14/8/2011 ● Cultura
Sì agli Abruzzi, alla riunificazione dell’Abruzzo e del Molise
La Finanziaria bis che il Parlamento italiano sta per approvare prevede
l’eliminazione delle province che contano meno di 300mila abitanti. Nel Molise
(319.000 abitanti in tutto) sia Campobasso che Isernia ne contano di meno ed è
prevista la loro abolizione. Molto probabilmente verranno accorpate e si tornerà
alla sola provincia di Campobasso.
Era ora! Nel Molise chi ci perderà sono solo i politici che temono di perdere la
propria poltrona. Chiunque altro ci guadagnerà. Occorre resistere ai
ragionamenti demogogici quando ne se discuterà in Parlamento e si invocherà la
specificità del ‘caso Molise’. Un ruolo fondamentale, storico, dovrà essere
svolto dall’Italia dei Valori e dal suo leader, il molisano Antonio Di Pietro
che da tempo si è dichiarato a favore dell’eliminazione delle province.
Se si crea un “caso Molise”, come se ne potrà uscire? Tre le soluzioni: la prima
è che entrambe le province vengano cancellate, lasciando al Molise solo l’ente
regionale. L’altra è che la provincia di Campobasso, accorpi quella di Isernia
come era il caso fino al 1970. Ma se questo avviene Regione e Provincia si
troverebbero a coprire il medesimo territorio con il rischio di tanti doppioni
inutili e costosi. L’unica variazione sarebbe nelle competenze. Un po’ come la
Val D’Aosta, che però è una regione a statuto speciale e che rischia allo stesso
modo la soppressione della provincia di Aosta.
La soluzione più logica – e l’occasione che si presenta è assolutamente storica
e da non perdere- è una terza: fare di Campobasso la sola provincia e (ri)-accorpare
la Regione Molise all’Abruzzo, come è stato il caso dal 1861 al 1963, e tornare
alla unica regione Abruzzo e Molise o agli Abruzzi. Tanti sarebbero i vantaggi:
territorialmente l’Alto Molise, il territorio di Agnone, verrebbe di nuovo a far
parte della valle del Trigno e dell’alto Sangro. La fascia costiera molisana,
ribattezzata Basso Molise, tornerebbe a far parte della Frentania che si estende
lungo la costa adriatica nord-sud e include centri come Lanciano, Ortona, Vasto,
San Salvo, Montenero di Bisaccia, Guglionesi, Termoli, Campomarino e Larino.
Economicamente il Molise ritroverebbe la sua vocazione di confine dell’Italia
centrale e politicamente esprimerebbe figure di maggiore spessore e valore.
Tanti i vantaggi per il piccolo Molise da trarre da una situazione di crisi come
quella che si è venuta a creare. Sì, sì, sì quindi alla rinascita degli Abruzzi.
Calcoli, supposizioni e grida d’allarme già lanciate da qualche politico locale.