11/11/2010 ● Amarcord
Dopo di loro… più nessuno (maggio 1989)
Una delle più belle immagini che mi porto dentro dalla mia fanciullezza è
quella del rientro pomeridiano “delle bestie” dal lavoro nei campi tra due ali
di spettatori che interrompevano il loro passeggio per guardare ed interloquire
ad alta voce con i conducenti della carovana.
Gli animali non rientravano mai scarichi, a secondo della stagione trasportavano
legna, fieno, uva, e quant’altro necessario alle famiglie per cui c’era sempre
da dire, chiedere, stupirsi e consigliarsi.
In verità definirla immagine è riduttiva perché un’immagine per sua natura non
comprende ne i suoni né gli odori e né le sensazioni suscitate e sono tutte
queste cose che mi porto dentro come una piacevole constatazione di appartenenza
alla nostra comunità.
I miei genitori non sono di Guglionesi, per cui in casa si parlava un dialetto
misto tra petacciatese e larinese in definitiva molto meno ermetico e gutturale
di quanto non sia il guglionesano.Per questa ragione, quando a voce sostenuta i
cavalieri interloquivano con gli spettatori e si scambiavano informazioni, non
riuscivo bene a capire cosa dicessero ma inconsapevolmente ne acquisivo i suoni
e le tonalità insieme alla gestualità sempre e comunque plateale. Nel centro
storico il crepitio sordo e ritmato degli zoccoli sulle basolate rimbalzava
sulle pareti delle case e ne risultava fortemente amplificato e moltiplicato.
La squadra dei cavalleggeri di forte Apache entrava in paese ed io immaginavo
che Rin-tin-tin e Rusty ne fossero in testa.
D’improvvisamente qualche coda si sollevava e “polpette fumanti” con annesso
odore completavano la situazione.
Ancora oggi passando vicino ad un cavallo o entrando in una stalla…mi sento a
casa.
Vi mando le foto degli ultimi cavalleggeri Guglionesani.
Maggio 1989