21/4/2011 ● Scuola
Pronti 300 ricorsi al giudice del lavoro, reagire contro la macelleria sociale
Continuano i tagli alle risorse che il governo intende destinare alla scuola
pubblica. Il Documento di economia e finanza (DEF) contiene una previsione di
spesa in calo (dall'attuale 4,2% del Pil, al 3,7% nel 2015, fino al 3,2 nel
2030). Mentre tutti gli altri paesi europei investono nell’istruzione, il nostro
continua a penalizzarla. Meno risorse per il personale della scuola, che dopo la
riduzione di 87 mila cattedre e 42 mila posti di personale ATA (amministrativo,
tecnico e ausiliario), subirà ulteriori tagli.
Il DEF programma una vera e propria macelleria sociale, senza alcun contributo
per la crescita del Paese. L’annunciata manovra da 40 miliardi produrrà tagli
ancora più consistenti del passato alla spesa sociale e agli investimenti:
quindi meno risorse per scuola, ricerca e università pubbliche e probabilmente
nessun rinnovo dei contratti anche dopo il 2013.
Alle scuole servono risorse stabili, ovvero serve un organico funzionale (un
organico attribuito con cadenza non annuale, ma triennale). La dotazione
funzionale deve coprire le esigenze ordinarie dovute alla sostituzione dei
colleghi assenti e per migliorare l'efficacia dell'azione didattica in relazione
al Pof. Il ricorso alle supplenze brevi deve divenire residuale. Oggi il 20% del
personale scolastico ha contratti di lavoro a tempo determinato, pur essendoci
le disponibilità per essere stabilizzato.
La FLC CGIL chiede un piano straordinario di immissioni in ruolo e una
programmazione quinquennale di stabilizzazioni in base al turn over. Ci sono i
posti disponibili per farlo: su di essi vanno stabilizzati i lavoratori. La FLC
ha dimostrato, dati alla mano, che è possibile coprire, con vere assunzioni,
100.000 posti nella scuola nei prossimi 3 anni a costo quasi zero.
Per sostener queste posizioni la FLC CGIL del Molise sta presentando 300 ricorsi
al giudice del lavoro, nei quali si chiede la trasformazione del contratto di
lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Si tratta di richieste che
riguardano il personale docente ed ATA che da anni (in molti casi da oltre 10
anni) garantisce il funzionamento della scuola molisana e che ha diritto, perché
ne ricorrono tutte le condizioni, ad avere un contratto di lavoro a tempo
indeterminato.
Prosegue anche in questo modo l’iniziativa politico – sindacale tesa a far
riconoscere l’importanza di investire nel sistema d’istruzione e formazione
pubblica garantendone una migliore qualità ma anche un futuro alle giovani
generazioni espulse dal mercato del lavoro.
Lo sciopero del 6 maggio dovrà dare forza a queste proposte per opporci al
massacro dell'istruzione, dell'università e della ricerca pubblica.