2/11/2006 ● Cultura
Fui a rimembrar “festino”: ciclo “di lectio” o “delle lectiones”?
Inauguriamo una rubrica di riflessione [non escludendo che resti l’unico articolo del “ciclo”], vulnerabile alla curiosità dei lettori interessati alla ragionevolezza e alla irrazionalità [spesso cercata, a volte involontariamente e a volte geniale …ma non troppo] del linguaggio e degli strumenti in uso nella comunicazione di “massa”, rubrica che chiameremo “Carta Canta” (giudicando, senza serietà alcuna, le carte imbrattate di lungimiranze, che si leggono, o che non si scrivono, o che si capiscono o che si capiscono male). L’argomento della prima considerazione interessa il complesso e controverso mondo della grafica-letteraria, un mondo avvolto nell’ignoto delle regole stravaganti (già, troppe volte non ci sono proprio) e delle interpretazioni filologiche (beh, quelle sono infinite e sempre espresse, bene e/o male), più o meno attendibili, più o meno discutibili, …più o meno sagge. Prendiamo in esame il ciclo di convegni che la Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Guglionesi sta per proporre agli estimatori di cose d’Arte [La bellezza del sacro], a partire dall’11 Novembre 2006, con la prima “lectio” dal titolo “Arte e Culture del ‘500 nelle opere di Michele Greco da Valona” [ore 18, chiesa di Santa Maria Maggiore, relatore Mimma Pasculli Ferrara]. Perché la scelta di un termine dal sapore antico e complesso da “spiegarsi”, da sostituirsi ad un più tradizionale “convegno”, cioè “lectio”? Appunto, facendo appello alla ragionevolezza e alla irrazionalità del linguaggio in voga tra i “grafici-letterari della divulgazione” occorre arguire sulla “etimologia”, non tanto nel senso storico quanto dell’espediente “grafico”. Leggendo il dizionario di Italiano della UTET la parola “lectio” appartiene al gergo italiano: “lectio, sostantivo femminile invariabile, nella critica testuale, lo stesso che lezione; nelle università medievali, lettura e spiegazione di un testo; sinonimo: interpretazione” [cfr. Dizionario di Italiano UTET]. Essendo una parola del dizionario di Italiano la si “dovrebbe” utilizzare, sia nel parlare che nello scrivere, secondo le regole dell’Italiano: dunque, essendo sostantivo invariabile, “lectio” resterebbe “invariabile” per l’uso al singolare e al plurale. Fino a prova contraria. Per promuovere l’evento culturale [La bellezza del sacro], esistono due messaggi apparentemente simili ma, all’occhio attento, appartenenti a due “scuole di grafica-letteraria” opposte, differenza “di versione o di visione” che emerge leggendo il banner digitale del sito di Fuoriportaweb da una parte, e dall’altra l’invito cartaceo alla prima lectio della ciclo. Come mai? Poiché è facoltà della grafica-letteraria “argomentare” su tutto, anche mettendo, perché no, in dubbio le regole, ecco che una frase del tipo “Ciclo di lectio” [proposta del banner digitale] diviene “Ciclo delle lectiones” [proposta sull’invito cartaceo]. Ora c’è da chiedersi, sia quando si [ab?]usano parole latine che quelle anglosassoni, perché trascrivere una “versione in latino scolastico” di un solo termine (lectio) di una frase in Italiano, magari declinando il solo termine (lectio) a “sensazione” (una personale “versione e visione” del latino: ma, nel costrutto della “frase latina”, si tratta di un nominativo, o dovrebbe essere un genitivo – reminiscenze scolastiche – o qualcos’altro?). Mistero …della declinazione grafica. Siamo del parere, o meglio della “versione e visione” che una parola (lectio), sebbene di origini latine, qualora appartenga al Dizionario di Italiano deve “convivere” con le regole dell’Italiano allorché compone una frase in Italiano, mentre dovrebbe “declinarsi” al Latino quando “appartiene” ad una frase in Latino (lectiones o lection__ ? È corretto il “delle” precedente “lectiones” (declinato)?). Mistero …del linguaggio della comunicazione. Potrebbe risvegliarsi un dubbio nel lettore saggio, e a giusta causa diffidente dei “comuni-cattivi”: che anche questo articolo, dietro l’apparenza di un [s]confronto [più o meno attendibile, più o meno discutibile, …più o meno saggio] sulle “lectio” adottate [banner digitale e invito cartaceo], sia solo un espediente [concordato?] per coinvolgere [verità del linguaggio della comunicazione] il lettore “vulnerabile” nelle iniziative proposte dal messaggio di divulgazione dell’evento stesso? Mistero …della grafica-letteraria. “Però non fui a rimembrar festino” [Dante, Par. III, 61], dove “festino” sta per “pronto” [cfr. Dizionario di Italiano UTET]. Questioni “di versione o di visione”?…Carta Canta!