4/2/2001 ● Cultura
Mamma, ...li turchi!
Redazione FPW...Egli - il de Ribera (1) - parla del 1567, anno seguente, in cui poté avvenire un’altra incursione; e in questa Guglionesi fu certamente salvata e vittoriosa. Eccone la descrizione in cui mi piace (chi parla è il canonico A.M. Rocchia dal cui libro "Cronistoria di Guglionesi..." è ripreso questo brano) rapportare le sue stesse parole. "Procedendo più innanzi, vennero (i Turchi) in Termoli, i cui abitanti essendo fuggiti alla montagna, nulla resistenza vi trovarono, il quale saccheggiarono, e brugiarono al pare de’ detti luoghi. Nel che stando, si distesero alcune compagnie di Turchi sino a Coionese Terra verso la montagna, i Terrasani della quale intendendo che venivano i Turchi, volevano fuggire alla montagna ed abbandonare la Terra. Nella cui avendo noi una casa con alcuni fondi e molini, al governo del tutto trovavasi fattore un D. Serafino da Vicenza nostro Canonico, il quale tolto l’archibugio in collo, ed il morione in testa, corse (col valor di sangue Vicentino) da’ Sindaci della Terra, dicendo: ah ch’egli non si fa così se fornite per quattro ladroncelli che vengono alla busca, scorrendo la campagna; non siete voi in Terra ben murata, di chi temete? credete forse che condurranno artiglierie da battere le mura, o che abbiano ali da volare? non siete voi a loro cavalieri? fermatevi dunque e riportasi la gente alle mura, se non volete acquistarvi eterna infamia, e venite meco, e punto non dubitate fidandovi del divino ajuto, quale vedete tosto in vostro favore". "Fu tale la persuazione dell’animoso Religioso, che armandosi di fatto tutti, andarono seco a distribuire la gente per le mura, portando le donne tutti i sassi che trovavano per il paese, attorno le mura, con cui eglino volevano altresì combattere. Onde posta tutta la gente in ordine a combattere nelle mura, aspettando coraggiosamente il nemico. Dirizzò il prefato Religioso con alquanti Archibusieri verso la Porta inferiore della Terra, la cui porta aveva molti buchi, e larghe fessure, né a raccordo d’uomo era stata chiusa, ove stando alla mira che giongessero i Turchi, i quali non guari indugiarono a comparire, facendo ala alquando discosti dalla porta. Fra questi vi era uno vestito riccamente di cremisino, che si giudicava essere alcun Capitano, o altro personaggio segnalato. Disse allora D. Serafino: lasciatemi tirare il primo a quello vestito d’armisino, e tosto ciascun di voi togli di mira uno di que’ primi che pajono principali. I Turchi alzando le voci fino al Cielo, fecero una solenne gridata, come son soliti per atterrire gli animi; nel cui mentre D. Serafino tirò al vestito d’armisino, a cui colpendo nel petto, buttollo colle gambe all’aria; e di mano in mano facendo gli altri lo simile, prendendo in collo il vestito d’armisino, si posero in fuga, sicché la Terra rimase salva e libera mediante il valore industria e persuazione del nostro prefato D. Serafino, come mi affermarono gli stessi Terrazzani, ove andai poco dopo a diporto alcuni mesi". Su questa sconfitta de’ Turchi è molto viva la tradizione, specialmente intorno ad un altro officiale Ottomano ucciso da una schioppettata tirata da una donna (2) dalla Casa soprastante alla Porta da Piedi (Porta Frentana). 1) Il de Ribera cui fa riferimento il Canonico Angelo Maria Rocchia, Autore di questo brano, è Pietro Paolo De Ribera, autore a sua volta de "Successi de’ Canonici Regolari Lateranensi nelle loro Isole Tremitane contro i Turchi nel 1567" - Venezia 1606 Cap. VIII pag. 35 e seg. 2) Tale donna è stata identificata in Alessia della Nobile Famiglia dei Cerifoglio il cui Capostipite fu Alexius Cirus De Folieu, Capitano d’arme giunto a Guglionesi con le truppe francesi di Carlo V. Di questa Famiglia si dirà più diffusamente in un prossimo articolo. (n.d.r.)