10/7/2011 ● Politica
Beata… la politica!!
La politica campobassana, data la povertà di contenuti che caratterizza il proprio orizzonte culturale e politico, in un panorama avaro di contenuti propri è costretta a fare affidamento sulle prestazioni canore del primo cittadino, nonché sulla “guerra santa” ordita dall’amico Tiberio al fine di ostacolare la decisione della Curia circa lo spostamento delle ossa di fra Immacolato a Castelpetroso. Risultato? Avventurarsi in uno sconfinamento di campo messo in atto per catturare l’attenzione dei cittadini con il pretesto di una presunta nobilitazione delle origini native … sfido chiunque, tra i vari interessi ed esigenze da perseguire per la realizzazione del bene della collettività, a trovare qualcosa di più effimero! Conquistato sul campo il ruolo di portavoce del Presidente della provincia con annessi onori e riconosciutegli le indubbie virtù quale trasmigratore in compagnia da opposti lidi, egli ritiene d’aver ricevuto l’investitura di qualificato rappresentante della maggioranza dell’opinione pubblica, benché tale presunzione non abbia ricevuto il conforto d’alcun sondaggio. Evidentemente, data l’appartenenza ad una maggioranza politica, si sente autorizzato ad ergersi quale rappresentante della maggioranza dei cittadini in ogni possibile contesto. Il nostro, anziché interrogarsi sulla qualità della vita dei suoi concittadini, sul problema del traffico e della pulizia della città, sulla qualità delle strade urbane ed extra, sull’ormai consueto ricorso dell’amministrazione all’alibi del populismo deleterio e retorico quale licenza per continuare a lamentarsi dei soldi che non ci sono, attinge a questa inesauribile risorsa per sviare l’attenzione su una tematica molto cara ai cittadini. Dando prova delle sue indubbie qualità di politico attento al quotidiano, lo vediamo tirar fuori dal cilindro la rivendicazione della campobassanità di un uomo in procinto d’essere elevato alla dignità di Beato e la cui figura verrà proposta dal Magistero alla platea universale dei fedeli per divenire patrimonio della Chiesa. Sebbene la liceità di porre domande alla gerarchia ecclesiastica sia indubbia, è senz’altro riprovevole voler catturare l’attenzione dei concittadini facendo scadere un tema religioso in una disputa da “guelfi e ghibellini”. Evidentemente la visione che l’amico Tiberio possiede della gerarchia ecclesiastica non riesce a travalicare l’aspetto istituzionale della stessa; in tal guisa diventa per lui un compito arduo quello di comprendere che il credente, oltre ad essere tenuto all’obbedienza, deve esser certo della presenza, all’ombra di una determinata decisione, di una volontà superiore che magari non riusciamo in un primo momento a cogliere con nitidezza, eppure sovrintende a tutto … dunque obbedienza sì, ma alla libertà di aderirvi o meno. Concludendo, si può affermare una cosa con certezza: fra Immacolato avrebbe manifestato il suo biasimo per tutto questo chiasso creatosi attorno alla sua persona e, se in tutta coscienza si volesse individuare l’ideale soluzione per esaltare gli aspetti eroici ed esemplari della sua vita, non occorrerebbe nient’altro che seguire il suo esempio nel corso della nostra esistenza e soprattutto in politica, affinché questa possa essere beata anziché biasimata.