8/8/2011 ● Politica
Regionali 2011, brevi riflessioni di un elettore di centro sinistra
La campagna elettorale del centro sinistra (perché di questo si tratta, non
di primarie), vista dal versante del mondo del lavoro, fa tristezza. Ognuno
cerca di lucrare una piccola rendita di posizione in attesa di un possibile
sfaldamento del regno di Iorio.
Secondo me, la prima domanda che un dirigente del centro sinistra molisano
dovrebbe porsi è: come possiamo mandare a casa coloro che stanno affamando il
Molise e sostituirli con una classe dirigente capace ed affidabile?
Invece, molti dirigenti del centro sinistra, si arrovellano su altri
interrogativi così sintetizzabili: quale sarà il mio posto nei futuri scenari?
C’è, lo si vede quotidianamente, prevalentemente l’aspirazione personale. Con
questi presupposti, difficilmente si potrà riuscire a fare sintesi sugli
interessi generali.
In un contesto del genere, nonostante la fiducia che gli elettori molisani hanno
riposto in passato, in più occasioni, al centro sinistra, non si vede un
cambiamento di rotta. Una classe dirigente si dovrebbe scegliere su ciò che ha
realizzato, sulla capacità di aggregare, sulla chiarezza delle posizioni
assunte, sui risultati ottenuti, insomma, sulle prove di affidabilità che ha
dimostrato nel suo agire quotidiano. Proprio per questo, a me sembra, che più di
qualcuno dei candidati del centro sinistra non meriti un ruolo dirigente.
L’azione politica, nel centro sinistra molisano, non è legata a progetti,
programmi, idee e valori che uniscono; è spesso incentrata, piuttosto, ad
individuare ed accentuare tutte le micro differenze che dividono.
Lo si è visto spesso, ad esempio: nei comportamenti dei consiglieri regionali;
nelle proposte da loro sostenute, nelle loro iniziative politiche; nella
composizione dei gruppi dirigenti; nelle scelte dei candidati per le
amministrative (Termoli e Campobasso sono un esempio indecente); nel dibattito
sui grandi problemi della società molisana. Il centro sinistra non è riuscito
mai a parlare con una voce sola. Difficile pensare che gli stessi personaggi
possano, oggi, fare una sintesi unitaria. Dov’erano in passato? Cos’hanno fatto
per evitare questa frantumazione? Si può dire che hanno lavorato per l’unità?
Credo che nel Molise le emergenze siano tante e rilevanti (crisi industriale,
imprese che chiudono, cassa integrazione alle stelle, emergenza sanità,
trasporti nel caos, scuola pubblica devastata, rete dei servizi sociali
impoverita, edilizia allo sbando, ecc.) per cui non ci si può attardare a
seguire questi balletti inconcludenti e pericolosi. Il mondo del lavoro ed i
cittadini hanno bisogno di risposte credibili e di un ceto politico autorevole.
Già in passato i cittadini molisani hanno dato credito al centro sinistra e
sappiamo com’è andata a finire!
Ciascuno faccia la sua parte nell’interesse collettivo. E’ ora di costruire e
non di scansare macerie generate dalle contrapposizioni personali.