14/9/2011 ● Politica
Non sono stipendiato...
Prima di confrontarmi con i Consiglieri del mio gruppo, desidero
preannunciare la mia decisione di non aderire alla proposta di deliberazione
presentata dai Consiglieri di minoranza perché ritengo di non essere mai stato
“stipendiato” e di non conoscere la “previsione legislativa e regolamentare
(dello stipendio)” che “ ha snaturato il ruolo dell’amministratore pubblico”.
Non entro nel merito di come si onora quanto affermato da Paolo VI perché, come
sempre mi rimetto al “giudizio popolare” e a quello della mia coscienza. Paolo
VI certamente non intendeva dire che non bisogna essere indennizzati:
giustamente la Chiesa non ha mai rinunciato al sostentamento del Clero o del
volontariato!
Volevo solo far notare che il “giudizio popolare” terrà conto: dell’impegno
quotidiano, della frequentazione del Comune per conoscere i suoi problemi e
contribuire a risolverli; del tempo sottratto alle proprie attività, pubbliche e
private. Chi deve giudicare saprà valutare l’impegno profuso da ogni eletto. Ai
cittadini occorre, comunque, dire che il tempo sottratto per partecipare ai
Consigli e alle Commissioni ha un costo sicuramente molto superiore alle
indennità e ai gettoni di presenza: l’assentarsi per motivi istituzionali dal
lavoro ha un costo, sia che si lavori per il pubblico, sia che si lavori con un
privato, sia che si sia lavoratore autonomo.
Voglio fare solo notare che è bene che, soprattutto chi è eletto, a tutti i
livelli, non contribuisca con considerazioni qualunquistiche ad accrescere il
distacco con i cittadini.
Continuando di questo passo si va dritto nella direzione di chi vuole imporre il
ritorno alla dittatura.