11/3/2010 ● Cultura
Il nucleare nel Basso Molise?
Il nucleare nel Basso Molise?
Forse la popolazione del Basso Molise non potrà “difendersi”. Proviamo a
spiegare il perché.
Sbirciando nella campagna elettorale tra le proposte programmatiche nelle
amministrative per il Comune di Termoli, in pratica non ci sono differenze né
tra i candidati né tra le tante liste a loro sostegno: ad unisono è un “no al
nucleare”. Magari bisogna intenderci sui simboli e sul simbolismo che si
rappresentano politicamente, prima e dopo la corsa al voto. “La domanda nasce
spontanea” (direbbe un noto giornalista della TV): dove cercare la coerenza di
quei rappresentanti apertamente schierati contro il nucleare accanto al partito
che di fatto sul piano nazionale ha aperto la strada al nucleare?
Bisognerebbe spiegare alla popolazione se si è davvero contro il nucleare a
prescindere, o si è contro il nucleare nel Basso Molise per una ragione di
consenso.
Non solo. Il controllo della Regione Molise vive l’identica ambiguità (una
contraddizione politica di fondo tra piani nazionali e tutele territoriali).
Sarà sufficiente il “no” del presidente Iorio (in scadenza nel 2011) per evitare
una centrale nucleare nel Molise? Ragioniamo su alcuni dettagli normativi che
devono aprici gli occhi da subito. Il primo Ministro del governo nazionale, il
presidente Silvio Berlusconi, nella vigente legislatura eletto proprio dai
Molisani (e dunque un nostro autorevole rappresentante nel Parlamento italiano),
sottoscrive in Europa accordi e piani sullo sviluppo energetico a base di quote
di energia nucleare. “Che ci azzecca” (direbbe un noto politico molisano) il
“nostro” Presidente del Consiglio dei ministri con il decreto “nucleare”? Il
decreto sullo sviluppo energetico, revisionando il precedente orientamento
governativo, ha recentemente introdotto alcune novità, in virtù anche delle
indicazioni del Consiglio di Stato: sui siti verrà ascoltato anche il parere del
Comune interessato, e in assenza di un accordo con la Regione non si nominerà
più un commissario ma si procederà con un decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri.
Ufficialmente, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico presieduto
dall’onorevole Claudio Scajola, il governo nazionale fa sapere che non ancora
sono stati individuati i siti nucleari in Italia. Onestamente, credere
all’assenza di una mappa già abbastanza orientativa, per non scrivere puntuale,
è difficile, per non scrivere che è a dir poco imbarazzante. Si può immaginare una scelta
strategica così culturalmente distante dalla storia italiana senza sapere (già)
dove? Essendo l’Italia una nazione costantemente al voto (per un motivo o per un
altro), dunque nella (par) condicio e nella propaganda elettorale permanente
(pare che sia uno spot nazionale “il su e il giù” del sondaggio sulla “fiducia
degli italiani”), ci si crede un po’ meno. Infatti, il programma della
costruzione delle centrali nucleari in Italia partirà già dal 2013 e la
produzione di energia nucleare è fissata al 2020. Dunque, paradossalmente ci
sono le date del programma nucleare e non ci sono i siti!
Ci chiediamo: in uno scenario così complesso potrà difendersi la popolazione del
Basso Molise dall’insediamento nucleare? Due sono i “limiti” che non giovano a
favore del nostro territorio, nel senso che danno un vantaggio concreto all’idea
del nucleare nel Basso Molise (indifendibile, politicamente a livello locale,
nell’ottica dell’interesse nazionale): il decreto eroga benefici economici per
enti e popolazioni coinvolte (circa 10 milioni di euro a centrale), e sappiamo
cosa è successo, sta succedendo e succederà nel Basso Molise alla “vista” dei
soldi per il “ristoro” da fonti energetiche (praticamente ignorata ogni altra
problematica: ambientale, culturale, paesaggistica, turistica, sanità, etc.); la
bassa densità di popolazione che deve essere localizzata intorno ad una certa
aerea concentrica di diversi chilometri dalla centrale (metà del perimetro di
incidenza nucleare sul territorio per il sito di Termoli ricadrebbe,
“vantaggiosamente” per il programma nucleare nazionale, in mare). In virtù,
dunque, dei programmi nazionali di evacuazione della popolazione dal territorio
in caso di grave pericolo per “fughe” dai reattori nucleari, a mio avviso
proprio la bassa densità di popolazione nel nostro territorio porterebbe a
“giustificare” l’eventuale risoluzione governativa dell’installazione della
centrale nucleare nel Basso Molise, sulla base cioè di un dato “oggettivo” di
pianificazione territoriale su scala nazionale, un dato (appunto la densità di
popolazione) che diverrebbe così determinante, e forse eccessivamente
determinante, rispetto alla sismicità, il dissesto idrogeologico e altre
calamità in gioco “per un’esclusione teorica” come prevede il decreto sullo
sviluppo energetico. Non trovando evidentemente l’accordo con la Regione e con
il Comune si procederà con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
È in sintesi il futuro del Basso Molise?
La partita è in corso, ed è tutta da giocare. Sarà l’arbitro a dare il triplice
fischio.