26/2/2007 ● Libro
La tentazione di Sant'Adamo (Angelo Maria Rocchia)
["Cronistoria..." di Angelo Maria Rocchia] - Un giorno il nostro Adamo trovando nel bosco di Petazio (l’attuale Petacciato) un luogo solitario, vi si trattenne sino alla tarda ora nella contemplazione delle cose celesti. Il demonio, volendo strappargli almeno qualche atto d’impazienza, fece che tutta la selva gli apparisse ingombra di legnami tagliati, e gettati talmente alla rinfusa, da ingombrargli non che i passi, ma togliergli anche la vista dei dintorni. Alle grida di Adamo, che chiedeva ajuto, accorsero due carbonai, iquali lo accompagnarono fino co’ tizzoni acesi fino alla porta del Convento, liberandolo così dalla diabolica infestazione. Rientrato appena il Santo, subito il demonio si vendicò di quei due caritatevoli, all’uno facendo perdere la vista, e contorcendo all’altro i piedi, in a lettura, e in profonda medno dinnanzi. A loro volta que’ due chiedendo ajuto, e chiamando ad alta voce, accorse Adamo, il quale unse colla saliva gli occhi del cieco, ed i ginocchi dello storpio, ed all’istante li rimise nella pristina salute, eludendo così le arti infernali del nemico del genere umano. Un’altra volta il nostro Santo trovandosi pure in mezzo al bosco immerso nella lettura, e in profonda meditazione, ecco apparorgli un guerriero a cavallo armato fino a’ denti, il quale sgridandolo fortemente lo spingeva ad abbandonare quel luogo. Alle terribili minacce, essendosi il Santo smarrito d’animo, subito accorse un Angelo, il quale confortandolo, esortollo a cavar fuori il Crocifisso, chenteneva nel petto, e con quello fugasse il demonio, che lo vessava in quelle sembianze guerresche. Appena il Santo mostrò il Crocifisso, il demonio, gettando lampi e fiamme, disparve. Allora Adamo inginocchiossi, e premendosi al petto il Crocifisso esclamò: Crocifisso mio diletto, io ti amavo tanto, e poi tanto; ma da ogginnanti più ti amerò, perché sempre fosti mio scudo, mia guida e mio conforto. (pag. 76)