3/6/2011 ● Cultura
Il grande esempio di Sant'Adamo Abate
Caro don Gianfranco, cari concittadini, autorità civili e religiose
con grande emozione torniamo tutti davanti a Sant’Adamo nel giorno della sua
festa.
Lo spirito di condivisione di questo momento di cui tutti sentiamo di far parte,
insieme ai nostri concittadini all'estero, rinnova una dimostrazione di
devozione profonda nei confronti del nostro Santo Patrono, grati per l'esempio
che ci ha lasciato, esortandoci a preservare e coltivare quell’attitudine alla
carità che rende una città ed un territorio uniti, attenti e aperti alle
necessità del mondo che ci circonda.
L’intervento del sindaco per la tradizione in questa solennità riveste due
significati: è l'omaggio delle istituzioni locali alla Chiesa, in un rapporto di
collaborazione e di comune impegno per il bene generale; ed è anche l'occasione
per proporre alcune riflessioni sulla condizione della nostra comunità.
Animati dallo spirito di unità e di solidarietà, portiamo oggi un saluto
affettuoso alla Chiesa locale, al nostro Parroco e al nostro Vescovo, una
dimostrazione di stima e di vicinanza per il loro ruolo forte, che agisce nella
profondità sociale e culturale del nostro tempo.
La prima mia riflessione non può non riguardare il 2011, in cui l'Italia celebra
il 150° anniversario dell'Unità nazionale: naturalmente, anche la nostra
comunità vi aderisce, con convinzione ed oggi, 2 giugno, festeggia anche la
festa della repubblica italiana.
L'aspirazione ad un’unità che tiene insieme e valorizza al meglio le peculiarità
locali, è per tutti noi irrinunciabile. Una nazione, tante città: sono proprio
le tante comunità locali il punto dove le aspirazioni ed i progetti di vita
delle persone si realizzano appieno, qui il passato ed il futuro di ogni
cittadino si fondano ogni giorno e possono arrivare a chiamarsi con il nome di
Italia.
Davanti a Sant’Adamo non vogliamo presentare oggi i risultati delle nostre
azioni che, anche se portate con grande impegno e senza paura nella attività
amministrativa quotidiana e in contatto continuo con la gente, sono sempre poca
cosa in confronto ai tanti bisogni e alle problematiche che ci propone un
momento storico davvero di emergenza, con una profonda crisi, non solo
economica, che colpisce in modo pesante la nostra realtà e sembra non avere via
d’uscita. Vogliamo però riconfermare in modo forte il nostro impegno e l’impegno
di tutti, ciascuno per le funzioni che gli sono proprie, consapevoli del dovere
di misurarci con l'obiettivo del bene comune.
A sostenere questo impegno ci sono l'applicazione e la serietà dei tanti
lavoratori che, tra enormi difficoltà, provvedono al benessere delle proprie
famiglie e di tutta la comunità; c'è la passione civile di chi dedica il proprio
tempo all'impegno civico, inteso come attivismo e partecipazione; e un ricco
tessuto di associazionismo e di volontariato, che ha la capacità di rinnovarsi e
di seguire con attenzione l'evolversi delle tante necessità che emergono nella
nostra realtà. In particolare, vorrei evidenziare il ruolo che agenzie educative
quali le scuole, la parrocchia, le associazioni sportive, le associazioni
culturali, di volontariato e del tempo libero ricoprono a Guglionesi, aiuto
indispensabile al compito formativo delle famiglie, che cercano di aiutare la
crescita dei nostri bambini e ragazzi, per prepararli ad affrontare una realtà
complessa e in continuo cambiamento.
Anche il nostro territorio infatti è coinvolto da sempre nuovi fenomeni sociali,
dai quali non si può pensare di restare esclusi e che vanno affrontati in una
logica di "rete", vedendo in questi fattori di cambiamento le opportunità di
crescita che possono offrire, anche quando ciò comporta passaggi difficili.
Perché ogni cambiamento che ci viene proposto (i mutamenti del mondo del lavoro,
lo sviluppo della società della comunicazione, i bisogni assistenziali di una
popolazione sempre più anziana e fragile) ci porta ad interrogarci su che cosa
vogliamo per la nostra Guglionesi.
Vogliamo che diventi sempre più una comunità: nell'ascolto e nell'accoglienza
del diverso, nella solidarietà, nel maggior rispetto di tutti delle norme di
convivenza, nella qualità dello sviluppo, nell'investimento educativo, nelle
buone relazioni e nell'apertura oltre i nostri confini locali.
Queste, io credo, sono le possibilità concrete per essere un paese e una
comunità. Sono convinto che ne siamo in grado, oggi come ai tempi di Sant'Adamo:
ma la condizione è che siamo davvero proiettati con coraggio a confrontarci
seriamente con la realtà che viviamo, con i suoi problemi e le sue speranze,
impegnandoci a far prevalere le risposte di tutta la comunità sulle spinte dei
singoli, ritrovando l’unità di intenti necessaria.
E' un obbligo morale di responsabilità singola, prima ancora che collettiva,
anche politica. Sentirsi responsabili verso gli altri è il primo passo verso
questo traguardo, per allontanare la tentazione a chiuderci in noi stessi.
E’ la solidarietà a fare la differenza tra una vera comunità ed un insieme di
cittadini, indifferenti gli uni verso gli altri.
Dimostrarlo oggi per tutti noi significa rispondere alla richiesta di aiuto di
quanti, in questo difficile momento di crisi si aspettano dalla comunità la
conferma di esserne parte, di meritare attenzione, di essere affiancati da
qualcuno nelle difficoltà, di non essere lasciati ai margini.
Bisogna continuare ad agire in questo modo, con una partecipazione sempre più
allargata e diretta alle decisioni che coinvolgono tutti e su cui nessuno deve
rinunciare a far sentire la sua voce. In caso contrario, si lascia campo libero
al disinteresse verso il proprio paese ed al silenzio e questa sarebbe veramente
la fine.
Invece sta a noi, alla nostra responsabilità, la possibilità di migliorare
sempre.
Non possiamo rinunciare a farlo; e ogni giorno questo paese, anche per come lo
conosco io da sindaco, ne dà una forte testimonianza. Questa è la strada per
uscire da ogni crisi.
In questa responsabilità, in questo coraggio e in questa serenità possiamo
vedere il grande esempio di Sant'Adamo e le virtù che fanno di lui l'espressione
più alta della nostra comunità; non una semplice rappresentazione del "buon
costume" locale, ma un valido esempio di attaccamento profondo al bene della
collettività.
La bellezza delle immagini e delle tradizioni di questa festa solenne, anche se
piena di suggestività, non è niente, se dietro le immagini non ci fosse il cuore
di ognuno di noi.
L’augurio, allora, è che oggi nella devozione per il nostro Patrono ci possa
davvero essere il cuore di ogni guglionesano che si rivolge con riconoscenza e
speranza a Sant’Adamo per trovare le vere e grandi motivazioni di una vita
sociale più solidale e più bella, vissuta non in modo individualistico, ma
insieme.