7/7/2011 ● Cultura
Fare Termoli provincia abolendo il Molise, una Regione che è stato un errore storico fare!
Filippo Salvatore spiega perché il "Molise adriatico" è penalizzato e perché
dipende da Campobasso, che lo tira verso il Meridione, in un analisi geografica
e amministrativa per una Regione “che è stato un errore storico fare”. Cosa
hanno in comune la costa e i comuni che circondano Campobasso, oppure i
termolesi con i venafrani?
Filippo Salvatore, originario di Guglionesi, docente di studi italiani alla
Concordia University di Montreal, dottore di Harvard e direttore della
rivista trilingue PanoramItalia, non ha dubbi: «Niente, proprio
niente. Per questo la Terza Provincia è non solo auspicabile, ma addirittura
necessaria se non si vuole far sprofondare ulteriormente la Frentania molisana
verso il profondo sud…». Lo dice un intellettuale che non ha interessi
diretti, né ambizioni personali e che segue il Molise dal lontano, dal Canada,
da Montreal dove vive una comunità di origine molisana di oltre 80.000 persone.
Prof. Salvatore, Lei ha sentito parlare della "Terza Provincia Molisana". Si dichiara favorevole?
Mi dichiaro entusiasta. Ho letto qualche giorno fa un articolo che parla di
questo dibattito e ho pensato: finalmente si riflette su qualcosa di davvero
utile al territorio! Si parla da anni di abolire le province, ma in realtà si
continua a crearne. L’abolizione delle province non avverrà domani.
Lo crede davvero?
Altrochè! E, insieme a me, lo credono tantissimi molisani che vivono a Montreal
e Toronto, di cui la maggior parte proviene proprio dalla Frentania molisana,
che si ha la cattiva abitudine di definire il ‘Basso Molise’.
E per quale ragione?
Le ragioni che dovrebbero spingere il Parlamento nazionale ad approvare un
eventuale disegno di legge per fare di Termoli una provincia sono diverse. Ne
indico almeno tre: una ragione geografica e storica, una economica e una
amministrativa.
Qual è quella geografica?
La Provincia di Termoli corrisponderebbe alla fascia costiera, al territorio
frentano, a quello che è definito amministrativamente oggi il Basso Molise.
Quindi non farebbe altro che confermare anche dal punto di vista amministrativo
una realtà di fatto. Mi spiego: all’Alto Molise corrisponde Isernia e la sua
Provincia, al Medio Molise Campobasso e la sua provincia ed al Basso Molise
Termoli e la sua provincia. Alle ragioni geografiche si aggiungono poi anche
quelle demografiche. La provincia di Termoli verrebbe ad avere circa centomila
abitanti, grosso modo un terzo della popolazione molisana. Si ristabilirebbe
così un equilibrio amministrativo e politico che pende al giorno d’oggi troppo a
favore del capoluogo regionale, Campobasso.
La "Provincia di Termoli" come soluzione. Si spieghi meglio.
Attualmente Isernia, con una popolazione di poco superiore a ventimila abitanti,
è capoluogo provinciale di un territorio specifico, l’Alto Molise, di meno di
centomila abitanti. Campobasso, con circa cinquantamila abitanti, copre sia il
Medio che il Basso Molise con una popolazione complessiva di duecentotrentamila
abitanti. Chi resta penalizzato dalla realtà esistente è chiaramente la
Frentania Molisana, che pur costituendo una realtà demografica, geografica e
storica con caratteristiche proprie, è accorpata amministrativamente a
Campobasso. Con il risultato di far coesistere due culture diverse, quella di
costa e quella di cima molto differenti e due territori che hanno poco in
comune.
Fino al 1963 una parte dei molisani, soprattutto intellettuali campobassani si
sentiva diversa dai cugini abruzzesi, ed ha rivendicato ed ottenuto - secondo me
sbagliando - l’autonomia regionale. Ma il più grande intellettuale D’Ovidio era
contrario all’autonomia regionale va sottolineato. Al giorno d’oggi la
maggioranza dei residenti della costa molisana si sente diversa dai loro
corregionali che abitano all’interno de territorio. Il Basso Molise corrisponde
storicamente all’antica Frentania, un territorio che comprendeva la fascia
costiera adriatica da Pescara, più o meno, fino al larinate.Questa è la vera
identità storica del territorio che verrebbe a formare la provincia di Termoli.
La conferma è arrivata anche dai reperti archeologici, che hanno dimostrato che
la foce del Biferno faceva parte del corridoio adriatico della Via Traiana.
Mi corregga se mi sbaglio, ma ha appena dichiarato che la creazione della
regione Molise è stato un errore?
Ha capito benissimo. É stato un errore madornale che ha soddisfatto la vanità di
intellettuali come Pasquale Albino o Giambattista Masciotta. Le rivendicazioni
di autonomia avevano un senso nell’800, ma non nel 1963! Il risultato, del
resto,dopo quasi cinquant’anni, sono sotto gli occhi di tutti. Il Molise si è
meridionalizzato, conquistando tutte le caratteristiche negative, ad eccezione
per fortuna della presenza del crimine organizzato, di una regione del sud:
inefficienza, mancanza di competitività, programmazione carente, classe politica
mediocre ed avida di potere, assistenzialismo, eccetera. Sarebbe ora di
discutere seriamente se il Molise come regione a sé stante ha ancora senso. Io
sono convinto di no.
Le sue critiche, più che alla regione Molise, si rivolgono alla classe
dirigente, non Le pare? E le manchevolezze indicate ci sarebbero anche con
l’eventuale Istituzione di una Terza Provincia, quella di Termoli.
Certo il problema è la classe dirigente scadente. Ma è anche la forma mentis
con la quale si amministra il Molise. Gli amministratori molisani che riescono a
controllare il risultato delle elezioni voto per voto e praticano così un
clientelismo vergognoso, perseguono da decenni una visione orizzontale nella
programmazione in un paese come l’Italia in cui da sempre, invece, prevale una
logica verticale. Termoli rispetto a Campobasso è quello che Pescara/Chieti sono
rispetto a L’Aquila. Con una differenza: che la fascia costiera abruzzese ha
finito col prevalere su quella montana, diventando il vero centro
culturale/economico, con appendici come Francavilla, Ortona, Lanciano, Vasto e
San Salvo ed ha permesso all’Abruzzo di inserirsi nell’Italia e nell’Europa che
conta. Nel Molise invece prevale ancora una pianificazione per la zona costiera
concepita nella zona montana, che non vuole rinunciare alle sue prerogative
centripete. Questa è appunto l’anomalia che caratterizza la Regione Molise al
giorno d’oggi e ne impedisce lo sviluppo organico, corrispondente ai veri
bisogni del territorio.
Ma, in tutta onestà, l’istituzione della Terza Provincia, quella di Termoli,
metterebbe davvero fine a questa situazione critica?
Una Terza Provincia secondo me è una grande possibilità per modificare questo
stato di cose. Oggi la parte più ricca e dinamica della regione, la Frentania
molisana, si trova in una posizione subalterna che le impedisce di svolgere un
ruolo autonomo e dinamico nel concepire il suo sviluppo economico e culturale,
anche perché non ha la veste giuridica, e quindi il potere politico che ne
consegue, per controllare amministrativamente il suo territorio. E la classe
politica si adegua, per proprio tornaconto, a questa logica, seguendo una
visione miope dello sviluppo del territorio che amministra.
La provincia di Termoli, che corrisponde anche alla zona più industrializzata e
più fertile della Regione, permetterebbe alla fascia costiera di inserirsi nella
logica di sviluppo economico verticale, di tornare a far parte dell’Italia
centrale, in quanto segmento territoriale dello sviluppo costiero della
Frentania, della costa Adriatica da Pescara a Campomarino.
Professor Salvatore, Lei parla di Termoli come Terza Provincia. Ma è al
corrente che la Terza Provincia potrebbe essere denominata Termoli-Larino?
Assurdo. Larino, con tutto il rispetto, non ha semplicemente i numeri. É un
paese di ottomila abitanti. Chi ne parla in questi termini lo fa per ottenere
consensi nell’area del larinate. E’ evidente che solo Termoli ha i numeri per
poter rivestire un ruolo di capoluogo provinciale. Andrebbe chiarita inoltre
anche l’appartenenza delle Isole Tremiti alla provincia di Termoli.
Ancora per una circostanza storica e culturale...
Storicamente il monastero benedettino delle Tremiti ha svolto un ruolo
importantissimo lungo la costa abruzzese e molisana fino all’alta Capitanata
marittima. Ci sono ragioni storiche, identitarie ed economiche per annettere le
Tremiti alla costituenda provincia di Termoli, che tra l’altro è il punto di
partenza principale per visitare le Tremiti.I tremitesi si sentono molto più
vicino a Termoli che a Manfredonia o Vieste.
In questo momento storico di crisi, onestamente l’idea della Terza Provincia
incontrerebbe tanti ostacoli. Nella realtà dei fatti è un percorso lungo e
difficile mentre oggi si parla tanto di abolire le province.
E’ un argomento complesso, certo, ma che dovrebbe diventare prioritario nel
dibattito politico molisano dove non solo le province , ma la Regione stessa va
rimessa in discussione. Quello che dovrebbe prevalere non sono tanto i ripicchi
campanilistici, ma una oggettiva disanima del modo migliore per far progredire
la Regione e servire gli interessi della popolazione. Purtroppo in questioni
come queste prevale sempre il calcolo spicciolo, ‘il particulare’ per dirla col
Guicciardini, la perdita della propria poltrona e dei privilegi, non l’amore
della propria terra.
L’obiezione principale che può essere mossa a questa proposta è di natura
economica. Costi aggiuntivi per la realizzazione di un nuovo apparato
istituzionale, con annessi dipendenti, consulenti eccetera.
E’ un’obiezione fondata, ma chiaramente pensare a una Terza Provincia deve
significare pensare di dover dimezzare l’entità e le risorse – e dunque i costi
– delle due attuali. Togliere qualcosa a Isernia, e un bel po' a Campobasso, in
favore di Termoli. Con benefici, sono certo, per tutte e tre.
Non crede che in un’epoca in cui si parla di unificare il territorio, questa
potrebbe apparire una divisone inutile?
Unificare sì, ma in maniera coerente! Come ho già detto, non si possono mettere
insieme pescatori e montanari…. Termoli ed il suo territorio frentano dovrebbero
prendere in considerazione di unirsi a realtà geograficamente simili, come la
costa abruzzese, al resto della Frentania appunto.Uno studio della Fondazione
Agnelli propone di ridurre le regioni italiane da 20 a 12. Questa sì che sarebbe
una cosa efficace ed utile per l’Italia! Il Molise, una piccola regione che non
conta nulla con una identità cucita con lo spago, malgrado la retorica dei
politici – io l’amo moltissimo, ma sono costretto a dire la verità – potrebbe
benissimo appartenere in parte alla Campania e costituire con Benevento il
Molisannio e in parte all’Abruzzo,( la zona intorno ad Agnone e la Frentania
molisana).Questo nuovo assetto amministrativo sarebbe in linea con l’emergente
idea federale, che, per esistere, deve poter contare su Regioni autosufficienti
e, soprattutto, omogenee. Insomma il dibattito su Termoli provincia potrebbe
sfociare su un dibattito serio su come applicare concretamente il federalismo
fiscale che avrà un’incidenza profonda sull’amministrazione e lo sviluppo del
territorio.
A novembre qui in Molise voteremo per il rinnovo del Consiglio Regionale.
Professor Salvatore, dica la verità. Non è la prima volta che lei tratta
l'argomento, anzi periodicamente solleva la questione "Terza Provincia". La sua
proposta continua ad essere una provocazione per la classe politica?
Ho detto quello che penso davvero, e la storia, credo, costituisce un fondamento
reale delle mie idee. Sono provocatorie? Poco male. Il Molise, addormentato
com’è, e preso nella morsa dell’avidità della classe politica attuale, ha
bisogno di idee provocatorie per svegliarsi. Mentre i molisani dormono, gli
altri sono svegli e si danno da fare.