29/7/2011 ● Politica
Dalle ceneri del calcio
Nel silenzio più assordante si è consumata una delle pagine più tristi del calcio agonistico locale. Nulla lasciava presagire un simile epilogo: dalla comprovata esperienza e dallo spirito di sacrificio dei fratelli Basler si è giunti alla roboante intervista al neo Assessore comunale del settore che preannunciava grosse ambizioni da raggiungere. Si è soliti paventare situazioni di difficoltà quando si chiama a raccolta coloro che attribuiscono grande valenza al mondo del calcio dato il grande interesse che riscuote presso i cittadini, ma in tale circostanza all’epilogo si è giunti senza tener conto di questo aspetto importante. Se penso che tra l’allora dirigenza della società sportiva e l’ente locale non si è pervenuti ad un accordo per la prosecuzione dell’attività agonistica, ognuna delle parti potrà certo accampare le sue giuste rivendicazioni, ma penso che sul piatto della bilancia andavano soppesate le aspettative degli sportivi locali che hanno sempre dimostrato un buon attaccamento ai colori neroverdi. Mi chiedo se nel momento di prendere una decisione simile non si è pensato al valore extrasportivo che il calcio assume in una comunità come la nostra. Stiamo diventando una comunità silente, rassegnata, che assiste passiva alla privazione di servizi come gli esami di laboratorio presso l’ambulatorio comunale, alla parziale erogazione di acqua in favore di altri comuni, alla drastica riduzione dei servizi sociali nei confronti delle categorie meno abbienti (a causa del governo Berlusconi e di un governo regionale che non reintegra i ridotti trasferimenti del FUS), allo sversamento sui propri terreni di materiali inquinanti frutto di attività illecite, al declino delle principali aziende agroindustriali e, nel caso del Conservificio, ad una problematica nuova gestione di cui si è occupato il consigliere Romano in una interrogazione al governo regionale, ad un diffuso disagio giovanile denunciata in un’omelia dall’allora Vice Parroco Don Alessio e che pure ha lasciato tutti indifferenti come proverbiali struzzi. Nessuno vuole addossare colpe specifiche a qualcuno, ma in una comunità che in un solo giorno all’anno si professa coesa sull’esempio del Santo Protettore ognuno deve fare il proprio dovere in vista d’una responsabilità che ritiene giusto assumersi (Kennedy recitava in un celebre suo discorso: ”Non chiedetevi cosa l’America può fare per gli americani ma cosa gli americani possono fare per l’America), dall’Ente pubblico alla famiglia, dai centri educativi alle organizzazioni sociali e, per finire, ai singoli cittadini. Per tornare al mondo del calcio speriamo che le risorse risparmiate siano investite per le società che operano nel puro settore giovanile, così da esaltare maggiormente il valore pedagogico dello sport rispetto al fattore agonistico: abbiamo bisogno di politiche vere e proprie che sappiamo incidere, anche se nel lungo periodo, sui ragazzi piuttosto che di singoli avvenimenti sportivi che si limitano all’episodicità.