna e contemporanee. Si pensi al debito che alla Scrittura devono la Divina Commedia di Dante, II Don Chisciotte di M. de Cervantes, I Promessi Sposi e gli Inni Sacri di A. Manzoni, 1 Fratelli Karamazov di F. Dostoevskij, Giuseppe e i suoi fratelli di T. Mann, Giobbe di Ph. Roth, 11 Quinto Evangeli di M. Pomilio, Davide di C. Coccioli, Getsemani di G. Saviane. Quanto della Scrittura si riversa nella poesia italiana che non a caso inizia con la poesia religiosa di Francesco d'Assisi e di Jacopone da Todi, per approdare in quella dell'ermetismo di G. Ungaretti, S. Quasimodo ed E. Montale, e abbondare nei religiosi C. Rebora e D.M. Turoldo, per tornare a quella "escatologica" di M. Luzi e alla poetica di A. Negri e A. Merini. Anche nell'accezione più neutrale possibile la Bibbia non può continuare a restare relegata nell'ambito religioso, ma travalica gli steccati culturali e si rivela fonte letteraria di primo livello.
Purtroppo in diversi casi si assiste a una riscrittura "degenerativa", e ideologizzata della Scrittura, come in Il vangelo secondo Gesù di J. Saramago, in Il Codice Da Vinci di D. Brown, in Il Vangelo secondo la scienza di P. Odifreddi. Tuttavia si tratta di degenerazioni che non si possono evitare, ma che è necessario affrontare con competenza e senza cadere in approssimazioni, nè in opzioni apologetiche occlusive.La Scrittura divinamente ispirata offre il percorso più completo per un umanesimo integrale, poiché non tratta di Dio senza, nello stesso tempo, affrontare le grandi domande della persona umana, in qualsiasi coordinata spaziotemporale cresca e maturi.
Che non si perpetui ancora il vuoto denunciato da quel grande critico della letteratura che stato F. De Sanctis più di un secolo fa: "Mi meraviglio che nelle nostre scuole, dove si fanno leggere tante cose frivole, non sia penetrata un'antologia biblica, attissima a tener vivo il sentimento religioso ch'e lo stesso sentimento morale nel suo senso più elevato".
Marcello Paradiso, direttore Uffico Scuola della diocesi.