18/4/2011 ● Cronaca
Attacco alla scuola pubblica del premier: "venga a vedere come funziona, nonostante tutto"
“libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, (…) e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia" S. Berlusconi 16/04/11 Padova
Si tratta di parole gravissime pronunciate da chi ha giurato fedeltà ai
valori della Costituzione. Un presidente del Consiglio e un Governo moralmente
impresentabili non possono impunemente attaccare il diritto allo studio e alla
dignità dei docenti.
La scuola è in difficoltà per i tagli alle risorse ed agli organici ( nel Molise
1100 posti di lavoro persi in tre anni e spese per il funzionamento ridotte di
2/3) ma che continua con spirito di sacrificio, con abnegazione personale e con
impegno diffuso, a cercare di dare il massimo possibile in termini di istruzione
e formazione pur in un contesto nel quale ogni giorno che passa diventa più
complicato fa bene il proprio lavoro.
Un’indagine serissima del CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli
Insegnanti), smentisce le affermazioni del premier: ci dice che solo il 30%
degli insegnanti si definisce di sinistra. Non solo, sono proprio i docenti di
sinistra che intendono la professione «come una funzione pubblica con gli
obblighi e i diritti dei dipendenti dello Stato». Le facili polemiche, senza
alcun riscontro, servono a sviare le azioni di demolizione della scuola
pubblica!
Oggi bisogna formare persone capaci di muoversi nell’intero spazio culturale tra
saperi nuovi e nuove tecnologie, tra tradizione e modernità, tra norme e
creatività. E’ necessario saper riconoscere la diversità dei caratteri, degli
stili e dei tempi di apprendimento di ciascuno per valorizzarne potenzialità,
per suscitare interessi e curiosità abituandoli a ragionare con la propria
testa. In questo gli insegnati sono rimasti soli. Sono soli anche nell’affermare
i valori della cultura, del rispetto, dell’onestà, del giusto e del bello in una
società incapace di trovare una via d’uscita al degrado civile ed etico in cui
si trova.
Chiediamo rispetto per il difficile lavoro quotidiano degli insegnanti ed
invitiamo il presidente del Consiglio a recarsi presso le scuole pubbliche per
constatare direttamente le buone pratiche che ovunque si mettono in atto.
Venga, ad esempio, in Molise il 29 aprile ’11 e potrà rendersi conto, in
occasione della premiazione dei lavori prodotti dalle scuole per il concorso sui
150 anni dell’unità d’Italia “Mille volti, mille luoghi, mille voci”, di cosa
sono capaci gli studenti molisani, guidati dai loro insegnanti che “inculcano”
il senso civico dell’essere cittadini italiani.