3/1/2011 ● Politica
Vaccaro (già Sindaco del Comune di Guglionesi): "l'insensibilità della politica"
Non passa giorno in cui la politica non dia dimostrazione della sua insensibilità nei confronti dei cittadini, essendo impegnata ad autoassolversi, ad autocompiacersi, mai pronta a perseguire i loro interessi e, pertanto, ridotti al solo rango di soggetti passivi dell’inefficienza dell’azione amministrativa. Significativo è il caso dell’acqua torbida (in tutti i sensi) nel Basso Molise. Circa un mese fa il caso della moria delle carpe nel lago del Liscione fu liquidato frettolosamente individuando nella diffusione di un virus la causa di tale evento. Si tralasciava, tuttavia, un’importante circostanza: il fenomeno si verificava a monte dell’invaso, le cui acque dovevano in seguito essere trattate per il conseguente utilizzo ai fini potabili da parte di una larga fascia della popolazione basso molisana. Solo oggi, nell’evidente incertezza sulle origini del fenomeno, tale circostanza viene elevata a concausa dal Direttore di Molise Acque. Il Presidente dello stesso Ente denuncia, per l’occasione, la vetustà dell’impianto di trattamento delle acque al solo fine di eludere eventuali responsabilità personali che appena palesate da qualche voce fuori dal coro, venivano compensate da interessati encomi degli altri membri del Consiglio di Amministrazione e persino delle RSU aziendali. Il vero obiettivo di tali manovre è quello di sviare l’attenzione degli utenti dalla causa, onde celare la verità dei fatti: i limiti dell’obsoleto impianto erano noti da qualche tempo e non si è fatto nulla per prevenire i probabili disagi alla popolazione, quali quelli gravi verificatisi in questo periodo nel Basso Molise. Lungi dall’adoperarsi per risolvere il problema, ci si affida al caso o tutt’al più si evocano i lavori per la nuova condotta idrica che abbisognano di tempi lunghi: ci saremmo aspettati di più da un Ente che fino a qualche settimana prima era indicato tra gli enti che, nel vasto panorama regionale, sono in realtà (in)utili solo a quei pochi eletti gratificati da indennità da manager aziendali. Tutti si sforzano di ridimensionare la portata del problema, nel presupposto che esso si risolva costringendo i cittadini a bere bugie anziché acqua potabile. Nessun accenno, d’altro canto, al fastidio causato ai cittadini, ai problemi insorti per gli esercizi commerciali, ai disagi negli ospedali, nelle case di riposo per anziani, ecc. Desta meraviglia anche la posizione assunta in merito dai Sindaci: nessuna colpa da sviare, immunità da qualsiasi critica sul disservizio venutosi a creare. Assumendo tale contegno, essi hanno perso l’occasione di stare dalla parte giusta, preferendo attenersi ad un ruolo asettico e rigidamente istituzionale, ma dimostrando insensibilità politica verso i propri amministrati. Da giorni è stata messa in piedi una farsa sulla potabilità dell’acqua in un rocambolesco alternarsi di condizioni. Le amministrazioni comunali, nel loro massimo sforzo in veste istituzionale, si sono limitate a gestire la semplice comunicazione delle condizioni di potabilità delle acque senza farsi interprete del disagio diffuso dei cittadini e garanti del loro ruolo, che è quello di vittime, oltre che delle disfunzioni venutesi a creare, anche del coinvolgimento in una farsa che li vede spettatori di questa sorta di “teatro dell’assurdo”, assistendo in silenzio alle frottole raccontate da Molise Acque e dall’Arpa Molise, le cui analisi hanno condotto ad esiti discordanti. Sarebbe opportuno che I Sindaci del Basso Molise aprissero una vertenza con la Regione Molise essendo il livello di guardia ambientale ormai giunto al limite. Per conseguire la normalizzazione non basta eludere i problemi fornendo demagogiche rassicurazioni in merito, occorre, invece, adottare opportuni provvedimenti legislativi in materia e, soprattutto, contrastare la condotta illegale di quanti operano illecitamente per trarre benefici personali a discapito della qualità di vita, sempre più compromessa nel nostro Molise. Occorre, però, che anche i cittadini si riapproprino delle loro prerogative investendo su un nuovo protagonismo in grado di promuovere sedi e occasioni che consentano loro di discutere in modo informato e ragionato dei temi che li riguardano e non assegnare deleghe in bianco ad una classe politica sempre più autoreferenziale ed incapace di rappresentare i tanti e diversificati interessi cresciuti all'interno della società, ma anche di filtrare le domande di ciascuno per ricondurle a una visione comune da portare a soluzione nelle sedi istituzionali.
Giuseppe Vaccaro