13/6/2011 ● Libro
"Giambattista Vico. Metafisica e storia", l'ultimo libro del preside Antonio Sabetta
Per le edizioni Studium di Roma Antonio Sabetta ha pubblicato il suo ultimo
volume Giambattista Vico. Metafisica e storia nella prestigiosa collana
“Interpretazioni” (dove si contano saggi di A. Rigobello, A. Pieretti, M.
Borghesi). Dopo una monografia del 2006 e alcuni saggi su riviste scientifiche
internazionali, questo libro raccoglie il frutto della meditazione vichiana
dell’autore che dura da alcuni anni.
G. Vico costituisce il filosofo italiano più significativo dell’epoca moderna.
Considerato spesso un precursore, dimenticato a tratti dalla critica, incompreso
durante la vita, egli è stato colui che prima e più di tutti ha portato la
storia nella riflessione filosofica ed ha elaborato una gnoseologia, alternativa
a quella cartesiana, imperniata sul principio del “verum-factum”.
Il volume ricostruisce la visione vichiana dell’uomo e della storia,
considerando in particolare il ruolo e il significato di Dio e della
trascendenza nella determinazione del suo pensiero. I capitoli del testo si
occupano dei tre momenti più significativi della produzione vichiana: la
metafisica e antropologia come emergono dal De antiquissima e dal Diritto
universale e quindi la Scienza nuova, in cui si ritrova la visione della storia
come luogo della tensione non irrisolta ma compenetrantesi fra libertà e
provvidenza.
La vera “rivoluzione” vichiana è il costituirsi della scienza storica,
l’attribuire valore e centralità alla storia, liquidata sempre come inaffidabile
sul piano della conoscenza, in quanto costitutivamente effimera e mutevole.
Invece, nella fedeltà all’orizzonte epistemologico del principio del
verum-factum Vico concepisce la storia quale luogo autentico del fare e quindi
del conoscere umano; e allo stesso tempo essa manifesta una vera e propria
“teologia filosofica”, in quanto nella conoscenza storica l’uomo può
compiutamente, sotto forma di scienza, conoscere quel Dio che altrimenti
resterebbe irraggiungibile sul piano della ragione, essendo per l’uomo
impossibile muovere dalla realtà naturale per argomentare su Dio.
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ANTONIO SABETTA (1972)
Sacerdote della diocesi di Termoli-Larino, originario di Guglionesi (CB),
dottore in teologia e filosofia è docente di teologia fondamentale presso
l’Università Lateranense e l’ISSR “Ecclesia Mater” di cui è preside e dove
insegna anche teologia filosofica. È inoltre docente a contratto presso la
Libera Università LUMSA. Studioso della modernità, di G. Vico, del rapporto tra
cristianesimo e postmodernità e delle tematiche liminari tra filosofia e
teologia, oltre a numerosi saggi in testi e riviste scientifiche internazionali
ha pubblicato diverse monografie tra cui: Teologia della modernità (C.
Balsamo 2001), I “lumi” del cristianesimo. Fonti teologiche in G. Vico
(Roma 2006), Dal senso cercato al senso donato. Pensare la ragione
nell’orizzonte della fede (Roma 2008, ed. americana 2011), L’esistenza di
Dio tra (in)evidenza e “probabilità” (Roma 2010). Ha anche curato l’edizione
critica del volume di A. Rosmini, Risposta ad Agostino Theiner (Roma
2007).Sito web: www.sabetta.it