14/8/2010 ● Eventi
Don Gabriele Morlacchetti, "sento il bisogno di dirvi: Grazie!"
Carissimi guglionesani,
sono venuto a Guglionesi il 9 agosto del 1981 come vicario parrocchiale e dal 18
ottobre 1987 sono stato parroco.
Dopo 29 anni il Vescovo mi ha chiesto di lasciare la Parrocchia di Santa Maria
Maggiore per dedicarmi con più stabilità all’Ufficio di vicario generale della
Diocesi e per alcuni mesi, senza alcuna nomina, aiuterò le piccole Parrocchie
del centro storico di Larino per una situazione di “emergenza”.
Il cambiamento, dopo tanti anni, è un po’ difficile per me e forse per alcuni di
voi, ma quello che si è vissuto e costruito rimane perché fondato in Gesù
Cristo. In questa circostanza il nostro cuore è chiamato ad aprirsi di più come
quello del Signore.
Questo avvicendamento, con l’aiuto e la guida del nuovo parroco, vi aiuterà a
far venire fuori nuovi talenti. Diverse persone e famiglie che certamente non si
sono sentite accolte e valorizzate da me troveranno nuove occasioni per aprirsi
alla vita di comunità e si riapproprieranno della vocazione battesimale.
Guglionesi diventerà ancora più bella, viva e santa.
So molto bene di essere stato in mezzo a voi operando anche con limiti, errori e
omissioni: vi chiedo perdono. Comunque voi siete stati sempre buoni e veri nei miei
confronti, c’è sempre stato qualcuno che mi ha corretto e accompagnato anche se
gli esiti non sempre sono stati adeguati.
Questi anni vissuti a Guglionesi sono stati belli, intensi, vivi e appassionati.
Gli artefici di questo dono che il Signore mi ha fatto, in vario modo, siete
stati voi, compresi tanti che sono nella gloria di Dio.
Per questo sento il bisogno di dirvi: Grazie!
Questi anni sono stati belli anche e soprattutto perché per sei anni ho vissuto
con don Giacomo Sommavilla e quasi sempre i Vescovi hanno donato alla Parrocchia
dei seminaristi (don Giacomo di Cecco, don Renato D’Auria, don Tommaso Fallica,
don Marco Colonna) e dei vicari parrocchiali (don Giuseppe Caserio, don Bruno
Buri, don Ulisse Marinucci, don Carlo Lamelza, don Alessio Rucci). Gli anni con
don Alessio, posso dire in coscienza, mi hanno ridato una più consistente gioia
di essere prete. Voi tutti li avete accolti a anche loro insieme a me ve ne sono
grati.
Carissimi, facendo le dovute proporzioni e chiedendo scusa a San Paolo prendo da
lui le parole che più esprimono il mio cuore verso di voi anche in questa
circostanza: “Siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre ha cura
dei propri figli. Così affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non
solo il Vangelo di Dio, ma la nostra vita, perché ci siete diventati cari.”
Mi affido alla misericordia di Dio e a quella vostra.
Vi saluto e imploro da Dio, per intercessione di Sant’Adamo Abate, ogni bene per
tutti e per ciascuno.
Don Gabriele