BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


7/7/2011 ● Cultura

Fare Termoli provincia abolendo il Molise, una Regione che è stato un errore storico fare!


  Redazione FPW ● 2202


Filippo Salvatore spiega perché il "Molise adriatico" è penalizzato e perché dipende da Campobasso, che lo tira verso il Meridione, in un analisi geografica e amministrativa per una Regione “che è stato un errore storico fare”. Cosa hanno in comune la costa e i comuni che circondano Campobasso, oppure i termolesi con i venafrani?
Filippo Salvatore, originario di Guglionesi, docente di studi italiani alla Concordia University di Montreal, dottore di Harvard e direttore della rivista trilingue PanoramItalia, non ha dubbi: «Niente, proprio niente. Per questo la Terza Provincia è non solo auspicabile, ma addirittura necessaria se non si vuole far sprofondare ulteriormente la Frentania molisana verso il profondo sud…». Lo dice un intellettuale che non ha interessi diretti, né ambizioni personali e che segue il Molise dal lontano, dal Canada, da Montreal dove vive una comunità di origine molisana di oltre 80.000 persone.

Prof. Salvatore, Lei ha sentito parlare della "Terza Provincia Molisana". Si dichiara favorevole?
Mi dichiaro entusiasta. Ho letto qualche giorno fa un articolo che parla di questo dibattito e ho pensato: finalmente si riflette su qualcosa di davvero utile al territorio! Si parla da anni di abolire le province, ma in realtà si continua a crearne. L’abolizione delle province non avverrà domani.

Lo crede davvero?
Altrochè! E, insieme a me, lo credono tantissimi molisani che vivono a Montreal e Toronto, di cui la maggior parte proviene proprio dalla Frentania molisana, che si ha la cattiva abitudine di definire il ‘Basso Molise’.

E per quale ragione?
Le ragioni che dovrebbero spingere il Parlamento nazionale ad approvare un eventuale disegno di legge per fare di Termoli una provincia sono diverse. Ne indico almeno tre: una ragione geografica e storica, una economica e una amministrativa.

Qual è quella geografica?
La Provincia di Termoli corrisponderebbe alla fascia costiera, al territorio frentano, a quello che è definito amministrativamente oggi il Basso Molise. Quindi non farebbe altro che confermare anche dal punto di vista amministrativo una realtà di fatto. Mi spiego: all’Alto Molise corrisponde Isernia e la sua Provincia, al Medio Molise Campobasso e la sua provincia ed al Basso Molise Termoli e la sua provincia. Alle ragioni geografiche si aggiungono poi anche quelle demografiche. La provincia di Termoli verrebbe ad avere circa centomila abitanti, grosso modo un terzo della popolazione molisana. Si ristabilirebbe così un equilibrio amministrativo e politico che pende al giorno d’oggi troppo a favore del capoluogo regionale, Campobasso.

La "Provincia di Termoli" come soluzione. Si spieghi meglio.
Attualmente Isernia, con una popolazione di poco superiore a ventimila abitanti, è capoluogo provinciale di un territorio specifico, l’Alto Molise, di meno di centomila abitanti. Campobasso, con circa cinquantamila abitanti, copre sia il Medio che il Basso Molise con una popolazione complessiva di duecentotrentamila abitanti. Chi resta penalizzato dalla realtà esistente è chiaramente la Frentania Molisana, che pur costituendo una realtà demografica, geografica e storica con caratteristiche proprie, è accorpata amministrativamente a Campobasso. Con il risultato di far coesistere due culture diverse, quella di costa e quella di cima molto differenti e due territori che hanno poco in comune.
Fino al 1963 una parte dei molisani, soprattutto intellettuali campobassani si sentiva diversa dai cugini abruzzesi, ed ha rivendicato ed ottenuto - secondo me sbagliando - l’autonomia regionale. Ma il più grande intellettuale D’Ovidio era contrario all’autonomia regionale va sottolineato. Al giorno d’oggi la maggioranza dei residenti della costa molisana si sente diversa dai loro corregionali che abitano all’interno de territorio. Il Basso Molise corrisponde storicamente all’antica Frentania, un territorio che comprendeva la fascia costiera adriatica da Pescara, più o meno, fino al larinate.Questa è la vera identità storica del territorio che verrebbe a formare la provincia di Termoli. La conferma è arrivata anche dai reperti archeologici, che hanno dimostrato che la foce del Biferno faceva parte del corridoio adriatico della Via Traiana.

Mi corregga se mi sbaglio, ma ha appena dichiarato che la creazione della regione Molise è stato un errore?
Ha capito benissimo. É stato un errore madornale che ha soddisfatto la vanità di intellettuali come Pasquale Albino o Giambattista Masciotta. Le rivendicazioni di autonomia avevano un senso nell’800, ma non nel 1963! Il risultato, del resto,dopo quasi cinquant’anni, sono sotto gli occhi di tutti. Il Molise si è meridionalizzato, conquistando tutte le caratteristiche negative, ad eccezione per fortuna della presenza del crimine organizzato, di una regione del sud: inefficienza, mancanza di competitività, programmazione carente, classe politica mediocre ed avida di potere, assistenzialismo, eccetera. Sarebbe ora di discutere seriamente se il Molise come regione a sé stante ha ancora senso. Io sono convinto di no.

Le sue critiche, più che alla regione Molise, si rivolgono alla classe dirigente, non Le pare? E le manchevolezze indicate ci sarebbero anche con l’eventuale Istituzione di una Terza Provincia, quella di Termoli.
Certo il problema è la classe dirigente scadente. Ma è anche la forma mentis con la quale si amministra il Molise. Gli amministratori molisani che riescono a controllare il risultato delle elezioni voto per voto e praticano così un clientelismo vergognoso, perseguono da decenni una visione orizzontale nella programmazione in un paese come l’Italia in cui da sempre, invece, prevale una logica verticale. Termoli rispetto a Campobasso è quello che Pescara/Chieti sono rispetto a L’Aquila. Con una differenza: che la fascia costiera abruzzese ha finito col prevalere su quella montana, diventando il vero centro culturale/economico, con appendici come Francavilla, Ortona, Lanciano, Vasto e San Salvo ed ha permesso all’Abruzzo di inserirsi nell’Italia e nell’Europa che conta. Nel Molise invece prevale ancora una pianificazione per la zona costiera concepita nella zona montana, che non vuole rinunciare alle sue prerogative centripete. Questa è appunto l’anomalia che caratterizza la Regione Molise al giorno d’oggi e ne impedisce lo sviluppo organico, corrispondente ai veri bisogni del territorio.

Ma, in tutta onestà, l’istituzione della Terza Provincia, quella di Termoli, metterebbe davvero fine a questa situazione critica?
Una Terza Provincia secondo me è una grande possibilità per modificare questo stato di cose. Oggi la parte più ricca e dinamica della regione, la Frentania molisana, si trova in una posizione subalterna che le impedisce di svolgere un ruolo autonomo e dinamico nel concepire il suo sviluppo economico e culturale, anche perché non ha la veste giuridica, e quindi il potere politico che ne consegue, per controllare amministrativamente il suo territorio. E la classe politica si adegua, per proprio tornaconto, a questa logica, seguendo una visione miope dello sviluppo del territorio che amministra.
La provincia di Termoli, che corrisponde anche alla zona più industrializzata e più fertile della Regione, permetterebbe alla fascia costiera di inserirsi nella logica di sviluppo economico verticale, di tornare a far parte dell’Italia centrale, in quanto segmento territoriale dello sviluppo costiero della Frentania, della costa Adriatica da Pescara a Campomarino.

Professor Salvatore, Lei parla di Termoli come Terza Provincia. Ma è al corrente che la Terza Provincia potrebbe essere denominata Termoli-Larino?
Assurdo. Larino, con tutto il rispetto, non ha semplicemente i numeri. É un paese di ottomila abitanti. Chi ne parla in questi termini lo fa per ottenere consensi nell’area del larinate. E’ evidente che solo Termoli ha i numeri per poter rivestire un ruolo di capoluogo provinciale. Andrebbe chiarita inoltre anche l’appartenenza delle Isole Tremiti alla provincia di Termoli.

Ancora per una circostanza storica e culturale...
Storicamente il monastero benedettino delle Tremiti ha svolto un ruolo importantissimo lungo la costa abruzzese e molisana fino all’alta Capitanata marittima. Ci sono ragioni storiche, identitarie ed economiche per annettere le Tremiti alla costituenda provincia di Termoli, che tra l’altro è il punto di partenza principale per visitare le Tremiti.I tremitesi si sentono molto più vicino a Termoli che a Manfredonia o Vieste.

In questo momento storico di crisi, onestamente l’idea della Terza Provincia incontrerebbe tanti ostacoli. Nella realtà dei fatti è un percorso lungo e difficile mentre oggi si parla tanto di abolire le province.
E’ un argomento complesso, certo, ma che dovrebbe diventare prioritario nel dibattito politico molisano dove non solo le province , ma la Regione stessa va rimessa in discussione. Quello che dovrebbe prevalere non sono tanto i ripicchi campanilistici, ma una oggettiva disanima del modo migliore per far progredire la Regione e servire gli interessi della popolazione. Purtroppo in questioni come queste prevale sempre il calcolo spicciolo, ‘il particulare’ per dirla col Guicciardini, la perdita della propria poltrona e dei privilegi, non l’amore della propria terra.

L’obiezione principale che può essere mossa a questa proposta è di natura economica. Costi aggiuntivi per la realizzazione di un nuovo apparato istituzionale, con annessi dipendenti, consulenti eccetera.
E’ un’obiezione fondata, ma chiaramente pensare a una Terza Provincia deve significare pensare di dover dimezzare l’entità e le risorse – e dunque i costi – delle due attuali. Togliere qualcosa a Isernia, e un bel po' a Campobasso, in favore di Termoli. Con benefici, sono certo, per tutte e tre.

Non crede che in un’epoca in cui si parla di unificare il territorio, questa potrebbe apparire una divisone inutile?
Unificare sì, ma in maniera coerente! Come ho già detto, non si possono mettere insieme pescatori e montanari…. Termoli ed il suo territorio frentano dovrebbero prendere in considerazione di unirsi a realtà geograficamente simili, come la costa abruzzese, al resto della Frentania appunto.Uno studio della Fondazione Agnelli propone di ridurre le regioni italiane da 20 a 12. Questa sì che sarebbe una cosa efficace ed utile per l’Italia! Il Molise, una piccola regione che non conta nulla con una identità cucita con lo spago, malgrado la retorica dei politici – io l’amo moltissimo, ma sono costretto a dire la verità – potrebbe benissimo appartenere in parte alla Campania e costituire con Benevento il Molisannio e in parte all’Abruzzo,( la zona intorno ad Agnone e la Frentania molisana).Questo nuovo assetto amministrativo sarebbe in linea con l’emergente idea federale, che, per esistere, deve poter contare su Regioni autosufficienti e, soprattutto, omogenee. Insomma il dibattito su Termoli provincia potrebbe sfociare su un dibattito serio su come applicare concretamente il federalismo fiscale che avrà un’incidenza profonda sull’amministrazione e lo sviluppo del territorio.

A novembre qui in Molise voteremo per il rinnovo del Consiglio Regionale. Professor Salvatore, dica la verità. Non è la prima volta che lei tratta l'argomento, anzi periodicamente solleva la questione "Terza Provincia". La sua proposta continua ad essere una provocazione per la classe politica?
Ho detto quello che penso davvero, e la storia, credo, costituisce un fondamento reale delle mie idee. Sono provocatorie? Poco male. Il Molise, addormentato com’è, e preso nella morsa dell’avidità della classe politica attuale, ha bisogno di idee provocatorie per svegliarsi. Mentre i molisani dormono, gli altri sono svegli e si danno da fare.

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