6/6/2011 ● Cultura
"Nel lenzuolo blu dell’Adriatico" di Filippo Salvatore
Nel lenzuolo blu dell’Adriatico
di Filippo Salvatore
I.
La musica in Piazza XXIV maggio
il giorno del Santo Patrono Adamo
è di Verdi e di Puccini, ma il dramma
delle note della cornetta esprime
il dolore di Madama Butterfly
e degli Israeliti senza più patria.
II
All’angolo, nel bar sotto i portici,
Abdullah, il dodicenne che stamattina
ha comprato il mio stesso pane dal fornaio
e all’alza bandiera, con la mano sul petto
davanti al monumento ai caduti di tutte le guerre,
ha cantato Fratelli d’Italia con altri scolari,
saluta gli amici che portano a spalla
per i vicoli del borgo antico la statua
di frate Francesco e di Nicola, vescovo d’Anatolia.
Attònita la madre guarda Fatima ridere
con Noemi e rispondere in dialetto
al telefonino; è senza velo il viso e la criniera
di capelli di leonessa mediterranea ha nera.
III
Bogdan, il muratore, beve una nastro
azzurro con Adamo il falegname
e con Alì, il venditore ambulante di tappeti,
e nota le differenze tra le statue e le icone
bizantine della sua Craiova e di Timisoara.
IV.
Al parco giochi a Castellara,
anfiteatro naturale, echi di gioia
sulla giostra volante di Mihai
e di Miryam, la sorellina di Fatima,
e di Alena la bionda ucraina.
Unica la raccomandazione delle mamme
in lingue diverse: - Non farti male! -
V.
Ecco la realtà umana del tre giugno
in un borgo della Frentania,
captata di nascosto e vissuta di rimando
dall’aedo che cinque dècadi fa
ha provato la gogna dell’esilio.
VI.
Ride in lontananza, splendida
al tramonto, la rosea Majella
al Gran Sasso, suo geloso amante.
Avvolto nella foschia di Lèsina
il Gargano e gialle si stagliano
le Diomedee, con un tocco di verde,
nel lenzuolo blu dell’Adriatico.
VII
Squilla la prima tromba e intona:
- O mia patria sì bella e perduta,
o membranza sì cara e fatal!-
Fragoroso scroscia l’applauso.
Guglionesi, 3 giugno 2011